Salvatore Latronico: 'Il settore IT in Puglia, chance per cervelli e ricerca'
‘Il settore IT in Puglia’: ricerca quali-quantitativa sulle aziende realizzata dall’Osservatorio IT del Distretto Produttivo dell’Informatica pugliese
Una fotografia dettagliata sulle aziende pugliesi dell’Information Technology, su loro dimensioni e specializzazioni, professionalità occupate, fatturati, investimenti in ricerca e sviluppo, mercati di riferimento: è il risultato della prima ricerca sul settore realizzata dall’Osservatorio IT del Distretto Produttivo dell’Informatica pugliese presentata nella sede del Distretto in Confindustria Bari e BAT.
La ricerca quali-quantitative, realizzata in collaborazione con le università pugliesi, è stata condotta su un campione rappresentativo delle imprese del settore, costituito dalle aziende aderenti al Distretto Produttivo dell’Informatica.
Alla presentazione presenti il presidente del Distretto Produttivo dell’Informatica pugliese Salvatore Latronico e i responsabili delle ricerche: il docente di Economia Applicata dell’Università di Foggia, Alessandro Muscio, e il ricercatore del Software Engineering Research Laboratory (Serlab) del Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Bari, Danilo Caivano. Con interventi, inoltre, dei dirigenti della Regione Puglia, Adriana Agrimi, della Sezione Ricerca Industriale e Innovazione, Gianna Elisa Berlingerio, del Provveditorato ed Economato, Nicola Lopane della Sezione Programmazione Acquisti.
"Questa analisi offre un primo contributo - ha detto Salvatore Latronico - alla descrizione di un settore che in Puglia conta molte eccellenze ma che, fino a oggi, non ha avuto contezza delle sue peculiarità e prospettive di sviluppo".
"Occorre sfatare qualche luogo comune, per esempio, sulla fuga dei cervelli dalla Puglia almeno nel settore. L'Information Technology mentre cresce in Italia del 3%, in Puglia lo fa del 15%, per cui abbiamo il problema contrario. I nostri laurati nel settore restano in Puglia per il 75% dei casi, pertanto abbiamo il problema di come attrarre altri cervelli verso la Puglia".
"La frontiera delle politiche industriali 4.0 - aggiunge Latronico - offre ulteriori prospettive di crescita del territorio e del suo tessuto produttivo. Cambiare registro diventa necessario, anche perchè dalle analisi dell'Osservatorio emerge che offerta e ventaglio opportunità sono ben più ampi di quelli immaginati".
"Lo stesso fatturato prodotto - precisa ancora il presidente del Distretto Produttivo - solo per il 40% proviene dalla nostra regione e solo per il 38% è riconducibile all'ambito della Pubblica Amministrazione. Ne consegue che le prospettive sono tutte più che ottimistiche. Sia per la crescita del settore privato, che per i margini disponibili nella PA, per la razionalizzazione delle spese e per una migliore impostazione industriale".
Le testimonianze della vivacità del Distretto Produttivo dell'Informatica pugliese spaziano trasversalmente dalla leadership nella gestione dei processi nelle grandi Banche e Assicurazioni, ai Bancomat e alle Risorse Umane, fino all'altra nuova e vasta frontiera delle Geolocalizzazioni.
"Stiamo parlando di circa 4.400 addetti, di 35-37 imprese eccellenti - sottolinea ancora Salvatore Latronico - in un segmento in crescita esponenziale, che fa registrare anche alleanze e fusioni importanti e strategiche come quella portata a termine con successo tra Exprivia e Italtel, che proiettano la Puglia ai vertici dell'attenzione mondiale del settore".
Il Distretto Produttivo dell’Informatica pugliese è stato avviato nel 2007 con l’emanazione della legge regionale pugliese sui Distretti Produttivi (l.23/07) e costituito il 30 novembre 2009. Al Distretto aderiscono circa 100 tra imprese pugliesi del settore IT, associazioni, consorzi, enti di ricerca e tutte le Università pugliesi per complessivi 4.000 addetti e 500 milioni di fatturato. Nel Distretto sono presenti prevalentemente PMI oltre che aziende di dimensioni maggiori con sedi in Italia e all’estero.
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: Incentivare i giovani a restare, per dare un futuro migliore all'Italia