PugliaItalia

Turismo,
l'industria pulita

Antonio V. Gelormini

Questa volta la Puglia non è in controtendenza. Questa volta la Puglia è nella scia. Il vento in poppa spira per tutta la destinazione Italia e, contrariamente agli scorsi anni, il "tutto esaurito" a Ferragosto è un leitmotiv che risuona lungo tutto lo stivale e non soltanto nel Tacco d'Italia.

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Certo, qui più che altrove, è finalmente in atto un processo di consolidamento dei flussi che, se adeguatamente e proficuamente gestito, potrebbe innescare il vero volano virtuoso per ogni operatore turistico e per qualsiasi meta di vacanze estive, destagionalizzate, balneari, culturali, eno-gastronomiche o di benessere in senso lato: quello della “fidelizzazione”.

In altre parole, il ritorno in Puglia comincia a produrre effetti di sistema e di modello operativo. Tanto da rendere i tempi maturi affinché la cosa possa essere opportunamente enfatizzata e resa ulteriormente produttiva, facendone un vero e proprio slogan promozionale: "In Puglia è bello tornarci!"

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La semina e il lavoro impostato negli anni precedenti si dimostrano efficaci. Il brand Puglia tiene. La regione e i suoi territori restano in cima ai desiderata di ogni turista o viaggiatore. La percezione attrattiva rimane altissima e indubbiamente cinema, fiction, eventi mondani, eno-turismo, qualità della gastronomia, varietà dei prodotti autoctoni e protagonismo dei suoi rappresentanti più apprezzati - dalla musica al palcoscenico, dalla letteratura alla ricerca scientifica, dalla cucina alla politica - è tutto un susseguirsi di riscontri positivi e di apprezzamenti trasversali.

Le spiagge sono state occupate in ogni ordine d’ombrellone, grazie anche a una congiuntura favorevole - per le situazioni critiche di alcune destinazioni mediterranee di punta, come Tunisia, Turchia, Egitto e per certi versi la stessa Grecia - così come la brezza piacevole del ‘tutto esaurito’ ha accarezzato le crociere, le Masserie, le Sagre e gli eventi eno-gastronomici.

Lo sono stati decisamente meno i siti archeologici, molti Musei minori, gli stabilimenti termali e diverse lodevoli iniziative diffuse sull’intero territorio regionale. A testimonianza che i margini di crescita e le praterie nelle quali profondere sforzi creativi e impegno organizzativo sono ancora tanti e alquanto sconfinati e multisettoriali.

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L'eredità ricevuta dai nuovi Amministratori regionali è al contempo stimolante, impegnativa e per certi versi "deludente", perché i margini di miglioramento saranno decisamente meno scontati. La sfida che propongono, però, si snoda lungo la frontiera larga e lungimirante della tenuta nel tempo dei risultati acquisiti: una trama solida e ricca di varianti, per fare del Turismo il vero motore dell'unica "industria pulita" per l'intero Paese, quella culturale, omnicomprensiva di qualsiasi applicazione o declinazione di settore.

Michele Emiliano e Gianni Liviano sanno bene che gli allori sono traditori, e che usarli come giaciglio rischia di provocare un effetto sedativo dalle prospettive illusorie, se non proprio "illusioniste". Il margine attrattivo della meta Puglia si dimostra ancora forte e capace di far fronte alle bordate No-Triv, Tap, rifiuti, mafia, Ilva, Xylella e via cantando.

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Le percentuali in crescita, proprio perché ad ampio spettro, vanno utilizzate per affermare il primato e farne una risultante più determinante e soprattutto più duratura. Qualificare l'offerta e supportarla con servizi e infrastrutture sarà imperativo prioritario. È il momento di fare il salto. Si è costruito a mani nude, ora si consolidi con strumenti e tecniche moderne e all'avanguardia. Coraggio e determinazione non mancano. Diventi chiaro l’approdo finale e il Sud farà di tutto per arrivare a gettarvi l’ancora!

(gelormini@affaritaliani.it)