PugliaItalia
Si chiama Mennea, ma non ferma
a Barletta e ignora il Salento
Si chiama Pietro Mennea, è un Frecciarossa, ma non si fermerà a Barletta (città natale del campione italiano), tanto meno è previsto - al momento - che possa allungarsi fino al Salento.
Annunciato l’avvio del nuovo collegamento Milano – Bari, a partire dal prossimo 20 settembre, con circa tre mesi d'anticipo sul previsto. Due treni Frecciarossa ETR 500, ogni giorno, copriranno la tratta in questione aggiungendosi all’attuale offerta di Trenitalia, percorrendo il lungo tragitto in circa 6 ore e 30 minuti, con fermate intermedie Reggio Emilia, Bologna Centrale, Rimini, Ancona, Pescara Centrale e Foggia.
Circa un’ora e 13 minuti il risparmio effettivo di tempo stimato, ma c'è chi lamenta l'impossibilità di una migliore performance, se solo venissero rimosse e risolte alcune criticità storiche della linea ferroviaria che percorre la Dorsale Adriatica.Altro tipo di lamento, invece, si leva dal Salento: "L’Italia, stando a quanto stabilito dalle nuove tratte, finisce a Bari e non a Santa Maria di Leuca".
A gridare con forza la propria delusione è Paolo Pagliaro, dell'Ufficio di Presidenza di Forza Italia e presidente del Movimento Regione Salento: "Si leggono appelli di parlamentari Salentini, sindaci e altre cariche istituzionali per prolungare la Frecciarossa fino a Lecce. Sono lacrime di coccodrillo di chi avrebbe potuto far sentire la voce del nostro territorio nelle sedi e nei momenti opportuni ma che ha preferito, invece, esprimere il suo dissenso ex post a botte di comunicati stampa".
"È ancor più evidente - aggiunge - che il Salento sia costretto all'isolamento anche per colpa di chi dovrebbe rappresentarlo ed essere difensore dei suoi interessi. Dal 20 settembre, partirà il contentino che collegherà Milano a Bari, recuperando solo un'ora di tempo nel tragitto e abdicando al diritto di avere una tratta ad alta velocità solo da Milano a Bologna. Una cosa è vera che ci saranno treni più nuovi, belli e comodi ma solo da Bari".
E poi rincara: "Di che successo parliamo? Quali benefici reali per la Puglia e per il Salento? È un problema vecchio: non hanno investito da Bari a Lecce con progetti per potenziare la line rotabile esistente, in quanto a Lecce non c'e il nuovo sistema di controllo centrale compiuterizzato che invece è attivo da Bari a Bologna (C.C.T.). A Lecce non hanno previsto e voluto né la tecnologia né il personale formato per poter supportare il Treno tecnologico come l'ETR 500 Freccia Rossa. Per i dirigenti di Trenitalia di fatto la stazione di testa in Puglia é Bari e non Lecce quindi tutte le infrastrutture tecniche, logistiche e tecnologiche si fermano a Bari, tagliando fuori un intero territorio con grandi potenzialità di crescita".
Amara la conclusione di Pagliaro: "Risultato: i politici possono abbaiare alla luna quanto vogliono senza risultato, se non quello di aver umiliato ancora una volta il Popolo Salentino. Sembra una beffa, l'ennesima, alle spalle dei cittadini da sempre bistrattati per un imperante baricentrismo. Le istituzioni dove sono? La Regione, i Comuni, le Province? Ci vuole una grande mobilitazione per chiedere che il capolinea sia a Lecce. Altrimenti - conclude Pagliaro - prenderemo atto che si continua imperterriti a predicare bene e razzolare malissimo".
(gelormini@affaritaliani.it)