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'Taranto Anno Zero', Decarbonizzazione
per coniugare Salute e Lavoro

"Taranto Anno Zero: Salute, Ambiente e Lavoro", l'iniziativa della Regione Puglia con il contributo del Comitato Europeo delle Regioni della Commissione Europea

A Taranto il  convegno internazionale "Taranto Anno Zero: Salute, Ambiente e Lavoro". L'iniziativa organizzata dalla Regione Puglia, con il contributo del Comitato Europeo delle Regioni della Commissione Europea, richiesta e ottenuta dal Presidente Michele Emiliano, nella sua veste di componente della Commissione Ambiente ed Energia del Comitato Europeo delle Regioni. 

Taranto Anno 0

La questione dell’economicità del carbone in siderurgia -  che secondo gli organizzatori è economico soltanto per chi lo utilizza solo perché non ne paga tutti i costi, scaricando quelli ambientali, sociali e sanitari sulla collettività – è stata al centro della discussione, aperta con il saluto dell’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Stea. Tra i coordinatori della mattinata, Prisco Piscitelli e Gianmarco Surico.

"Il sostegno europeo alla produzione di acciaio pulito" e la "produzione di acciai innovativi e di qualità" sono stati i temi centrali della conferenza, con gli interventi del Direttore del Programma Carbone e Acciaio della Commissione Europea, Domenico Rossetti, e del primo direttore della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA), Ezio Andreta, su cui venne fondata l'attuale Unione Europea.

Mentre Enrico Malfa di "Tenova" ha illustrato "come si produce acciaio senza carbone, ma utilizzando gas e idrogeno" negli impianti di Saltzgitter in Germania, per valutarne la replicabilità nel caso di Taranto.

Emiliano a Taranto 4

A Barbara Valenzano, Direttore del Dipartimento Regionale, il compito di spiegare i punti cruciali della proposta di "Road Map per la decarbonizzazione, con la tutela della salute, la sostenibilità ambientale e la salvaguardia dei posti di lavoro non solo a breve termine ma anche a medio e lungo termine".

La  proposta dalla Regione Puglia si candida infatti a diventare esperienza pilota in Europa nella Piattaforma delle cosiddette "Coal intensive Regions" - già presentata nelle sessioni WHO alla COP 22 di Marrakech e COP 23 di Bonn, nonché pubblicata sulla rivista "Lancet Planetary Health" l'11 Febbraio 2018 – e può essere così sintetizzata:

-           Trasformare gradualmente la acciaieria di Taranto in un moderno impianto ibrido con il progressivo abbandono degli altiforni a carbone e di tutte le aree a caldo, in un futuro prossimo che punti all'idrogeno, passando attraverso il gas e il DRI come fase di transizione

-           Sviluppare la ricerca europea nel settore dell'acciaio di qualità, che sta puntando sull'utilizzo di tecnologie DRI alimentate da idrogeno, di cui gli esempi più avanzati sono in Svezia (Progetto Reinvent a Lund) e in Germania (Progetto GrinHy2 a Salzgitter). Anche per Taranto è dunque prevedibile nel medio termine un approdo finale a tecnologie basate sull'idrogeno e su un approccio produttivo di tipo qualitativo (piccole quantità di elevato valore economico, acciai speciali e intelligenti, nanotecnologie), tale da minimizzarne gli impatti nell'ottica ‘zero emission'.

-                     Dismissione e bonifica delle vecchie aree di stabilimento, con il ripristino ambientale del sito industriale. 

Taranto Ann0 Ilva

“Lo diciamo da tre anni - ha detto il presidente Emiliano ricordando in apertura Alessandro Leogrande, di cui oggi ricorre l’anniversario della scomparsa e che ha scritto pagine importanti su Taranto - esistono tecnologie che consentono alla fabbrica di essere immensamente meno pericolosa per la salute delle persone. Stiamo dando spiegazioni tecniche, non solo valutazioni di tipo politico, ed è un convegno nel quale mi auguro ci sia la possibilità di ragionare mettendo in ordine di priorità e i valori. Il valore numero 1 è la salute. Numero 2 è il lavoro. Questi due valori possono essere coniugati con le nuove tecnologie e consentire la cosiddetta decarbonizzazione dell'Ilva".

