PugliaItalia

Tarshito: Sentiero del viandante innamorato Geografia dell'anima senza confini

Si conclude la mostra di Tarshito "Il sentiero del viandante innamorato" a Trani Palazzo d'Arti Beltrani, con la performance “Vita semplice e pensiero elevato".

Si conclude la mostra di Tarshito "Il sentiero del viandante innamorato" a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani (BT), con l’ultima performance “Vita semplice e pensiero elevato” nell’ambito degli appuntamenti per l’esposizione con lo stesso Tarshito, Firak Di Bello, Prabhu das e Radhika.

tarshito.mostra.trani.fattitalianitarshito.mostra.trani.fattitalianiGuarda la gallery

La mostra a cura di Enrica Simonetti, è stata promossa dai Poli biblio-museali di Puglia e dal Dipartimento Turismo, Economia della cultura e valorizzazione del territorio della Regione Puglia.

A conclusione degli appuntamenti l’artista Tarshito condurrà i visitatori alla scoperta di una nuova prospettiva del mondo, di una nuova cosmogonia, illustrando egli stesso l’esposizione e i suoi nomadismi spirituali e intellettuali alla ricerca di nuove geografie dell’arte e della vita”, come suggerisce il sottotitolo dell’allestimento. Oltre che visitare la mostra, si potrà assistere alla performance “Vita semplice e pensiero elevato” con l’introduzione dell’artista in conversazione con Firak Di Bello e Prabhu das.

Firak Di Bello è un artista visivo e gestuale con un forte interesse per il tessile. I suoi lavori sono stati presentati in gallerie e teatri d'Italia, Inghilterra e Giappone, e sono presenti in varie collezioni private e nella collezione permanente di Palazzo Pitti a Firenze.

 

La sua video-performance Sparks”, letteralmente scintille, contempla anche la presenza dell’architetto Nicola Strippoli, in arte Tarshito, e celebra la luce e la sua manifestazione. Una conversazione alchemica tra individui liberi, che amano per scelta. Spaziando dai Veda a Don Tonino Bello, Sparks accarezza l’animo dall'interno. Di Bello ha studiato all'Accademia di Belle Arti in Italia, alla Desmond Jones School of Mime and Physical Theatre di Londra, ‘Voce’ presso la Royal Society of Arts Londra e ‘Danza’ Butoh alla Kazuo Ohno Dance School in Giappone. Ha collaborato con molti artisti e designer come Tetsuro Fukuhara in "Space Dance" al Tokyo Designer Center in Giappone e con lo stesso Tarshito in vari progetti, inclusa una performance nel recente progetto di "Arte Totale" per la Biennale d'Arte di Cuzco in Perù.

Il programma continuerà con la performance di Mantra yoga con Prabhu das. Pietro Giarola (Prabhu das), partito giovanissimo alla volta dell’India, dove si è ricollegato al suo percorso d’altre vite, nel 1981 si è unito al Movimento Hare Krishna, e si è dedicato allo yoga della Bhakti per dieci anni, prima in Italia e poi in India. Dal 2004 al 2010 è stato fondatore e direttore editoriale della rivista “spirito libero” e dell’omonima casa editrice. Nel 2012 ha deciso di dedicarsi nuovamente alla Bhakti. Sarà a Trani per il Mantra Yoga, “strumento per pensare", che unisce con l'assoluto attraverso il suono e la recitazione di mantra. La parola Mantra deriva dal sanscrito Mana che significa mente e Traya liberare, la parola Yoga dal sanscrito Yuj significa unire. La vibrazione sonora dei mantra facilita il risveglio della coscienza spirituale e nutre la naturale gioia del cuore.

Lo stesso Prabhu das introdurrà poi alla Bhagavad-gita, l’opera classica più famosa della letteratura religiosa indiana, letta e studiata con molta attenzione dai più grandi pensatori del mondo, tra cui Thoreau, Emerson, Kant, Einstein, Gandhi e Huxley. Tutto si concluderà cantando il mantra Hare Krishna, con la partecipazione di Radhika. 

Per prenotare è disponibile la nuova app Palazzo Beltrani che si può scaricare gratuitamente dagli store Apple e Google, sia per tablet che per smartphone, oppure cliccando il seguente link: https://www.palazzodelleartibeltrani.it/app-audioguida/ oppure telefonando al numero 0883500044 o mandando una e-mail a info@palazzodelleartibeltrani.it. È possibile acquistare i biglietti direttamente presso il botteghino del Palazzo delle Arti Beltrani. Ingressi: 8,00 euro ticket intero; 5,00 euro ticket ridotto over 65, docenti, minori, studenti, associazioni convenzionate. È necessario indossare la mascherina chirurgica. Nel biglietto di ingresso è inclusa la visita alle collezioni della Pinacoteca Ivo Scaringi.

