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San Raffaele Ceglie, TAR sospende atti ASL Brindisi: Amati vs. FdI
Il TAR di Lecce sospende gli atti dell'ASL Brindisi relativi al Centro Riabilitazione San Raffaele di Ceglie Messapica (Br).
Il TAR di Lecce sospende gli atti dell'ASL Brindisi relativi al Centro Riabilitazione San Raffaele di Ceglie Messapica (Br), e il gruppo regionale di Fratelli d’Italia (il capogruppo Renato Perrini e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Tommaso Scatigna e Tonia Spina), attacca con una nota diffusa il consigliere Fabiano Amati, impegnato da tempo su questo fronte.
“Il consigliere regionale Fabiano Amati si rassegni (e rispetti le decisioni dei giudici di Lecce sempre, anche quando non gli danno ragione, averla giudicata ‘vergognosa’ è del tutto fuori luogo): le sue tesi contro la Fondazione San Raffaele, che gestisce il Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica, non trovano fondamento neppure davanti ai giudici del TAR, che hanno esaminato la vicenda e sospeso gli atti con il quale veniva deciso il trasferimento della gestione alla ASL di Brindisi, rinviando nel merito la discussione ad aprile del prossimo anno".
“Un’ordinanza, quindi, che sospende gli atti della ASL BR che erano stati emessi in attuazione di una legge regionale che, in fretta e furia, ha trasferito la gestione dalla Fondazione alla ASL. Una ‘furia’ che avevamo osteggiato in Consiglio, non perché contro la pubblicizzazione della gestione, ma perché non poteva avvenire tout court, in piena estate, e senza adeguate coperture finanziarie. Avevamo suggerito, inutilmente, di trattare il trasferimento arrivando a un accordo con la Fondazione, ma soprattutto dando risposte a ricerche di mercato (vinte sempre dalla Fondazione) che sono rimaste, anche queste ‘sospese’… atti amministrativi senza che si desse non attuazione, ma almeno risposte. Una gestione del rapporto che il Dipartimento Salute, in primis, ha curato in maniera approssimativa".
“Tutto questo ‘pasticcio amministrativo’ associato ai continui allarmismi del consigliere Fabiano Amati (che in questi ultimi tempi ha disegnato il Centro come una ‘clinica degli orrori’) ha portato danni non certo alla politica, ma solo ai pazienti, alle loro famiglie e ai dipendenti che si sono trovati in un caos completo".
“Infine, una considerazione che dovrebbe far riflettere tutti: essere proponenti di leggi SPOT, per finire sui giornali e per fare battaglie che non hanno coperture finanziarie o competenze istituzionali, danneggia tutti. Ci spiace doverlo evidenziare qui, ma il collega Amati è uno dei proponenti di leggi più osservate dal Governo, dalla Corte dei Conti e che provocano contenzioni (come quello che è in corso sul Centro di Riabilitazione) dove la Regione spende soldi. Dei pugliesi.”
Una ordinanza "vergognosa", così ha definito la decisione del TAR il consigliere regionale Fabiano Amati, che da tempo ha aviato una battaglia per la ripubblicizzazione del centro neurolesi e motulesi di Ceglie Messapica, criticando la sezione leccese del Tribunale Amministrativo, che ha accolto la richiesta della Fondazione San Raffaele di sospensiva di tutti gli atti dell'Asl di Brindisi che avrebbero portato alla gestione pubblica del centro di riabilitazione .
Facendo, quindi, seguire la richiesta al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano di “Impugnare l’ordinanza davanti al Consiglio di Stato e di portare avanti tutte le iniziative per dar seguito alle corrette azioni messe in campo con la legge regionale 21 del maggio 2024 e con i conseguenti provvedimenti amministrativi da parte del dipartimento regionale e della Asl".
Per Amati l’ordinanza di sospensiva è irragionevole quando sostiene che ci sarebbe un rischio di soluzione di continuità nell’erogazione del servizio e in tal modo giudica di fatto sulla idoneità del Piano emergenziale assistenziale elaborato, “atteso che il Perrino è un centro di eccellenza e ha medici con requisiti e titoli comprovati, mentre il Dipartimento di prevenzione della Asl Brindisi ha accertato che molti medici e dipendenti della Fondazione San Raffaele a Ceglie non hanno i titoli o la specializzazione idonea al trattamento di pazienti particolarmente gravi”.
"Nel provvedimento, il Tar, 'sospende l'efficacia dei provvedimenti impugnati', ma introduce - sottolinea Amati - quella che io definisco una sorta di benevola raccomandazione, un 'monito morale', che ritengo paradossale, 'fermo restando il doveroso rispetto, da parte della Fondazione ricorrente, dei requisiti minimi organizzativi e degli standard assistenziali normativamente prescritti". "Standarda - ricorda ancora Amati - che il dipartimento prevenzione della Asl ha riscontrato non essere rispettati".
“E’ evidente che la resistenza della Fondazione - afferma Amati - è finalizzata a portare avanti una negoziazione che induca la pubblica amministrazione e non agire nei suoi confronti per chiedere la restituzione della somme pagate per prestazioni non autorizzate”.
“La mia è una battaglia a favore della sanità pubblica e a difesa di pazienti che corrono il rischio di non essere curati come meriterebbero - ha concluso - una battaglia che in questo momento ha sposato anche il presidente della Regione, il Consiglio regionale e che trova il supporto degli uffici e dell’avvocatura regionale. Bisogna andare avanti, innanzitutto impugnando l’ordinanza. La trattazione di merito è stata fissata il 9 aprile 2025".
(gelormini@gmail.com)