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Stoccaggio rifiuti tossici, il NO di Puglia e Basilica 'La Murgia ha già dato'

Levata di scudi verso l'inclusione di sette siti di Puglia e Basilicata inseriti dal Governo tra quelli individuati per lo stoccaggio di rifiuti tossici.

Si direbbe che, come al solito, la mano destra non sa cosa quella sinistra: a che serve spendersi per tutelare il paesaggio, valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico e promuovere la/bellazza/e di Puglia e d'altrove, se con disinvolta 'caparbietà' si continua a prendere di mira gli scorci più belli per farne destinazione di 'tossicità'? Taranto, Marghera, Gela, Terra dei Fuochi o Bagnoli sembra non abbiano insegnato alcunché.

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Immediata la reazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e di altri alla notizia di una Carta dei siti potenzialmente idonei alla costruzione del Deposito nucleare nazionale, la Puglia è indicata con l'area di Gravina in Puglia in provincia di Bari e i comuni di Altamura e Laterza per un'area individuata in condivisione con Matera in Basilicata.

“Apprendiamo a ‘cose fatte’ e a distanza di anni, dell’inclusione di alcuni comuni pugliesi e lucani tra i siti in cui stoccare residui radioattivi", scrive in una nota Emiliano, "È ferma e netta la contrarietà della Regione Puglia a questa opzione. I nostri sforzi verso un modello di sviluppo improntato sulla tutela dell’ambiente e della salute sono noti a livello internazionale. Non si può imporre, ancora una volta, scelte che rimandano al passato più buio, quello dell’assenza della partecipazione, dell’umiliazione delle comunità, dell’oblio della storia e delle opportunità”. 

rifiuti tossici

“Lo Stato e la Regione - spiega Emiliano - hanno, in quei luoghi, istituito il Parco nazionale della Murgia e il parco regionale più grande, quello delle Gravine, quali presìdi delle biodiversità e simboli dello stile di vita verso cui i pugliesi hanno deciso di andare. Le comunità della Murgia pugliese sono in continuo cammino, in evoluzione costante nel turismo, nell’agricoltura moderna, nella zootecnia basata sul benessere animale, nelle produzioni artigianali che finalmente superano i confini regionali e rendono riconoscibile una storia, una identità vera che profuma di futuro e non può essere sporcata con la parola “nucleare”, incubo del passato”.

“Svolgeremo - conclude - tutti gli approfondimenti tecnici del caso, geologici e ambientali, per motivare anche sotto questo aspetto l’incompatibilità di questa scelta irragionevole che contrasteremo in ogni sede”.

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Anche Gianluca Rospi, deputato materano e Presidente di popolo Protagonista, interviene sul fatto: "Ho appreso con preoccupazione la presenza di ben sette zone della Basilicata nella lista, pubblicata nella notte dal Governo, delle aree potenzialmente idonee al deposito dei rifiuti radioattivi. Mi opporrò con tutte le mie forze all’idea di una Basilicata discarica nucleare d’Italia e nelle prossime ore presenterò un’interpellanza urgente ai ministri Costa e Patuanelli per dimostrare l’inidoneità della nostra regione".

"Già nel 2017 in qualità di presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Matera, insieme agli ordini professionali dei geologi e degli architetti - risorda Rospi - firmai un corposo studio destinato alle istituzioni competenti, nel quale emergeva l’elevata sismicità, il rischio morfologico e idraulico oltre che la presenza di aree naturali protette, importanti risorse del sottosuolo, che hanno condotto alla realizzazione degli impianti di attività petrolifere e che rendono di fatto inconciliabile il nostro territorio ad ospitare rifiuti di quel genere".

"Sono negativamente sorpreso - sottolinea Rospi - di come il M5S, un tempo paladino dell’ambiente, oggi ipotizzi un deposito nucleare nella nostra regione, aggravando ancor più il suo fragile equilibrio ambientale".

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“Non vorremmo essere accusati di essere affetti dalla sindrome ‘nimby’ (not in my back yard, non nel mio cortile) ma siamo da poco riusciti, anche se per pochi altri mesi, a scongiurare il rischio di vedere i nostri mari “affollati” dai ricercatori di “oro nero” ed ecco che un’altra minaccia aleggia sulla nostra Puglia”. E’ questo l’allarme lanciato da Peppino Longo, consigliere regionale della lista “Con Emiliano” e presidente del movimento Realtà Pugliese.

“Nelle scorse ore - prosegue Longo - è stata pubblicata la Cnapi, la Carta dei siti potenzialmente idonei ad ospitare il Deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi ed il parco tecnologico. Tra i 67 siti individuati, ce ne sono almeno tre che riguardano la Murgia ed i territori tra le province di Bari e Matera e Bari e Taranto. Nella tabella, le nostre aree vengono inserite tra quelle in classe A2, giudicate buone ad ospitare il deposito. Si tratta di una a Gravina in contrada San Domenico, una sull’asse Altamura-Matera lungo la strada La Chianca e l’altra tra Altamura-Laterza”.

