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Taranto, Melucci al capolinea depositate le firme dal notaio
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Il rito è compiuto. L'amministrazione comunale di Taranto è arrivata sul ciglio del burrone. Manca solo la spinta finale e il Consiglio precipita verso lo scioglimento anticipato. I consiglieri del centrosinistra, che finora avevano sostenuto il sindaco Rinaldo Melucci - un asse formato da Pd, Psi, Con, Strada diversa, Europa verde e Movimento 5 Stelle - stamattina andranno dal notaio, per depositare le firme con cui si dimettono dalla carica. A seguire, le firme registrate e autenticate saranno consegnate alla segreteria generale di Palazzo di città per i passaggi conseguenti.

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A rompere gli indugi è stato il passaggio di due esponenti del movimento Con, tra cui il presidente del Consiglio comunale, Piero Bitetti, tra i convinti a firmare. Anche diversi esponenti del centrodestra si sono dichiarati disponibili a firmare dal notaio le dimissioni anticipate, per cui la saldatura tra i due schieramenti dovrebbe raggiungere la quota necessaria di 17 consiglieri, sui 32 che formano l'assemblea del Consiglio comunale, per determinare lo scioglimento anticipato.

"Chi ha sinora detto che questa amministrazione comunale ha fallito, non ha più alcun alibi, non ha più scusanti dietro le quali trincerarsi, deve venire dal notaio e apporre la sua firma", ha ribadito i promotori della sfiducia.

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Lo stesso centrosinistra, circa due anni fa, aveva portato Rinaldo Melucci a essere rieletto sindaco per un secondo mandato con il 60 per cento dei voti. Ma poi il sindaco aveva lasciato il Pd, per aderire a Italia Viva, salvo poi autosospendersi due settimane dopo. La scelta di andare dal notaio e accelerare i tempi di fine legislatura è stata dettata dalla possibilità di riuscire a entrare nel turno elettorale di giugno prossimo, evitando il commissariamento di Taranto, se non per un breve lasso di tempo.

Fra i motivi della sfiducia a Melucci richiamati dal centrosinistra ci sono "L'inadeguatezza mostrata nel governo della città, le mancate risposte sui problemi urgenti, le diverse scelte non condivise con la sua maggioranza ma da questa comunque accettate per spirito di responsabilità, il tradimento del patto elettorale con i cittadini".

 









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