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Turismo termale e del benessere
La chiave nelle anticipazioni Svimez

Antonio V. Gelormini

I francesi, la cui tradizione nel mondo del bien-etre è decisamente “avanti”, l’hanno intuito già da qualche tempo e la probabile scalata alle Saline più grandi d’Europa, quelle di Margherita di Savoia, è solo il primo di una serie di passi strategici, per consolidare e allargare un impero plurale, che da Messeguè ai centri di remise-en-forme, conta un dominio incontrastato nel settore.

Saline MargheritadiS
 

Tra le criticità indicate nelle anticipazioni del Rapporto Svimez 2015, quella del tasso più basso di natalità del Mezzogiorno, e della Puglia in particolare, apre il sipario su uno scenario sociale con età media in crescita, del quale da anni si continua a parlare e discettare, ma col quale l’intero sistema sembra avere più di una resistenza ad adeguarsi, per “fare di necessità virtù”.

Il quadro di una società più “anziana”, non per questo meno vitale o meno vivace, rimarrà tale per i prossimi 30-40 anni, dato che qualsiasi eventuale inversione di tendenza dell’indice di natalità, produrrebbe effetti solo dopo tale periodo (a meno che non si provveda a programmi d’accoglienza e inserimento di risorse umane “immigranti”, che in tal caso costituirebbero delle vere e proprie iniezioni di “staminali”), per cui quello del cosiddetto Turismo termale e del benessere è destinato a diventare il vero “asset” di lungo periodo: ricco di opportunità e funzionale a soluzioni innovative sinergiche tra i diversi tipi di turismi.

Marina Lalli Bertolino, AD delle Terme di Margherita di Savoia e dirigente di Confindustria Bari-BAT, dal suo doppio osservatorio del Grand Hotel Terme e di Palazzo S.Giorgio (Trani), conferma tenuta e potenzialità di questo segmento turistico-economico-sociale, che per composizione, numeri, età media e disponibilità economiche, oggi si rivela il più corposo tra i più interessanti del settore, per determinare l’inversione di tendenza auspicata.

“Rigenerare il turismo, attraverso cure termali” è la sintesi di un progetto di ampio respiro che ha portato Margherita di Savoia a presentarsi all’Expo di Milano 2015 come “Città della buona acqua”. E che individua nel sistema termale - di volta in volta complementare a programmazioni turistiche classiche o innovative che siano - la chiave per dare linfa al potere attrattivo dell’intera destinazione Puglia, ora sulla cresta dell’onda: per allungare i periodi di permanenza media dei turisti, e per elasticizzare le stagionalità, innescando processi virtuosi funzionali al progetto stesso e ad un’economia indotta diffusa.

Da Margherita di Savoia nell’Alta Puglia a Torre Canne nel brindisino, fino a Santa Cesarea Terme nel Salento, il ventaglio delle acque e del termalismo pugliese risulta largo e ben distribuito lungo il territorio regionale. Acque madri salso-bromo-iodiche provenienti dalle vasche delle Saline, acque minerali e persino acque sulfuree danno corpo e varietà di offerta a un segmento turistico tra i più “fidelizzanti”.

Santa Cesarea terme
 

L’opportunità, come abbiamo visto, è entrata nelle mire degli operatori internazionali. Lavorare sul concetto di benessere, nel Paese della “bellezza”, è come scoprire l’acqua calda. Ma il comparto risulta, paradossalmente, sfilacciato e alquanto amorfo. Auspicabile uno scatto di reni e di sensibilità imprenditoriale nazionale, così come l’insieme dei possibili “pacchetti della salute” potrebbero trovare la sponda-sostegno del Sistema Sanitario in un’ottica di nuova, lungimirante e virtuosa attività di prevenzione.

Una frontiera ancora  tutta da percorrere!

(gelormini@affaritaliani.it)