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UCSI Puglia - La relazione di Enzo Quarto, Presidente uscente
Assemblea Regionale UCSI Puglia
Santuario di Jaddico – Domenica 24 gennaio 2016
Relazione del Presidente Uscente Enzo Quarto
Care amiche e amici,
di acqua sotto i ponti ne è passata tanta da quel gennaio del 2009 in quel di Bitritto, in cui don Vito Marotta mi aveva proposto all’assemblea dei soci perché mi eleggesse presidente regionale dell’ucsi Puglia.
Non capivo in cosa consistesse quella carica. Ne comprendevo l’onore, ma non capivo l’onere, cioè cosa avrei dovuto fare.
Troppo presto ho dovuto fare a meno della sua guida: Don Vito ci ha lasciato il 2 aprile successivo. Ho trascorso affianco a lui anni di collaborazione e di profonda amicizia indimenticabili. Dalla preparazione del Congresso Nazionale Eucaristico di Bari, nel maggio del 2005, abbiamo continuato a frequentarci spesso e almeno a parlarci ogni giorno.
E’ stato lui a trascinarmi nella bellissima esperienza della Scuola Diocesana di Comunicazioni Sociali, a stimolarmi nella prima opera lirica dedicata alla Beata Elia da cui sono seguiti altri impegni artistici, e ainsegnarmi che ogni attività culturale racchiude in se il seme della evangelizzazione.
A don Vito Marotta ho dedicato il libro, che oggi vi presento, “La Comunicazione è relazione”, che racchiude gli articoli e gli interventi scritti che nel corso dei sette anni dei miei due mandati alla guida dell’UCSI Puglia, mi sono trovato a scrivere e a realizzare, anche da Incaricato delle Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Pugliese. Anche questo incarico, una sua eredità.
Nel predisporre la pubblicazione mi sono accorto del cammino compiuto. Un cammino di fede, che mi ha portato a conoscere e scoprire e dialogare con tante persone, tanti colleghi, tanti amici, insieme ai quali, ci siamo trovati a condividere la forza dirompente della Parola del Vangelo nella quotidianità della nostra professione di comunicatori.
E’ proprio così. Oggi, a conclusione del mio doppio mandato, sento di dirlo con tutta la semplicità e la convinzione che la circostanza consente.
Non mi sono mai preoccupato nel corso di questi anni dell’adesione numerica all’associazione, che partiva da una base molto bassa e da una situazione di crisi organizzativa. Ho da subito pensato di dover comunicarecon tutti i colleghi, di mostrare loro la testimonianza di un cristianesimo possibile anche nella nostra “laicissima” professione di giornalisti. Non doverci nascondere nel dichiararci cristiani.
Le mie email hanno cominciato a invadere, spero bonariamente e non più di tanto, la vita quotidiana di tutti i giornalisti professionisti delle redazioni presenti nella nostra regione. Piano piano, mi sembra siano riuscite a farsi accettare. Non ho mai ricevuto, infatti, proteste per quelle comunicazioni non richieste.
Se tutti i colleghi che si sono tesserati almeno una volta in questi anni, o ci hanno frequentato ripetute volte nelle nostre iniziative, confermassero ogni anno la loro adesione, avremmo oggi molto più di 60 iscritti, che ci avrebbero dato un delegato in più al congresso nazionale. Ma ho sempre preferito lasciare la massima libertà all’iscrizione, pensando che essa debba essere libera, partecipata e convinta. Né mi sono mai scoraggiato quando le iscrizioni si sono fermate solo a 20, tra un anno e l’altro. L’adesione formale è importante, ma non fino al punto da condizionare la vita sociale pubblica dell’associazione che deve continuare a rivolgersi a tutti i colleghi e i comunicatori.
Così come non mi sono mai arenato difronte alle tante diversità del mondo cattolico. Esse sono una ricchezza anche quando restano distanti e foriere di pettegolezzo e superbia. Personalmente la superbia è un sentimento da cui ho cercato di difendermi sempre per non cadere nella inutilità e nella mancanza di rispetto verso gli altri. L’UCSI deve mantenere le porte aperte sempre verso chiunque. Come dice spesso papa Francesco non dobbiamo preoccuparci dei proselitismi, ma di essere testimonianza.