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“La nostra Murgia – conclude Peppino Longo – va difesa da questa nuova minaccia, un territorio così importante per la nostra regione, dall’enorme potenziale turistico-culturale non potrebbe e non dovrebbe ospitare un deposito di rifiuti nucleari. Ovviamente, nessuno mette in dubbio le rassicurazioni sulla non pericolosità del sito ma tutti quanti dobbiamo vigilare per fare in modo che la nostra regione non riceva questo nuovo schiaffo”. 

Paolicelli PD

In altra nota, il consigliere regionale del PD, Francesco Paolicelli. commenta: "Sulla pelle degli abitanti della Murgia e del suo territorio bruciano ancora le ferite della discarica di contrada le Lamie o dei residui delle esercitazioni militari. Anche per questo motivo la pubblicazione della lista delle possibili zone in cui l'Italia dovrà ubicare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, che vede indicati i comuni di Altamura e Gravina come potenziali siti destinatari, ci lascia non solo perplessi ma addirittura sgomenti".

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"La sola idea di un potenziale sito di quel tipo in un territorio che ha basato su un modello di sviluppo ecologico e sostenibile le prospettive di benessere e di crescita economica e sociale, appare alquanto paradossale. Da un lato si promuovono le produzioni tipiche con il riconoscimento di prodotti DOP e l'appeal turistico del parco dell'Alta Murgia dall'altro si persevera con logiche vecchie e irrispettose dell'ambiente e delle vocazioni dei territori e delle comunità. Manifesterò in tutte le sedi locali, regionali e nazionali il mio profondo e convinto dissenso a questa localizzazione che pregiudica irrimediabilmente il futuro di un territorio.  La Murgia ha già dato e purtroppo attende ancora soluzioni risarcitorie dal punto di vista ambientale".

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Difesa alta anche da parte di Francesco Tarantini, presidente del Parco dell’Alta Murgia, dopo la pubblicazione da parte della Sogin della CNAPI, della mappa delle aree potenzialmente idonee a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani, che coinvolge i territori di Gravina e Altamura tra le 67 individuate.

"Non siamo e non saremo favorevoli a smaltire rifiuti nucleari nell’Alta Murgia. Il nostro è un Parco nazionale compreso in una ZSC, una Zona Speciale di Conservazione della Rete Natura 2000 volta a tutelare gli habitat e le specie protette. Il suo patrimonio naturalistico, geologico, culturale ed enogastronomico è incompatibile con il deposito di materiale radioattivo e stiamo già convocando i Sindaci della Comunità del Parco per definire, in modo trasparente, partecipato e condiviso, le osservazioni da presentare al Governo entro i prossimi sessanta giorni".

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"Nell’agenda del nuovo anno, lo abbiamo sottolineato nei giorni scorsi, trovano posto la tutela della biodiversità, la fruibilità del territorio e la promozione del suo patrimonio geologico. In un Parco candidato a Geoparco UNESCO non c’è spazio per rifiuti potenzialmente dannosi".

"Nelle prossime ore - ha annunciato Tarantini - l’Ente Parco si riunirà con i sindaci della Comunità del Parco per avviare un percorso condiviso con il territorio, per formulare le osservazioni da inviare al Governo e ribadire il “no” al deposito di materiale nucleare nell'area protetta".

Coldiretti flag

Scende in campo anche Coldiretti Puglia, per una scelta che tuteli la vocazione dei territori in una regione come la Puglia in prima linea per l'agricoltura green: con 11 prodotti agroalimentari a Denominazione di Origine Protetta,  27 vini DOC, 4 DOCG e 6 IGP, altre 6 IGP ai prodotti ortofrutticoli, la leadership nel biologico con oltre 266mila ettari coltivati e 9380 operatori bio, oltre a 299 prodotti riconosciuti tradizionali dal Ministero delle Politiche Agricole e il primato della sicurezza alimentare mondiale. 

"Deve essere rispettato e tutelato il modello di agricoltura - afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - costruito attorno al territorio e alla certezza di sicurezza alimentare e ambientale da garantire ai cittadini-consumatori. Chiediamo una presa di coscienza e una forte partecipazione al tema, dopo le gravi vertenze ambientali che affliggono il territorio pugliese dall’ILVA di Taranto alla centrale Enel di Cerano, dalla invasione di foreste di pali eolici a Foggia alle ecomafie, “problemi” che condizionano non solo il reddito e lo sviluppo dell'agroalimentare e del turismo, ma pregiudicano la vita stessa dell’individuo".

