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Royalties, De Leonardis e
Barone-M5S 'Daunia scippata'
I consiglieri regionali Giannicola De Leonardis e Rosa Barone denunciano il disequilibrio nella ripartizione delle royarties-idrocarburi: 'Daunia penalizzata'
Sulla delibera di Giunta n. 444/2018 ha ripartito le risorse, pari a oltre 23 milioni di euro, derivanti dalla quota destinata alla Regione del 55% delle royalties per le attività di estrazione degli idrocarburi nella zona dei Monti Dauni, per interventi di miglioramento ambientale e per favorire lo sviluppo economico nel territorio regionale, è intervenuta la consigliera del M5S Rosa Barone.
“La Giunta - spiega la pentastellata - ha deciso di destinare oltre la metà di questi 23 milioni di euro anche ai Comuni non direttamente interessati dalle attività estrattive. Una scelta, che seppur legittima, ci appare inopportuna, perché le attività estrattive interessano un territorio, come quello dei Monti Dauni, già in difficoltà. Si tratta di una zona che avrebbe necessità di avere maggiori risorse per la realizzazione di interventi di miglioramento ambientali e di misure per favorire lo sviluppo economico e l’occupazione, a fronte del notevole impatto ambientale che i territori che ospitano le attività estrattive subiscono”.
La normativa nazionale stabilisce che il 55% delle royalties per l’estrazione degli idrocarburi sia destinato alle Regioni, il 15% ai Comuni direttamente interessati dalle attività estrattive e che il 30% dell’aliquota, precedentemente destinata allo Stato, sia destinata alle regioni del Mezzogiorno per il finanziamento di interventi nelle aree di estrazione.

La stessa legge regionale n. 7/2002 ha stabilito che questo 30% venga utilizzato “per il finanziamento di opere infrastrutturali al servizio di attività economiche, all'insediamento industriale e agli interventi di miglioramento ambientale previsti, nelle aree di estrazione e adiacenti, in strumenti di programmazione negoziata”, tanto che con appositi provvedimenti la Regione ha destinato ai 7 comuni dauni direttamente interessati 12 milioni di euro.
“Ci sembra poco equo - prosegue Barone - che quasi la metà dei 23 milioni di euro spettanti alla Regione siano stati destinati ad interventi da realizzare per la redazione del piano strategico per Taranto, per lavori di riqualificazione dell'aeroporto di Grottaglie e per la realizzazione di un cavalcaferrovia nel comune di Massafra, quando il territorio di Foggia attende da anni la realizzazione d’importanti opere infrastrutturali, come ad esempio gli interventi per il Gino Lisa. Chiediamo pertanto che la Regione riveda la sua decisione, anche alla luce del fatto che queste risorse derivano da attività estrattive che impattano fortemente sul territorio dauno".
Anche il consigliere Giannicola De Leonardis è intervenuto sul tema, con una nota diffusa, definendo l'operazione uno scippo: “Uno scippo vergognoso, intollerabile per il Subappennino dauno. Preparato nello scorso mese di novembre, con una variazione di Bilancio contenuta in una delibera (la n. 2084) che pure prevedeva la sbandierata attribuzione di 11 milioni di euro per sette comuni, per le royalties legate agli idrocarburi".
"Ma i fondi complessivi erano 23 milioni di euro - ha precisato De Leonardis - e la legge regionale n. 7 del 2002 prevede espressamente che debbano essere utilizzati per ‘il finanziamento di opere infrastrutturali al servizio di attività economiche, all’insediamento industriale e agli interventi di miglioramento ambientale previsti, nelle aree di estrazione e adiacenti’, e non altrove".

"Invece quella legge è stata ignorata e aggirata - ha sottolineato il consigliere foggiano - e una successiva delibera (la n. 444 del 20 marzo scorso) ha legato quei fondi, ricavati dalle attività in un territorio devastato e sfruttato da tempo immemorabile, a una sorta di compensazione per le aree di ospitalità messe a disposizione nella provincia di Foggia (7 milioni a San Severo, 6 ad Apricena) e in quella di Lecce (1 milione e 200mila euro a Nardò) per fare fronte alle problematiche legate all’immigrazione, e all’istituzione della Zona Economica Speciale a Taranto, con investimenti ritenuti prioritari al punto da destinare 2 milioni per l’adeguamento dell’aeroporto di Grottaglie e 6 milioni per migliorare la viabilità a Massafra, e per finanziare ulteriori progetti senza alcun riferimento a un qualsiasi bando pubblico, magari accessibile ad altri Comuni".
"Iniziative certamente meritorie e che nessuno mette in discussione, ma per le quali si poteva e doveva attingere da altri capitoli del Bilancio regionale", ha ribadito De Leonardis, "E operando in maniera più trasparente e rigorosa, senza stornarli da un’area depressa come il Subappenino dauno – che già garantisce alla Regione gli ingenti fondi comunitari legati al suo inserimento nell’Obiettivo 1 - , privandolo di gran parte delle royalties prodotte, e più che mai necessarie per il miglioramento delle infrastrutture, per arginare il dissesto idrogeologico, per rilanciare sviluppo e occupazione".
"La scelta politica operata dall’esecutivo regionale attraverso la delibera n. 444 – peraltro non ancora pubblicata e alla quale hanno quindi avuto accesso in pochi - è sconcertante e gravissima, e aumenta uno squilibrio territoriale intollerabile e inqualificabile. Per questo attraverso un’interrogazione urgente presentata al presidente Emiliano - ha concluso - ne ho chiesto l’immediato ritiro, per decenza e per responsabilità. E sarà soltanto la prima delle iniziative che prenderò per denunciare quanto accaduto, e scongiurarne gli effetti”.
(gelormini@affaritaliani.it)