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'Tiromancino' in Puglia, intervista a Federico Zampaglione

Laura Bienna

L'intervista a Federico Zampaglione - Tiromancino nel tour di presentazione in Puglia di "Fino a qui"

50 anni anche se sembra ancora un ragazzino, di cui più della metà trascorsi sul palco. 30, per la precisione, gli anni di carriera. E poi, il raggiungimento della maggiore età di uno degli album di maggior successo della band che ha fondato e di cui è frontman, ‘La descrizione di un attimo’, che usciva nel 2000 consacrando i Tiromancino come una delle band più interessanti sulla scena musicale italiana.

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Stiamo parlando di Federico Zampaglione che, per celebrare tutta questa serie di anniversari, non solo ha prodotto un lavoro, Fino a qui”, che ripercorre questo trentennio tramite le sue hit di maggior successo, ma ha scelto anche di presentarlo in Puglia, regione che, negli ultimi giorni, ha girato in lungo e in largo proprio per la promozione dell’ultima fatica.

Con questo album hai fatto un po' il punto della situazione, ma non lo hai fatto "da solo", anzi...

Esatto, mi sono fatto accompagnare da alcuni amici, prima che colleghi. Voglio citarli tutti perché altrimenti rischio di dimenticarmene qualcuno. Ci sono i pugliesi Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e Alessandra Amoroso, il ‘mezzo pugliese’ Biagio Antonacci e poi, Elisa, Mannarino, Alborosie, Fabri Fibra, Tommaso Paradiso dei TheGiornalisti, Calcutta, Tiziano Ferro, Luca Carboni.

Tiromancino Bienna

Un lavoro di squadra, insomma... come hai deciso l'assegnazione dei brani?

E’ stato molto semplice, in realtà. Sono stati quasi loro stessi a scegliere. Sapevo che ognuno di loro aveva un brano prediletto. Il lavoro più duro è stato quello della interpretazione ma, devo essere onesto, non solo per loro, anche per me: anche io sono una persona diversa, con una voce diversa rispetto a quella di tanti anni fa. I pezzi sono delle vere e proprie re-invenzioni.

Per ognuno dei duetti, hai qualche aneddoto... ce ne vuoi raccontare qualcuno?

Con ‘un tempo piccolo’ che canto con Antonacci, abbiamo ricordato il maestro Califano, uno degli autori della canzone originale. ‘Liberi’ che canto con Giuliano è un inno alla vita pensato per ‘Lele’(Spedicato, il chitarrista dei Negramaro colpito da emorragia cerebrale qualche settimana fa e tuttora ricoverato all'ospedale di Lecce *ndr). Per ‘Amore Impossibile’ ho scelto un trio, non un duetto: io e Mannarino siamo stati i due ‘bruti’ che si sono contesi la bella Elisa.

Tiziano Ferro, invece, ha dichiarato che ci sarà una versione in spagnolo di 'Per me è importante", che avete cantato insieme. E' vero?

L’ho appreso anche io come tutti dai social (ride)

C’è anche un altro duetto che è quello con LINDA Z., 9 anni, tua figlia. E' nata un'altra stella in famiglia?

Linda è molto portata. Ha una bella voce ed è intonata. Nell’album, canta il pezzo che ho scritto per lei quando è nata, ‘Immagini che lasciano il segno’, ed è un po’ come se me lo restituisse. Non so se intraprenderà questa carriera. Io non spingerò mai perché faccia questa o quella cosa. Voglio che sia assolutamente libera di fare le sue scelte.

Nell'album non ci sono solo reinterpretazioni, ma anche quattro inediti. Uno è quello che stiamo ascoltando in radio "Noi casomai", che ha rischiato addirittura di non uscire.

E’ vero. E’ una ballata lenta, romantica. Il disco è stato ultimato in agosto e quella non era affatto una canzone da ‘agosto’. Anzi… Però sono riuscito a convincere la casa discografica e alla fine il brano sta avendo un enorme successo, complice anche il fatto che il videoclip è stato girato come se fosse un cortometraggio ed è stato presentato alla Biennale di Venezia. Anche merito di Giglia Marra, l’attrice protagonista. 

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Nonché la tua "pugliesissima" fidanzata

Esatto. Di Mottola.

Come mai hai inserito anche inediti in un disco che nasceva con l'intento di ripercorrere la tua carriera?

Perché altrimenti avrei guardato solo al passato. Invece, questi brani nuovi aprono al futuro. Sono il ponte di collegamento con quanto fatto finora e i prossimi step.

Hai definito questo lavoro un "Disco nato per caso, per amore, per divertiento", ma hai detto che questo album non ti ha fatto dormire...

E’ vero, ma non in senso negativo. Non era una questione di pezzi da finire ma proprio di tanta energia e adrenalina che questo album mi ha fornito.

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E’ stato un piccolo miracolo, alla fine, aver messo insieme così tanti e diversissimi artisti

Togliamo anche il ‘piccolo’. Molti artisti sono sotto etichette concorrenti alla mia, quindi, agli aspetti organizzativi più banali a cui può pensarsi, si aggiungano anche le fattispecie legali che alcune collaborazioni hanno dovuto superare.

Porterai questo album nei teatri a partire dal 2019. Anche in quel caso non sarai solo sul palco

No, esatto. Abbiamo pensato a questa performance molto scenica in cui sarò accompagnato da un’orchestra di archi e fiati. Questo ha comportato anche delle questioni logistiche da superare perché, per il numero di elementi in scena, non possiamo esibirci in teatri di piccola dimensione.

Quindi possiamo dire che il titolo di questo nuovo album è stato anche la sua 'missione': averti portato "Fino a qui"?

Assolutamente sì.

(Le photo nel Teatro Traetta di Bitonto a cura di Roberto Amato)