L’UCSI può e deve essere un faro etico nell’esercizio della professione, che come tale si rivolge a tutti, offrendo un porto sicuro per la ricerca e l’incontro con quei valori di spiritualità che la vita a volte ci sollecita.
Abbiamo negli anni confermato i tradizionali appuntamenti nella ricorrenza di San Francesco di Sales, aggiungendo o preferendo alla celebrazione eucaristica, incontri di confronto tra colleghi magari sul messaggio che il papa consegnava al mondo per la successiva Giornata delle Comunicazioni Sociali di maggio.
Anche oggi il messaggio di Papa Francesco ci accompagna in questa nostra assemblea, invitandoci a rendere fecondo l’incontro tra Comunicazione e Misericordia. “Ciò che diciamo e come lo diciamo- dice il papa – ogni parola e ogni gesto dovrebbe poter esprimere la compassione, la tenerezza e il perdono di Dio per tutti.”
E ancora: “La comunicazione ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società… Comunicare significa condividere, e la condivisione richiede l’ascolto, l’accoglienza. Ascoltare è molto più che udire – dice ancora il papa – L’udire riguarda l’ambito dell’informazione; ascoltare, invece, rimanda a quello della comunicazione e richiede la vicinanza… Anche email, sms, reti sociali, chat possono essere forme di comunicazione pienamente umane. Non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno, ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione”.
Abbiamo consolidato in questi anni gli incontri tra i colleghi e l’Arcivescovo Francesco Cacucci, anche nelle redazioni, soprattutto in occasione della Pasqua, per uno scambio di auguri e di riflessione sugli spunti che la cronaca sollecitava. Così come tradizione sono diventati gli incontri di riflessione spirituale prima del Natale, nati da una idea di Francesco Tempesta e coronati con le riflessioni bibliche di don Angelo Garofalo, che ci hanno aiutato moltissimo a cercare meglio sulla via intrapresa, perché le nostre iniziative fossero intrise delle indicazioni e delle suggestioni della Verità della Parola di Dio. Ci siamo tutti arricchiti in questi incontri, che spero in futuro trovino sempre più adesioni, organizzativamente difficili in chi si lascia trascinare dal bailamme della nostra professione, ma umanamente indispensabili per riscoprire spiritualmente quello spazio di ascolto della verità, che quotidianamente rischiamo di non vivere.
Ringrazio di cuore don Angelo per la sua disponibilità, per la sua \profondità di conoscenza e di pensiero, per la sua dedizione, per la sua vicinanza, confermata anche quando rischiavamo di essere troppo pochi nella partecipazione. Questa degli incontri di riflessione spirituale è però una esigenza che tutti hanno avuto modo di manifestarmi. È una strada giusta, che ci induce a cercare nel nostro tempo nevrotico, lo spazio necessario per percorrerla insieme.
L’incontro con don Angelo nasce per altro con il Pellegrinaggio UCSI in Terra Santa. Un momento di grazia e di svolta. Molti sono ancora oggi i colleghi che continuano a chiedermi quando riorganizzeremo un nuovo pellegrinaggio, tanto “rumore” ha provocato quella nostra esperienza, su cui avremmo dovuto forse fare di più. Fatto sta che si è consolidato un gruppo e siamo riusciti a trasmettere quell’entusiasmo riconquistatonell’esercizio della professione alla fede a molti nuovi colleghi.
Stessa considerazione va fatta per i Pellegrinaggi in Polonia e in Turchia e l’ultimo sulla tomba di don Tonino Bello ad Alessano, in cui ci siamo incontrati con tanti nuovi amici salentini. La ricchezza spirituale di queste esperienze è indiscutibile. Senza dimenticare quanto le parole di Giovanni Paolo II, Paolo di Tarso e don Tonino, abbiano avuto un peso nella elaborazione del nostro pensiero e del nostro agire come UCSI.
Tutto ciò che abbiamo fatto e stiamo caparbiamente portando avanti è in buona parte frutto dell’ispirazione maturata nei pellegrinaggi e dal nostro continuo confronto, arricchito nel caso del Laboratorio della Buona Notizia anche dalla lettera pastorale di Carlo Maria Martini “Il lembo del mantello”, suggeritaci da don Tommaso Mastrandrea.
