PugliaItalia

Ugo Sbisà, l'Ascoltatore
'Puglia, le età del jazz'

Piero Fabris

"Puglia le età del jazz" di Ugo Sbisà, il distillato per decantare atmosfere antiche e nuove di una terra dai profumi ricercati

E' il caso di dire “finalmente” o bisogna ringraziare Mike Zonno, perché Ugo Sbisà, abbandonata la sua mitica pigrizia, si decidesse a mettere mano a quest'opera dal titolo: “Puglia, le età del jazz” (Adda Editore, pagg. 204 € 15,00).

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E' la storia di Atmosfere, di circoli di appassionati, di gruppi di ricerca e sperimentazione, di talenti che hanno scritto spartiti originali, di musicisti che hanno offerto cocktail dai sapori mediterranei.  E' la storia di uomini che si sono fatti apprezzare oltre i confini dello stivale e saputo andare oltre i confini di certe chiusure mentali.

 

Il lavoro di Ugo Sbisà porge miscele nelle quali sono condensati e riconoscibili i soffi che accarezzano le collina delle sette querce e degli ulivi, approdo aspro, accogliente, contraddittorio, dove planano tra gli scogli, i ciottoli e la sabbia, le onde di mare indomabile.

 

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Queste pagine ci inoltrano in un teatro di esistenze che ha fatti, aneddoti di quintetti, trii e band, orchestre dalle esperienze uniche, a volte singolari, le quali hanno saputo accarezzare con le proprie note “la luna e i falò” per trasformarle in palcoscenici virtuosi dove poter ascoltare maestri di fama internazionale, grazie a festival di degno rispetto che spesso hanno trovato orecchie sorde proprio dove ci si aspettava comprensione di certi progetti e competenza, come certi assessorati alla cultura più attenti ai nomi che fanno richiamo, che al valore e allo spessore!

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Ma il Jazz in Puglia non manca di pionieri e ostinati e questo testo ci permette di meditare e riappropriarci su quanta ricchezza artistica suona in un silenzio e si affila ogni giorno sulle linee di un pentagramma dalle radici profonde e tumultuose tra i diapason dello spirito della ricerca migliore.

 

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E' un libro, chiaro e coinvolgente, un distillato disincantato della storia autentica, non cronologica storico scientifica del jazz in Puglia, quanto uno strumento per capire i piatti e la portata di certa musica in luoghi e di spazi che alcuni vogliono far apparire la periferia dell'interesse dei giovani.

 

Un lavoro, quello dello Sbisà,  che non si perde nell'archeologia retorico-nostalgica di appassionati di parte, al contrario, con competenza e puntualità, arpeggia e schiude su orizzonti ampi e aperti: Il futuro dai pilastri solidi.

 

“Ci sono tanti libri dedicati alla storia del jazz...”,  ripete spesso l'autore, ma queste pagine intense sono il frutto “meditato” di un “Ascoltatore” attento e raffinato, che  con i suoi articoli di critica e cronaca vivace ha sempre mostrato porti e piazze a quanti sono alla ricerca di “buona musica” tra vicoli e corti di una regione troppo spesso incapace di accordarsi con se stessa e i propri talenti.