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Salento, il Prefetto di Lecce
e la logica dei Distretti

Interessante proposta fatta dal Prefetto di Lecce, Claudio Palomba, fino a pochi giorni fa Prefetto di Rimini, nel corso della riunione del Comitato provinciale per la sicurezza, tenutosi per discutere dei problemi di Gallipoli, lo stesso Prefetto ha ribadito che le imprese pubbliche e private - che in provincia di Lecce operano nel settore turistico - non dovrebbero rimanere indifferenti.
 
Costituirsi in distretto è una proposta che Comuni, alberghi ed altre forme di aervizio ricettivo: stabilimenti balneari, discoteche, tour operator, agenzie di viaggi, Aptaltre imprese ed aziende operanti sia nel settore turistico che in ambiti e bacini ben definiti del Salento, condividendo aspetti territoriali, culturali, paesaggistici storici e sociali comuni, dovrebbero perseguire senza esitazione. 
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Il distretto turistico rappresenta un’area omogenea di sviluppo dal punto di vista economico, dove le attività ricettive e i servizi di accoglienza e ospitalità costituiscono i fattori trainanti di un ambito territoriale che, potenzialmente, ne ha la vocazione e le caratteristiche quali-quantitative, tali da rappresentare un’area di potenziale sviluppo turistico, nonchè uno strategico strumento per fare sistema. 
 
Parlare di “distretti” con riferimento al turismo significa introdurre un concetto nuovo, ma necessario. Necessario in quanto la capacità di fare sistema e l’integrazione tra le PMI - fondamentali e largamente sviluppate nei distretti industriali - sono trasferibili nelle dimaniche di sviluppo del settore turistico. Esempi nazionali di destinazioni turistiche,  come Rimini e la costa romagnola, ne sono testimonianza tangibile, a partire da come hanno saputo superare l’atomizzazione delle strutture e le politiche ricettive.
 
Promuoversi da soli, pur avendo a disposizione un importante potenziale turistico locale, non consente di soddisfare (e di sfruttare positivamente) la più caratteristica e moderna domanda del turista: ovvero la richiesta di una “esperienza completa”, globale e di soddisfazione residenziale, la “total leisure esperience”.
 
Il turista richiede accoglimento di una molteplicità di bisogni che non possono essere soddisfatti se non ricorrendo all’aggregazione, alle forme di partecipazione e partenariato pubblico-privato. Efuor di dubbio che la trasformazione delle risorse turistiche locali in prodotto turistico avviene là dove si crea sinergia tra strutture differenziate.
 
Non solo la ricettività (alberghiera e complementare), ma anche servizi ulteriori risultano di fondamentale importanza ai fini dell’individuazione di una capacità/potenzialità di un prodotto turistico. Si pensi ai servizi di più ampio uso legati al turismo, quali ad esempio strutture sportive, congressuali, ristorazione, artigianato, shopping, divertimenti in senso lato, ma anche alcuni aspetti immateriali molto importanti come lordine pubblico, il decoro e limmagine e percezione del luogo. 
 
E evidente quindi  che anche fatti e avvenimenti che apparentemente sono estranei al turismo, possono avere un effetto, in negativo o in positivo, molto importante sulla creazione/modificazione di un’immagine più o meno attrattiva della località. Il Salento non può fare a meno di questa lungimirante proposta di organizzazione turistica se vuole che il turismo rimanga il settore  trainante della sua  economia.

 Gregorio Dell’Anna   - Coordinatore provinciale BA - Itala Unica