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Turismo Ferroviario, FSE contro le prospettive dell'offerta pugliese
Il saboraggio delle FSE delle ambizioni pugliesi per un'offerta tipica e diversificata sul "turismo ferroviario" in Valle d'Itria.
Le contraddizioni di una Puglia turistica che prova a volare, caricando piombo nelle ali (annosa questione aeroporto del Gargano, dove si materializza una funzione di Protezione Civile anzichè la vocazione a scalo strutturato e agibile per i flussi con voli civili), o puntare sull'offerta esperienzale destagionalizzante, con una viabilità stradale delle aree interne alquanto precaria, registra un'altra battuta d'arresto col sabotaggio delle ambizioni da "turismo lento" lungo le vie ferroviarie della Valle d'Itria.
Così se la Svizzera fa del turismo ferroviario uno dei punti di forza delle sua offerta (a partire dal famoso Trenino del Bernina), in Puglia le Ferrovie del Sud Est indicono un bando per la demolizione di 60 rotabili ferroviari fuori uso. Carrozze risalenti agli anni ’50 e ’60, con le più antiche datate 1947, abbandonate da anni sui binari morti delle stazioni pugliesi. "Carrozze lasciate in balia delle intemperie e di writers di dubbio talento - denuncia Sergio Blasi, consigliere del PD e uno dei padri nobili della Notte della Taranta - che invece potrebbero rappresentare una ricchezza, se solo avessimo la lungimiranza di puntare con decisione su un loro riutilizzo in chiave turistica".
"Da anni Trenitalia sottolinea Blasi - attraverso un’apposita fondazione, investe moltissimo nel turismo ferroviario, un asset di qualità in fortissima espansione. Nella sostanza, si tratta di viaggi in treno su littorine d’epoca lungo linee ferroviarie che attraversano paesaggi e itinerari inconsueti. Con a bordo enogastronomia, musica, servizi".
"I numeri del turismo ferroviario italiano parlano chiaro: nel 2017 i treni storici di Fondazione FS hanno effettuato circa 770 viaggi (+47% rispetto al 2016, +269% rispetto al 2014) trasportando circa 68mila 500 viaggiatori (+14% rispetto al 2016, +185% rispetto al 2014). Incassi complessivi per oltre 2 milioni di euro (+51% rispetto al 2016, +230% rispetto al 2014). Tutto questo soprattutto grazie a un’apposita legge, la n.128 del 2017, attraverso cui sono state riconosciute 18 tratte italiane di interesse storico, da Nord a Sud. Tra queste, la Avellino - Rocchetta in Campania, Sulmona - Roccaraso - Carpinone in Abruzzo e Molise, e la Agrigento-Valle dei Templi".
"E la Puglia? - si chiede Blasi - Ha perso il treno. Per disinteresse o disattenzione o forse perché troppo impegnata a celebrare se stessa e i numeri di una crescita quantitativa basata su un turismo da discount, salvo poi scoprire - come è accaduto quest’anno soprattutto nel Salento - che non è proprio tutto oro quel che luccica".
"Ebbene - ribadisce Blasi - quello del turismo ferroviario potrebbe essere un piccolo ma significativo tassello di un’offerta complessiva di qualità, che abbiamo il dovere di strutturare per attrarre un turismo sempre più consapevole e rispettoso dei luoghi e delle comunità. Un turismo non predatorio e che sia vera fonte di ricchezza per il territorio e non solo per il conto in banca di qualche società. D’altra parte, per quanto riguarda il turismo ferroviario non ci mancherebbe niente o quasi: abbiamo le tratte dismesse e i treni che marciscono. Quel che proprio non abbiamo è la capacità di immaginare come tutto questo possa tradursi in possibilità di sviluppo".
"Per questo - precisa il consigliere Blasi - invito il governo regionale a prendere in considerazione le enormi possibilità che oggi offre il turismo su rotaia, a cominciare proprio dal bando di demolizione delle carrozze indetto da Fse. Per capire se di quelle 60 vetture che si vorrebbe dare al macero ve ne sia qualcuna di un qualche valore storico o potenzialmente utile a un progetto di rilancio in chiave turistica di servizi e infrastrutture ferroviarie".
"Faccio presente - conclude Blasi - che in Puglia ci sono almeno 4 tratte dismesse, che potrebbero essere recuperate da subito. Sono la Ferrovia Garganica, la tratta Gioia del Colle - Rocchetta Sant’Antonio (la tratta ferroviaria più vicina a Matera, che la sfiora a soli 15 km), il Circummarpiccolo di Taranto e il tronco ferroviario Gallipoli Porto. Senza contare il fatto che a Lecce esiste un museo ferroviario in cui sono ferme locomotive e littorine d’epoca che potrebbero essere messe in moto se solo qualcuno curasse la manutenzione. I mezzi ci sono, le risorse pure. Rimettiamoci sul binario giusto.
Profonda delusione emerge anche dalle dichiarazioni del consigliere regionale di Direzione Italia/Noi con l’Italia, Renato Perrini: "Il futuro delle carrozze storiche delle Ferrovie Sud-Est è la demolizione! Assurdo, così si ammazza il sogno del viaggio turistico".
"Nei giorni scorsi - prosegue Perrini - mi ero attivato con l’assessore regionale al Turismo Loredana Capone, perché si potesse prevedere un percorso ‘slow travel’ da Castellana Grotte a Taranto, passando per la meravigliosa Valle d’Itria, con le carrozze d’epoca. Si tratta di vetture che si trovano a Martina Franca e della cui manutenzione si stanno occupando delle persone straordinare e volontari della AISAF onlus ( Associazione Ionico-Salentina Amici delle Ferrovie), che erano costretti a rallentare la ristrutturazione a causa della non disponibilità di strutture coperte e quindi soggetti alle alle situazioni meteorologiche".
"Li ho conosciuti - aggiunge Perrini - e sono stati loro a darmi l’idea di un turismo ferroviario su vetture d’epoca da indirizzare a quel target di viaggiatore straniero, che non che non si limita a viaggiare solo durante la bella stagione, ma che sa godere della natura anche durante le stagioni più rigide, con fruibilità sia di domenica che nei giorni festivi. Insomma, mirare alla destagionalizzazione di tutta la tratta dell’area Taranto – Bari (Locorotondo, Alberobello, Noci, Conversano, Rutigliano, Noicattaro, Capurso, Ceglie Messapica, Cisternino, Taranto, Statte, Crispiano), in modo che gli stessi pugliesi possano viaggiare e godere dei propri panorami".
"Ora tutto questo progetto sfuma perché, per caso, ho scoperto che venerdì scorso 14 settembre le FSE hanno deciso di demolire (attraverso bando pubblicato sul proprio sito) i vecchi “rotabili”, tra questi ci sono anche quelle carrozze che sarebbero dovute servire per realizzare il treno d’epoca. A conferma che queste sono Ferrovie che dalla Puglia hanno preso tutto quello che potevano e non intendono rendere nulla, men che meno contribuire a rendere ciò che potrebbe costituire un volano turistico per un territorio dove loro sono presenti fornendo un servizio non sempre efficiente".
"Cercherò, per quello che è nelle mie possibilità - conclude Perrini - di evitare tutto questo chiedendo che la Regione Puglia si faccia portavoce con le FSE perché venga revocato il bando o parte di esso".
(gelormini@affaritaliani.it)