MuMa Muraglia

Coldiretti sottolinea l’importanza di un processo trasparente per la necessaria messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, dove le necessarie garanzie di sicurezza – precisa Coldiretti - vanno accompagnate da una forte attenzione al consumo di suolo evitando nuovi insediamenti con il riutilizzo e la bonifica di aree industriali dismesse. L’allarme globale provocato dal Coronavirus - aggiunge Coldiretti - ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che vanno difese e valorizzate per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero e creare nuovi posti di lavoro.

Marti Lega1

Roberto Marti, Commissario regionale della Lega Puglia, sull'argomento ha dichiarato: “Il Governo Conte per debolezza e arroganza non fa altro che procedere con continue imposizioni che stanno facendo molto male a livello sociale e economico. In Puglia il ministro Patuanelli si occupi di dare risposte alla città di Taranto sulla questione ex Ilva, piuttosto che caricare di altri insostenibili pesi ambientali un territorio che può vivere di bellezza, di turismo ed eccellenze agricole. Ora basta! La Puglia non merita queste continue offese e la Lega si opporrà in ogni modo all’arrivo delle scorie nucleari sulla Murgia”. 

Fratelli d'Italia

Mentre da Fratelli d'Italia denunciano: “La lista dei Comuni è stata tenuta segreta fino alla notte scorsa, come una sorta di segreto di Stato, per mettere con le spalle al muro i territori e imporre siti nei quali potrà essere effettuato lo stoccaggio nazionale dei rifiuti radioattivi medio-bassi (soprattutto i rifiuti ospedalieri, ma non solo).  Oggi sappiamo che dei 67 siti italiani individuati dalla SOGIN (società dello Stato che si occupa dello smaltimento dei rifiuti radioattivi) vi sono tre pugliesi di ‘alto interesse’: Gravina di Puglia, Altamura e Laterza“.

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"Il presidente Michele Emiliano, la sua giunta e la sua maggioranza di centrosinistra non perdano tempo (soprattutto in comunicati stampa che, visto il ruolo ricoperto, trovano il tempo che trovano!) - aggiungono - ci sono 60 giorni di tempo per far cambiare idea al Governo. Peraltro, in poco tempo il premier Giuseppe Conte, tanto amico di Emiliano, prima ci ripropone le Trivelle e ora pure il deposito di scorie nucleari… ci sarebbe da dire: bell’amico!“Le osservazioni politico-amministrative per evitare lo scempio al nostro territorio ci sono tutte: Gravina e Altamura sono nel Parco dell’Alta Murgia, a vocazione turistica e agricola. Ancora di più Laterza inserita nel Parco Terra delle Gravine, con l’Oasi di protezione della fauna gestita dalla Lipu".

Galante M5S

“Per questo - concludono - Fratelli d’Italia ha presentato una mozione urgente per impegnare con il VOTO, speriamo di tutto il Consiglio regionale, il presidente Emiliano e tutti gli assessori ad attivarsi per impedire che quanto scritto sulla carta si trasformi in realtà sfregiando parti del territorio pugliese fra i più caratteristici”.

Ma il consigliere del M5S, Marco Galante, non ci sta e replica: “Capisco il secco no di Altamura, Gravina e Laterza dopo la pubblicazione della Carta Nazionale Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, che vede i 3 siti pugliesi tra i 67 potenzialmente idonei. Il territorio tarantino ha già pagato tanto in termini ambientali e punta ora su un modello di sviluppo diverso, incompatibile con il deposito unico di scorie radioattive, per questo non posso che sostenere la posizione del sindaco di Laterza Frigiola. Allo stesso tempo non accetto che questa questione così importante per i territori venga strumentalizzata per una sterile polemica politica da quel centrodestra che voleva le centrali nucleari in Italia. I cittadini meritano chiarezza: nessuna decisione è stata presa e ora inizia una lunga fase di dibattito e confronto”.

Rifiuti nucleari

“La Carta pubblicata stanotte era attesa da 30 anni - continua Galante -  ma nessun Governo si era assunto questa responsabilità e l’Italia per questo è in procedura d’infrazione europea. Voglio ribadire ancora una volta che niente è stato deciso. A partire da oggi ci sarà una consultazione pubblica per due mesi, per poi avviare nei successivi 4 mesi il seminario nazionale che vedrà un dibattito tra esperti di tutti i settori, enti locali, associazioni di categoria, sindacati e università in cui saranno esaminati i diversi aspetti della questione, e porterà alla formazione della Carta Nazionale Aree Idonee, che verrà nuovamente sottoposta ai Ministeri competenti. Non ci saranno decisioni calate dall’alto”.  

(gelormini@gmail.com)

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Pubblicato sul tema: L'Alleanza Smart Land dice NO al Deposito Nucleare in Puglia e Basilicata