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Taranto, Stefàno e
il Consiglio 'insolubile'
Nella prossima settimana il sindaco di Taranto presenterà la nuova giunta, quella che dovrebbe gestire questo anno e mezzo che separa la città dalle elezioni comunali. Poi nel bene o nel male il decennio amministrativo di Ippazio Stefano sarà necessariamente concluso.
Cosa è cambiato in queste settimane di verifica? Un Consiglio Comunale che finalmente ritrova i numeri per funzionare (dopo aver mancato, vergognosamente, il numero legale in più occasioni), l'approvazione di alcuni provvedimenti di una certa importanza (amiu - multisala etc), la dimostrazione che nessuno è intenzionato a spingere i conflitti politici sino allo scioglimento del Consiglio.
In molti temono l'eventuale ricorso alle urne. Lo temono i singoli consiglieri che sanno quanto sarà dura essere riconfermati, (indipendentemente dalla personale quota di consensi) in un quadro politico che potrebbe rivelare grandi sorprese.
Lo teme la maggioranza del PD che questo sindaco non ha mai amato, ma con il quale i risultati elettorali, l'hanno costretta ad un sospettoso accordo, cercando di guadagnare terreno e potere nel corso della consigliatura.
Lo temono le liste civiche il cui ruolo fu fondamentale otto anni fà proprio per vincere il ballottaggio con Florido, che era il candidato ufficiale del centro sinistra, ma che in questi anni hanno perso di ruolo e consensi.
Lo teme il centro destra che qui alle regionali ha ingoiato la vecchia AT6 di Giancarlo Cito, senza però riuscire a riconquistare un ruolo qualsiasi nella città.
In questo quadro incerto i consiglieri girano come anime in pena, e come gli ignavi di Dante - perseguitati da nuvole di insetti - saltellano da una postazione all'altra, da un gruppo politico ad un'altro. E' impressionante il conto dei cambi di casacca avvenuti negli ultimi tre anni.
Quelli di qualche consigliere i superano le dita di una mano. Opporrtunismo? certo, ma l'opportunismo non è non solo dei consiglieri, ma anche di quei partiti che sono disposti ad accogliere senza battere ciglio adesioni che si sanno con certezza essere condizionate dal momento e, pertanto, sono solo temporanee, provvisorie e limitate nei contenuti.
Cosa c'è da apettarsi dal nuovo esecutivo? Che possa durare un anno e mezzo. In fondo questa seconda consigliatura ha dimostrato che l'utilità sia tecnica che politica degli assessori è pari a zero.Gli assessori sono il frutto di una rappresentanza espressa o sottintesa di forze politiche o sociali o aggregati temporanei di consiglieri, non conta la loro capacità tecnica o politica perchè non hanno autonomia da chi li ha indicati, sono pertanto sostituibili in qualsiasi momento, come è stato dimostrato. Sono solo il timbro su un accordo che altri ha scritto.
Sono molto lontani i tempi in cui il sindaco Stefàno fu eletto come elemento di rottura con una classe dirigente e con forze politiche che avevano clamorosamente fallito, in questi otto anni pian piano si è affermato "l'eterno ritorno dell'uguale".
Intanto, i problemi della città crescono e si aggravano, non certo per colpa del Sindaco: sulla cui onestà e sulla grande volontà e disponibilità nessuno può discutere, ma nancando quel colpo d'ala che era proprio della coalizzione di otto anni fa e che in molti gli anno suggerito (invano) di ripristinare in occasione del precedente rimpasto - quello del 2014 - la sua esperienza decennale potrebbe rimanere alla storia, per dirla con Romano Prodi, come una "Missione incompiuta".
P.S. Oggi 15 ottobre, alla ripresa dei lavori del Consiglio Comunale è nuovamente mancato il numero legale.