Emiliano a Taranto 5

"Ma non ci hanno mai voluto sentire da questo orecchio - ha sottolineato Emiliano - perché il vero guadagno che si fa sull’acciaio si fa utilizzando il carbone, un combustibile che fa male e che viene dismesso ovunque, e che poi determina, con i parchi minerari, l’agglomerazione, le cokerie, tutte le emissioni inquinanti pericolose. Il carbone va eliminato, la copertura dei parchi minerari non sarà sufficiente. È possibile perfino un’evoluzione, i forni elettrici, che consentono la decarbonizzazione e che sono brevetti italiani, potrebbero essere sostituiti da forni a idrogeno riducendo ulteriormente le emissioni e senza dover più bruciare combustibili fossili avendo così un bilancio di CO2 più favorevole”.

“Siccome - ha aggiunto il Governatore - l’altro giorno ho fatto delle dichiarazioni sulle difficoltà nel parlare di Ilva, volevo precisare che non mi riferivo ai giornalisti pugliesi che si stanno battendo come i leoni e neppure ai giornalisti come categoria che in questo  momento sono in particolare pericolo perché qualcuno vorrebbe addomesticarli, ma anche perché le loro testate sono in difficoltà e questo limita la loro serenità. Su questo punto sono stato completamente frainteso. Resta il fatto che ci sono media – mi permetterete di dirlo con il massimo rispetto – che su questa questione dell’Ilva non parlano che c’è in corso un processo penale in corte d’Assise a Taranto".

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"Se a Milano, a Bologna o a Roma - ha precisato Emiliano - ci fosse in corso un processo del genere in corte d’Assise avremmo quotidianamente o settimanalmente dei resoconti. Del processo a livello nazionale non si parla mai. Del fatto che dovevamo parlare con il Governo del piano ambientale e non se ne parla più sta lasciando tutti di stucco. I giornalisti pugliesi in tutte le maniere si stanno battendo per i loro concittadini. Mi piacerebbe che la stessa cosa fosse sostenuta dall’intero sistema mediatico italiano. Perché questi giganti economici hanno capacità che io mi auguro non venga impiegata per influenzare i media”.

Emiliano a Taranto 3

“Io - ha quindi proseguito - sostengo un peso enorme sulla questione Taranto sulla quale tutti i politici che si sono confrontati hanno fatto delle figure terribili. Destra, sinistra, Pd, quelli di Sinistra e Libertà, del M5S e sono preoccupato di non riuscire a rappresentare i tarantini. Io sono qui solo per rappresentare loro, i cittadini, non gli acciaieri o i partiti politici. Vuol dire che sono nervoso? Non lo so: io ne ho viste di tutti i colori nella mia vita, chiuso in auto blindate per anni col rischio di saltare in aria. Adesso sono molto concentrato e attento, perché penso di essere quel sottilissimo filo che ancora lega la comunità tarantina e pugliese alla fiducia nelle istituzioni”. 

“Io sono il presidente della Regione Puglia - ha concluso Emiliano - e devo rispettare il programma della Regione Puglia. Ma mi sono reso conto che Renzi, Calenda, Di Maio sono tutti sulla stessa linea, un muro contro cui i tarantini si stanno scontrando. La Puglia, e io che sono il presidente, ha avuto dall’Unione Europea e da tutte le regioni l’incarico di scrivere il parere sul clima. Ovvero sulla legge europea sul clima. Invece in Italia la Puglia non viene neppure convocata. Ed è una cosa incredibile, sto tentando di rompere questa congiura del silenzio”.

(gelormini@affaritaliani.it)