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Vini, la Puglia difende il Primitivo e il suo carattere autoctono
L'allarme in Puglia per le autorizzazioni in corso alle produzioni di Primitivo in Sicilia. Interventi del senatore Dario Stefàno, Coldiretti e Confagricoltura.
Giù le mani dal Primitivo che dopo i casi di bottiglie vendute con “DOC” californiane Napa Valley e Sonoma County rischia di subire lo scippo da altre regioni italiane. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia che in una lettera alla Regione Puglia ha sollecitato un intervento diretto, per contrastare il provvedimento della Regione Sicilia che ha autorizzato nel proprio territorio regionale la coltivazione, tra le altre, della varietà Primitivo.
Tra i rimi a dare l'allarme era stato il senatore salentino Dario Stefano (Pd): "L'autorizzazione all'impianto e alla produzione del Primitivo in Sicilia è da considerare un abuso, come una inspportabile mistificazione che offende le autoctonie, la storia produttiva e la tradizione di un intero territorio".
"Ho depositato un'interrogazione urgente al ministro - aveva annunciato Stafàno - perché si attivi al fine di rimediare ad un provvedimento varato dalla Regione siciliana, che rompe quel legame tra storicità e produzione nei territori e di cui il vino è e deve continuare ad essere espressione".
"Con questa interrogazione - concludeva il capogruppo al Senato del PD - invito pertanto il ministro a dare urgentemente risposta non solo ai produttori pugliesi ma all'intero sistema vitivinicolo italiano, perché questo caso potrebbe creare un precedente pericolosissimo per la tenuta del valore delle autoctonie. Trovo, poi, altrettanto grave il silenzio assordante della Regione Puglia se, come immagino, è stata informata per tempo di questo pernicioso provvedimento".
“I nostri produttori vitivinicoli sono molto preoccupati - denuncia lo stesso presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - ci poniamo seri interrogativi sulla tutela e la salvaguardia delle denominazioni regionali e dei vini prodotti dai vitigni autoctoni, storicamente presenti nei vocati territori regionali, come è il caso del vino Primitivo che è il simbolo della vitivinicoltura della Puglia e ha dimostrato negli anni un notevole apprezzamento e crescita sui mercati, che potrebbe essere messa a repentaglio da improprie iniziative, come quella messa in atto dalla Regione Sicilia”.
Il successo del Primitivo pugliese è testimoniato dall’alto gradimento che riscuote in Italia - segnala Coldiretti Puglia - posizionandosi al secondo posto della classifica delle vendite (+21%), seguito al quarto posto dal Negroamaro pugliese con un aumento del 15%: “Va assolutamente scongiurato - insiste il presidente Muraglia - che in fase di modifica del decreto ministeriale sull’etichettatura dei vini del 13 agosto 2012, sia data la possibilità ad altre regioni di coltivare il vitigno autoctono pugliese”.
“Cresce il valore delle filiere delle Indicazioni Geografiche e delle DOP con la Puglia del vino che vola con un aumento del 62% in un anno - aggiunge e sottolinea Gianni Cantele, responsabile del settore vitivinicolo di Coldiretti Puglia - un segnale di dinamismo di un settore che è divenuto traino per l’economia della regione. La Puglia è una delle 5 regioni dove si registra un incremento sensibile delle performance delle Indicazioni Geografiche del vino, pari a 142milioni di euro, con la provincia di Taranto che tira la volata con 42 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. Il Primitivo è il principale artefice di questa grande performance tutta pugliese”.
La popolarità anche internazionale di eccellenze varietali uniche quali Primitivo, Negroamaro, Susumaniello e Nero di Troia, con il successo di vini DOP quali il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, per citarne solo alcuni, hanno fatto del settore vitivinicolo pugliese - conclude Coldiretti Puglia - il riferimento per vocazione, capacità di raccontare e promuovere al meglio il territorio, innovazione e grande propensione all’internazionalizzazione.
Anche Confagricoltura Puglia e Confagricoltura Basilicata vanno in difesa di una delle produzioni d’eccellenza delle due regioni: il Primitivo. Il vino, apprezzato sulle tavole di tutto il mondo, che ha la sua Doc nella zona di Manduria, Gioia del Colle e in Basilicata con il Primitivo doc Matera: “Permettere l’impianto dei vitigni e la produzione del Primitivo in Sicilia è un danno enorme per la Puglia e la Basilicata e un precedente pericoloso per tutto il Paese che va subito bloccato”.
“È inammissibile - dicono i presidenti dell’Organizzazione degli agricoltori pugliesi Luca Lazzàro e il suo corrispettivo lucano, Francesco Paolo Battifarano - che questo progetto di snaturare le tipicità regionali vada avanti. L’enogastronomia italiana è amata in tutto il mondo perché ogni regione ha la sua tipicità, la sua tradizione. Se tutti producessero tutto sarebbe la fine di una peculiarità quasi esclusiva del nostro Paese. In caso non si riesca a bloccare il progetto – spiegano - servirebbe almeno limitarne l’uso in etichetta”.
Secondo una recente stima, quello del vino Primitivo, solo per la Doc Manduria, è un giro d’affari da 140 milioni di euro che, nell’anno 2019, ha visto imbottigliare quasi 17 milioni di litri per oltre 23 milioni di bottiglie. Un aumento di circa il 12% rispetto al 2018
“L’Italia è un paese vario - proseguono il presidente di Confagricoltura Puglia e di Confagricoltura Basilicata - dove non solo ogni regione ha un suo vino e una sua cucina, la sua produzione autoctona ma addirittura ogni provincia, a volte, ogni territorio. Proprio per questo è meta turistica internazionale e i suoi prodotti tipici sono apprezzati in tutto il mondo”.
Stando a quanto si è appreso, il percorso è partito nel 2003 dall’assessorato regionale all’Agricoltura con l’individuazione di 6 varietà di vite da vino (e tra queste il Primitivo) e con la successiva iscrizione nel Registro nazionale delle varietà di vite. “Oggi - concludono - questo progetto iniziato in sordina sta per essere portato a termine. È bene che la questione venga portata urgentemente in Parlamento e che il ministro all’Agricoltura dia risposte urgenti a tutto il mondo della filiera vitivinicola”.
(gelormini@affaritaliani.it)