A don Tommaso voglio esprimere la gratitudine per l’ospitalità che la Comunità dei Paolini di Bari ha offerto all’UCSI come sede, insieme ad una collaborazione propositiva che sono sicuro potrà essere un perno essenziale nell’azione futura dell’ucsi in puglia, fino a raggiungere il nostro sogno di un Festival della Comunicazione Sociale, dedicato a don Vito Marotta.
Il Laboratorio della Buona Notizia, da una idea di Maria Luisa Sgobba, è stata la nostra prima perla che ha creato attenzione e condivisione ai temi di una comunicazione rivolta alla persona sempre, in molti nuovi interlocutori anche fuori dell’ucsi e del giornalismo. Il Laboratorio della Buona Notizia è stata ed è la prova più tangibile che i temi della comunicazione e dell’informazione sono oggi essenziali per tutta la società, non certo solo per gli addetti ai lavori.
Una grande novità del dibattito che ci ha portato e ci porta fuori dall’autoreferenzialità del giornalismo degli ultimi decenni, bensì all’incontro con le famiglie, la scuola, gli insegnanti, i giovani, gli educatori ed altre figure professionali e sociali, che sono il corpo dei fruitori della comunicazione e che hanno il diritto e il dovere di partecipare a pieno titolo ai processi di cambiamento in positivo dell’intero sistema mass e cross-mediale.
Il Laboratorio sperimentale della Buona Notizia nel carcere di Bari è stato poi la ciliegina sulla torta, per dimostrare che gli ultimi, gli esclusi dalla società, possono essere come gli altri, e a volte più degli altri, portatori di umanità infinita.
Il Forum Bambini e Mass Media è l’intuizione che ci ha portato e ci porta a mettere gambe al progetto di una comunicazione che coinvolga tutti nelle scelte condivise di cambiamento. Il luogo che ci consente di parlare ai giornalisti e a tutti gli operatori della informazione e in senso lato della comunicazione, attraverso la voce, la riflessione, la critica di cui tanto si sente il bisogno per riscoprire una comunicazione capace di andare in profondità e non rimanere in una generica ed inutile superficialità altisonante.
Gli atti della prima Assemblea Nazionale del Forum sono di prossima uscita, e saranno la ripartenza per un nuovo cammino, rilanciato dalla decisione del Corecom Puglia di organizzare con noi la seconda Assemblea Nazionale nel prossimo mese di ottobre 2016, sempre a Bari.
Ringrazio Felice Blasi, il Presidente del Corecom Puglia, per la sensibilità umana e professionale dimostrata al tema, e per la caparbietà con cui vuole far crescere il Forum insieme a noi, ora che è stato anche eletto coordinatore dei presidenti dei Corecom di tutta Italia.
A maggior ragione la scelta di campo dell’ucsi nazionale nel fare del Forum Bambini e Mass Media una propria costola, deve essere raggiunta al Congresso di Matera con tutta la nostra capacità di coinvolgimento e di relazione con i delegati delle altre regioni.
La Lettera di Bari, che ha dato vita al Forum, è il frutto di un lavoro di sintesi di mesi che ha coinvolto giornalisti, docenti universitari, scrittori, giuristi, psichiatri, psicologi, educatori e insegnati. E’ un documento poetico ed etico, che sa parlare al cuore delle persone, nel pieno rispetto dei ruoli professionali e sociali di ognuno. Una lettera che parla ai bambini per parlare agli adulti, in un linguaggio unico che ne fa la particolarità.
Alcuni hanno criticato questo mettere insieme bambini ed esperti. La scommessa del Forum è questa. Rivoluzionare la cultura della comunicazione, che oggi più che semplice appare banale e priva del rispetto dovuto alle persone, innanzitutto i bambini che devono ancora sviluppare gli anticorpi, la capacità critica e la comprensione della differenza tra vero e falso.
Sul rapporto bambini e mass media molte novità bollono in pentola negli ultimi mesi a livello nazionale. C’è una ripresa di attenzione. Riemerge in tanti la consapevolezza condivisa di aver fatto troppo male alle nuove generazioni attraverso una comunicazione violenta ed invasiva.
