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Vino, il Distretto Viticolo dell'Alto Salento promosso da Angelo Maci

Il Distretto viticolo d'eccellenza sorto nell'Alto Salento per iniziativa di Angelo Maci.

di Michele Miraglia

Se non fosse stato per alcuni imprenditori del passato, accorti e previdenti, la viticoltura del nostro territorio si sarebbe estinta negli ultimi decenni del secolo scorso, quando, in seguito alla grave crisi del settore, gli allettanti incentivi UE avevano indotto gran parte dei coltivatori ad estirpare i vigneti aziendali. Il particolare evento ha comportato, in breve tempo, una modifica sostanziale dell’economia e del paesaggio agrario delle campagne salentine, da tempo immemorabile coltivate a vigneto, in grado di assicurare occupazione e reddito ai numerosi addetti. 

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In verità, già in precedenza, alcuni imprenditori lungimiranti, andando contro corrente, avevano intrapreso il faticoso percorso della valorizzazione dei vitigni tradizionali, conferendo un salto di qualità alle produzioni vitivinicole.  Ai  nomi  degli imprenditori più conosciuti, sulla breccia da decenni, si sono aggiunti alcuni,  enologi di professione, come  Cantele di Guagnano, Maci di Cellino San Marco , Botrugno di Brindisi e numerosi altri, i quali, grazie  al meticoloso lavoro sulla qualità,  hanno dato un ulteriore contributo alla  affermazione dei vini salentini in campo nazionale ed estero, trasformandoli in ambasciatori della qualità dei vitigni autoctoni e delle specialità enogastronomiche del nostro territorio.

Soffermandosi sui protagonisti che hanno privilegiato il processo di produzione qualitativa del vino salentino, rispetto alla produzione del vino “da taglio”, non si rileva una particolare differenza nelle singole storie. Infatti, i protagonisti del rilancio della vitivinicoltura salentina si sono imposti sul mercato con vini di pregio, dando nome e lustro alle case vinicole da loro fondate, fino a costituire delle vere e proprie “dinastie del vino” attraverso la discendenza, es. Leone de Castris a Salice Salentino, Candido a Sandonaci, Rubino a Brindisi, di recente, ed altri, in tutto il Salento.

vigneti primitivo di manduria

Tuttavia, in una parte del territorio della provincia di Brindisi, già nota per la qualità delle produzioni enologiche, si è manifestato un caso inedito e di grande impatto per la nostra realtà. Con la costituzione della Cantina “Due Palme “, a Cellino San Marco, si assiste ad un’interessante esperienza, avviata nel 1989 da un imprenditore ed enologo di spicco dell’intero Mezzogiorno, Angelo Maci.  Anche qui la componente familiare del fondatore ha avuto un ruolo importante nella gestione aziendale, ma l’elemento che distingue tale struttura dalle altre è il carattere cooperativo conferito all’impresa.

Infatti, l’intuizione vincente del titolare, intesa a raggiungere traguardi di mercato più ambiziosi, nella affermazione quanti-qualitativa delle produzioni della Cantina, è stata quella di coinvolgere nel progetto, sin dall’inizio, una quindicina di soci, per giungere oggi al rilevante obiettivo di 1200 soci conferitori.  L’impegno profuso ha richiesto diversi investimenti rivolti a migliorare i processi di integrazione verticale ed orizzontale della struttura, al fine di aumentarne le produzioni e di affinare le tecnologie delle fasi di vinificazione e commercializzazione, giungendo via via a risultati ragguardevoli.

2500 ettari a vigneto gestiti dai soci, nelle province di BR – LE e TA; cinque altre cantine inglobate in Due Palme, dove si svolge l’intero processo di vinificazione nella nuova struttura, estesa su una superficie di ben 45.550 mq, in grado di trasformare 20 mila q.li di uva al giorno e di garantire il rapido imbottigliamento del vino con il nuovo impianto, della capacità di 15mila bottiglie all’ora.

Grandi numeri, dunque, riassunti dal dato finale di 240 mila q.li circa di uve di pregio lavorate annualmente e dalla produzione complessiva di circa 20 milioni di bottiglie annue, suddivise tra DOP, IGT-Salento e IGT- Puglia, ed in 25 etichette tra bianchi, rossi e rosati, dolci e spumantizzati, perfettamente in grado di soddisfare le esigenze dei palati più disparati. Risultato di una dinamica produttiva, che è riuscita a coniugare grandi produzioni con l’ottima qualità dei vini, attestata dai diversi e prestigiosi riconoscimenti ottenuti negli anni, sia a livello nazionale che internazionale.

vite primitivo

“I sacrifici sono tanti, non solo da parte mia ma anche dell’intero staff di Due Palme - spiega Angelo Macim - è necessaria sicuramente un po' di follia, per sognare in grande. Ma poi bisogna esserci, stringere le unghie e i denti, per realizzare ciò che la mente ha prodotto".

