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Taranto sulla luna
Le riflessioni sulla Città dei Due Mari, tra una stoccata di Cirano de Bergerac e una proiezione fantastica del Barone di Munchhausen.
Cirano de Bergerac aveva inventato un metodo fantastico per raggiungere la luna, una calamita ed una in sbarra di ferro bastava tenere in una mano la sbarra, con l’altra lanciare il magnete, questo dall’alto avrebbe attirato la sbarra e noi stessi, e poi ripetere l’operazione su, sino alla luna.
Il Barone di Munchhausen ultimo discendente del romano miles gloriosus , finito con il cavallo nelle sabbie mobili, seppe cavarsela con il seguente metodo: trattenne con forza, il cavallo stringendo le gambe, sollevò il braccio destro ed afferrò con forza il codino che raccoglieva la sua capigliatura e tirò, tirò, tirò traendo il cavallo e se stesso dall’impaccio.
Questo è quanto mi viene in mente quando sento prospettare soluzioni turistiche per Taranto e sento ripetere come un mantra quella frase di Pasolini che, 60 anni or sono, definiva Taranto “città perfetta”.
Taranto, se mai lo è stata, non rappresenta più quella perfezione. Una città in regresso demografico, tornata ad avere lo stesso numero di abitanti della città degli anni ’50, occupa il doppio della superficie di quegli anni, è ormai fatta di una immensa periferia degradata, che ormai si è estesa sin dentro a quello che un tempo era il centro città, nelle strade delle attività commerciali e dello struscio.
Scelte urbanistiche contraddittorie e spesso dettate da logiche contingenti e da piccoli interessi. Quartieri popolari costruiti per le tante emergenze abitative, con una logica che ha concentrato i bisogni, ed ha cercato di nasconderli, ma alla fine questi si sono estesi così tanto da toglierle l’aria.
Una città allargata dai limiti incerti, scanditi dalla fabbrica, da lunghi muri, da sterpaglie che si fan largo nell’asfalto. Una città nella quale è sempre più difficile garantire servizi, ed infatti in molte periferie sono arretrati anche quelli essenziali.
Non è una critica specifica, a questa o quella amministrazione, a questa o quella scelta. Certo che il degrado è progressivamente aumentato negli ultimi decenni. Certo, Taranto può apparire ancora bella, se ci allontaniamo di un passo, se guardiamo la città dal volo di un drone, allora salta agli occhi la particolarità di questo luogo, la sua bellezza possibile, che scompare se ci avviciniamo, se fotografiamo le mille fatiscenze.
La calamita di Cirano va in alto ma poi ricade, non regge il nostro peso. Ma tutto questo non mi spaventa, mi spaventa l’accorgermi di non sapere più bene con chi parlare di queste cose, di vedere in campo contro il degrado forze che si fanno sempre più esigue, mentre altre sognano ancora il codino del nostro barone. Sarà Munchhausen il prossimo uomo della provvidenza?