L’artista e la mostra L’architetto e artista Nicola Strippoli dal nome devozionale Tarshito, in sanscrito ‘sete di Dio’, attribuitogli dal suo maestro spirituale Osho, è un autorevole interprete e docente di design. Un centinaio delle sue originali creazioni sono accolte dagli Istituti Italiani di Cultura di Città del Messico e Rabat (Marocco), Seul (Corea del Sud) e Lima (Perù) e vengono ospitate dalle gallerie Arts of Earth e Art Konsult di Nuova Delhi e The Edge a Dacca, nel Bangladesh. L’emozionante errare della sua arte non è solo geografico.

L’intellettuale cosmopolita di origini pugliesi arabesca il suo concetto filosofico in una cosmogonia, che dall’universo fluisce verso la Terra. In questa lenta e maestosa purificazione di ricerca dell’alimento del proprio spirito da convertire in segno, Tarshito individua la primaria chiave di lettura del percorso figurativo, che abbatte steccati e confini culturali. Il maestro ed i preziosi collaboratori hanno elaborato un nuovo mondo aperto e libero, che non contempla le divisioni, i reticoli di filo spinato e le frontiere. Su questo concetto insiste la mostra, le cartografie del mondo si rimescolano, le città messicane confinano con quelle pugliesi, le strade siciliane finiscono per essere bengalesi, i golfi, le penisole, i continenti, assumono nuove forme e disposizioni in un mondo che non conosce divisioni, coabitando pacificamente.

L’uno abbraccia il tutto senza remore e pregiudizi, in questo crogiolo di anime e religioni, filosofie e antiche civiltà, che il pensiero ha voluto mirabilmente unire in un progetto ambizioso e maestoso. I suoi artigiani sono indiani e tibetani, così come pugliesi e sardi. Si riconoscono nella filosofia intrisa di straordinarie culture e civiltà del passato, che quasi dettano le linee ed i contorni dell’opera imponente e principale della mostra “Il Sentiero del Viandante Innamorato”, una tela grezza della lunghezza di dieci metri e ottanta centimetri, in un mistico e spirituale pellegrinaggio di molte tappe, questa volta vivace e variopinto, rappresentato con le tradizionali tecniche degli artisti residenti nei luoghi del mondo attraversati da Tarshito durante il suo ‘viandare’ artistico. Tutti sulla stessa terra per percorrere insieme un cammino di ricerca artistica e spirituale. Una mappa del Mondo re-inventata “ad arte”.

Tarshito è stato un viandante paziente e ostinato, che in questo lento cammino di conoscenza ed elevazione ha costruito la sua cifra. Nel tempo, il peregrinare di Tarshito si avventura in luoghi affascinanti e ricchi di contenuti storici ed etnici. Il Sentiero nasce idealmente nel luglio del 2017.

Messico, India, Nepal, Perù, Bangladesh, Marocco, Corea del Sud: queste le aree geografiche che si sono intrecciate disegnando la traiettoria di un cammino reale e simbolico allo stesso tempo in cui persone, culture e territori, riuniti nell'arte, hanno celebrato il loro incontro e hanno condiviso sulla stessa tela le proprie tradizioni, i miti più antichi e le leggende dei loro popoli. L’intuizione di Tarshito conosce il denominatore comune di un filo invisibile, che unisce idealmente le suggestioni di sette “mondi”, le sensibilità millenarie e le moderne, le culture asiatiche e le andine, l’Oriente e l’Occidente.

L’orizzonte delle nuove forme è il prodotto degli studi meticolosi e delle aperture all’altro, l’esame della storia dei popoli ed il retaggio di ancestrali dettati religiosi, dei quali le opere di Tarshito sono permeate. La sua arte, sintesi di abile artigianato e pregevole maestria tecnica, ora di scena a Palazzo Beltrani, racchiude questo messaggio. Da Trani, città multietnica e multiculturale, che accoglie quattro religioni, questa mostra intreccia esperienze e vite, terre e culture, civiltà e culti diversi. In questi angosciosi anni di solitudini e pandemie e con la terribile e minacciosa guerra dell’est europeo, “il Sentiero del Viandante Innamorato” è un lungo respiro di armonia ed orizzonte, che traccia la traiettoria esistenziale della nostra rotta.

(gelormini@gmail.com)