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Viktoria Mullova in Puglia
Le armonie tentacolari
Dalla Russia a Bari con Sibelius al Pteruzzelli
Sembrerà strano, ma è così: una delle più grandi violiniste del nostro tempo, Viktoria Mullova, è finalmente atterrata in quel di Bari, al Teatro Petruzzelli, per la sua stagione sinfonica, quasi in "controcanto" ai grandi pianisti (pianisti) spesso ospiti di varie Associazioni musicali.
L’attesa per la sua interpretazione di Sibelius era altissima, vista la fama tutta meritata di questa straordinaria violinista russa (nata a Mosca nel 1959). Saranno state le contingenze o il cachet troppo alto, ma mai la Mullova aveva calcato i palcoscenici pugliesi per mostrare ‘live’ tutta la sua innata classe, tutta la sua innata musicalità.
A Bari è venuta imbracciando il suo prezioso Stradivari, per l'esecuzione del suo cavallo di battaglia, quel concerto in Re minore di Jean Sibelius che, per l’appunto, l’aveva rivelata a tutto il mondo musicale nel lontano 1980, quale vincitrice - a soli ventiquattro anni - dell’ambito concorso internazionale finlandese dedicato al suo massimo compositore e musicista.
Tutti sanno delle sue avventurose traversìe per abbandonare l’URSS, dopo aver studiato a Mosca sin dalla età di quattro anni con un violinista eccelso del calibro di Leonide Kogan. Ma come si dice, la natura anche musicale ha fatto il suo corso, stante un fisico da atleta (è altissima), con un corpo magro, longilineo e scattante cui due mani ovviamente adeguate fungono da terminale tecnico-espressivo a cotanta grazia di natura!
Mi si permetta di entrare un po’ nella fisiognomica della Mullova, per scoprire ciò che arcano per noi non è: con quelle sue lunghe dita ‘prensili’ ogni arduo passaggio virtuosistico sul violino le riesce facile facile, diciamo così: doppie corde, glissandi, accordi e salti di ottava e di decima con la mano sinistra; e poi ancora difficilissimi ‘picchiettati’ in su e in giù, ampie ed espressive arcate, salti di corda con la mano destra, quella che comanda l’archetto.
Tutto questo baillamme virtuosistico onnipresente nell’arduo Concerto di Sibelius (egli stesso, non dimentichiamolo, era un virtuoso dello strumento), è dominato splendidamente dalla Mullova, ieri come oggi, a Mosca come a Bari.
La stessa duttilità esecutiva di questa violinista è cosa nota, e al Petruzzelli ne ha fornito - ai fortunati presenti - un esempio più che espressivo, con l’Adagio dalla sonata in sol min. per violino solo di Bach. Ancora di più, quella sua favolosa ‘intercambiabilità esecutiva’ l’ha fatta da padrona, e la Mullova, che passa dal ‘600 alla contemporaneità più spinta, ha incantato tutti con un'esecuzione (bis) filologicamente avveduta e corretta storicamente.
Insomma, per dirla tutta, una musicista oltre che una violinista indimenticabile!