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Sarà dedicata a Mariacristina Rinaldi la Biblioteca della Casa delle Donne
Il ricordo di Mariacristina Rinaldi tra le pagine del suo lascito alla Biblioteca della Casa delle Donne a Bari.
Rendere senza tempo il suo sorriso, facendo sfogliare le pagine del suo lascito alla Biblioteca della Casa delle Donne a Bari, e prolungare quotidianamente la sua presenza intitolandola a Mariacristina Rinaldi.
Questo l’auspicio, che amici e parenti fanno proprio, dopo la proposta suggerita dalla stessa Associazione, a cui Mariacristina tempo addietro aveva deciso di regalare buona parte dei suoi libri e a cui il marito, Carlo Paolini, già pensa di aggiungerne altri.
Condivieva i natali cerignolani con Giuseppe Di Vittorio e Nicola Zingarelli, forse da qui l'amore e la passione per la didattica e il testardo impegno per la funzione sociale della scuola, oltre che per il compito formativo a cui è demandata.
Un affetto spontaneo, un ricordo indelebile, una stima indiscussa: destinanti a tener viva la percezione di una presenza, pur sapendo del suo ritorno al Padre dopo otto anni di tenace e appassionata resistenza.
Otto anni di discrezione, ma di incrollabile stimolo e di immancabile presenza per tutti coloro, ai quali - in un modo o nell’altro - faceva sentire puntualmente la sua vicinanza: con una riflessione, un’esortazione, una censura o un’analisi lucidissima.
Sono andato a rileggermi un po’ di scambi epistolari, fin dai miei primi approcci tempi all’ARCA, quando si provava a difendere la Carta Costituzionale dagli attacchi, talvolta anche istituzionali, nel periodo dei governi Berlusconi.
Ne ho scelti due, non per gli apprezzamenti personali - talvolta più che generosi, al limite dell’imbarazzo - ma perché penso delineino, piuttosto efficacemente, la personalità di una donna combattiva, orgogliosa dei successi dei suoi alunni e profondamente sensibile all’impegno sociale.
“Leggere ciò che scrivi e come lo scrivi è sempre per me un motivo di piacere, riesci a isolarmi da tutto il contesto, come solo le buone letture sanno fare.
In questo caso, ho letto il tuo articolo con affetto non solo per Silvia (Silvia Rizzello - Riso fuori sede, Kurumuni 2016), ma anche per Enrico Dalfino, a cui penso ogni volta che Carlo richiama l'art. 1 dello Statuto comunale di Bari. Ciao Antonio e grazie!”
“Ogni tuo articolo è un regalo. Questo in cui ci sei tu, la tua infanzia con i ricordi, la micro e la grande storia, con la sua colonna sonora - dai cannoni che invadono l'Ungheria alla musica del momento, dalle grida dei minatori di Marcinelle a quella di voi ragazzi - è un affresco che sarebbe bello disegnare e illustrare in modo multimediale, dando spazio al colore dei ricordi, agli occhi e agli sguardi che cambiano negli anni e allargano gli orizzonti, alle esperienze e alle persone incontrate e che sono rimaste dentro di noi...
Auguri caro Antonio, attivo e simpatico 60enne con il dono della parola che racconta, descrive, rappresenta e (mi) affascina!”
Questo è un altro di quei vuoti nel cuore: colmabile col conforto dei ricordi e con la forza di un affetto che sopravvive - nonostante lo strappo - e che da oggi si perpetuerà nella dolcezza del racconto quotidiano.
Che bello esserti stato amico, Mariacristina!
(gelormini@gmail.com)