Mi piace pensare che il nostro Forum di Bari sia stato e sia di stimolo in questo cambiamento. E voglio ringraziare anche per l’apporto determinante Rosy Paparella, Garante dei minori in Puglia.
Un contributo importante all’elaborazione del nostro programma è venuto anche dai dibattiti, dagli incontri che negli anni abbiamo realizzato. Penso al primo dibattito sui suicidi promosso insieme ai giuristi e agli psichiatri e psicologi cattolici nella sede dell’ordine.
Penso alla vivacità delle relazioni che abbiamo sollecitato ed ascoltato dal nostro caro Padre Francesco Occhetta, consulente ecclesiale nazionale dell’ucsi. Con lui cominciammo a riflettere sul valore della notizia, sulla forza educativa della notizia. Con lui insieme a Beppe Giulietti, eletto successivamente a Presidente Nazionale della federazione della Stampa, abbiamo approfondito la riflessione sull’etica del giornalismo oggi, sull’urgenza di un confronto sulle finalità del giornalismo in Italia come in Europa.
Anche questo è parte del nostro cammino, che abbiamo anche saputo proporre come aggiornamento della formazione professionale, riconosciuta dall’ordine, a centinaia di colleghi che ci hanno seguito, e non solo a Bari, ma in più centri della nostra regione.
Questo percorso dell’aggiornamento professionale dobbiamo continuare a coltivarlo perché foriero di confronto. Ci fa tenere i piedi per terra e non rischiare di parlare solo ad una parte ristretta della categoria, magari motivata dalla fede cristiana. Proprio il percorso dell’aggiornamento professionale invece ci butta in campo, nella mischia, ci invita ad essere testimoni più che docenti, portatori di dubbi più che certezze, uomini e donne che invitano con la riflessione a sconvolgere la quotidianità banale del pensare comune.
Il problema delle risorse finanziarie è indubbiamente un problema, ma non il problema. Non ci siamo mai fermati in questi anni difronte all’assenza del denaro. Abbiamo cercato le soluzioni e per quanto bastava, le abbiamo trovate. Un grazie va agli amici di UBI Banca Carime, che ci hanno sostenuto nell’avvio del Laboratorio della Buona Notizia. Per alcuni dibattiti ci siamo inseriti nel programma di Notti Sacre, la rassegna culturale della Diocesi di Bari-Bitonto. Abbiamo cioè lavorato in sinergia e in economia.
La scelta di promuove la costituzione del Circolo delle Comunicazioni Sociali “Vito Maurogiovanni” rafforza questo percorso. Il Circolo, che è una associazione di promozione sociale, è un braccio operativo per la realizzazione dei progetti partoriti, promossi e patrocinati dall’ucsi, nel rapportarsi con istituzioni locali e altri soggetti pubblici e privati, possibili partner finanziari.
Con il Circolo abbiamo anche delineato il percorso di coinvolgimento sulle tematiche della comunicazione di quelle persone che non siano giornalisti, ma che decidono di affiancarci nelle nostre riflessioni etiche.
Con il Circolo abbiamo dato corpo e gambe autonome al Premio Maurogiovanni, giunto alla terza edizione grazie alla stretta collaborazione con la Presidenza del Consiglio Regionale e il Comune di Bari. Così ricordiamo una figura a noi cara, come baresi, pugliesi, operatori culturali e giornalisti cattolici. Perché Vito Maurogiovanni è stato, giornalista, firma della Gazzetta del Mezzogiorno e corrispondente da Bari dell’Osservatore Romano.
Forse questa relazione è stata un po’ lunga, ma l’ho ritenuta necessaria nel momento in cui concludo il mio doppio mandato di Presidente. Lo statuto ci impone giustamente di cambiare. Spero che lo faremo nel nome della continuità del programma fin qui portato avanti collettivamente.
Questo è il mio ultimo saluto da Presidente, e voglio dirvi grazie di cuore per essermi stato al fianco in tutti questi anni. Un grazie allargato anche a coloro che oggi per vari motivi non sono presenti. Un grazie per la pazienza che non vi è mai mancata alle mie innumerevoli, forse troppe,sollecitazioni.
Brindisi, Santuario di Jaddico, 24 gennaio 2016