"Ed è importante coordinare tutti - aggiunge - sia i soci viticoltori, che gli operai e i tecnici in cantina, e tutto il team. Per me, alla terza generazione di una famiglia di vignaioli, è stato relativamente semplice investire la vita in questo progetto. E sono poi riuscito a coinvolgere tanti altri che mi erano vicini. Ci piace pensare ad una vocazione, che ognuno di noi sente, per cui i sacrifici sono ben ripagati dalla fiducia dei nostri clienti che continuano a sceglierci, anno dopo anno”.

Cantina Due Palme

“Nei 2500 ettari di vigneti”, evidenzia ancora Maci, “coltiviamo gli autoctoni Negroamaro, Primitivo, Susumaniello, Aleatico, Fiano, Malvasia Nera e Moscato, ovvero quei vitigni con i quali la Puglia è entrata a buon diritto nel Gotha dei territori di eccellenza produttiva. È da qui che parte tutto, dal territorio e dal suo significato, dalla sua storia e dalla tradizione che ci portiamo dietro, ereditata dai nostri genitori e dai nostri nonni.

Negroamaro, Primitivo e Susumaniello, prima di tutti. L’alberello, prima di ogni cosa, tanto da fondare più di 10 anni fa, un’apposita Accademia. E proprio la salvaguardia del tipico Alberello Pugliese è stato il primo step di una politica incentrata sulla salvaguardia dell’ambiente, sulla sostenibilità e sulla lotta integrata.

Quasi tutti i vigneti di Due Palme non vengono contaminati da diserbanti chimici; la pericolosa tignoletta viene combattuta anche con il sistema della confusione sessuale, facendo ricorso ai meccanismi naturali che madre terra mette a disposizione dell'uomo, eliminando i veleni che vengono immessi nell’ambiente.

Per il fondatore di Due Palme “l futuro si chiama sostenibilità, e a questo puntiamo, in un’ottica di tutela del territorio ed equilibrio fra vite e ambiente circostante. Insieme al Politecnico di Bari rappresentiamo l’Italia nell’ambito di un progetto europeo dal nome Unicorn, coordinato dal pro. Dimitrios Moshu della Aristotle University of Thessaloniki. Questo progetto seguirà un iter di valutazione di 4 mesi, quindi entro la fine del 2021 sapremo se sarà finanziato. Esso si basa sulla sperimentazione di un robot in vigna con sensori, che permetterà di seguire il germogliamento e la maturazione dell’uva.

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Tra i progetti in essere e futuri, sicuramente la sperimentazione di nuove tecnologie in cantina. Ad esempio, l’impiego del Decanter (separatore centrifugo ad asse orizzontale) per la lavorazione delle uve e dei mosti. La sua applicazione nella vinificazione in bianco consente di ottenere in breve tempo un mosto limpido pronto per la fermentazione, a volte anche impiegando specifici coadiuvanti enologici, sull’uva e sul pigiato, che favoriscono il suo illimpidimento.

In che modo si lavora per cercare mercato, posto che la “Due Palme” produce 20 milioni di bottiglie all’anno? “Il nostro sguardo è stato sempre rivolto ai mercati esteri, data la saturazione del mercato nazionale e il ritardo nei pagamenti endemico qui in Italia. Oltre a questo, sicuramente la differenziazione dei mercati di riferimento, sia in ambito nazionale che estero; ciò comporta una grande flessibilità nella produzione e nella gestione del pacchetto clienti. Un pacchetto che diventa così profondamente eterogeneo: horeca, off trade, b2c, monopoli di stato e grandi aziende di e-commerce.

Angelo Maci ha sempre avuto ruoli importanti nell’associazionismo e ora è presidente del Consorzio dei vini DOC Brindisi e DOC Squinzano, e sempre ha ottenuto risultati importanti. “Non sono certo nuovo ad un simile incarico. Dal 2009 al 2015 infatti, per due legislature, sono stato Presidente del Consorzio di Tutela del Salice Salentino, una delle denominazioni più importanti di tutta la Puglia insieme al Primitivo. Ed è stato durante il mio secondo mandato che ho raggiunto il traguardo più importante, cioè l’approvazione, da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, dell’“ERGA-OMNES”. Ed è proprio quello che in qualità di Presidente del Consorzio di Tutela dei vini Doc Brindisi e Squinzano ho in mente: raggiungere insieme al lavoro del suo CDA l’approvazione dell’erga-omnes”.