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‘Teatro Kismet - Heres: Nel Nome del Figlio Affollate Solitudini

di Silvia Viterbo

Gli applausi sono stati così forti, accompagnati da conferme vocali elettrizzate, che il teatro Kismet sembrava tremare. In scena: ‘Heres: Nel Nome del Figlio Affollate Solitudini’. con la coreografia di Ezio Schiavulli.

Premio Danza&Danza 2022, nella categoria Autori/ Interpetri, viene proposta da DAB 2023, ed è una creazione di danza così intensa da provocare dentro momenti di vera emozione. Il ballerino batte con i pugni sotto una pedana dove c’è il suono assordante dei due perfomers Dario De Filippo e Donato Manco, che con le percussioni forti delle batterie sembrano voler annullare quei pugni che battono forte in cerca di libertà.

È il rapporto fra il figlio e il padre, la durezza iniziale con una gestualità del corpo contratta, e poi lentamente la creazione della possibile intesa, fino a giungere ai tre interpetri che suonano insieme con le bacchette, e poi a tutti gli strumenti disassemblati e sospesi in aria perche non c’è più bisogno di rumore. ‘Combinando ricerca, creazione e insegnamento, il coreografo si impegna a creare legami tra la danza e la società.

Per questo nuovo progetto percorre le tracce dei miti greci, un assolo particolarmente percussivo e musicale nato dalla collaborazione scenica con due batteristi della scena musicale contemporanea e internazionale. Esplora i complessi di Edipo e di Telemaco, è un percorso di studio e di ricerca su un tema universale: quello del rapporto padre-figlio.’

Cosa resta ai figli della personalità e degli insegnamenti del padre? Si annulla tutto, o si creano nuove personalità che dilatano quella del padre, la mutano, ma con sempre quel vissuto paterno che crea un nuovo uomo. Il danzatore sale sulla pedana, si muove sugli argini di essa come sospeso, suona con i due musicisti.

È l’intesa che si crea pian piano, il ruolo dell’erede che si definisce lentamente, e che sarà diverso o nuova visione della vita tracciata sull’esperienza del padre. La possibilità di avvicinarsi diventa nella gestualità del danzatore sempre più reale, i movimenti si raddolciscono, la musica diventa un tutt’uno con il suo corpo che alla fine si erge nudo perché finalmente libero. Lavoro bellissimo, fremente, assordante, modulato e poi il silenzio.