Visitilli, Serra e la
'Sinistra che inchioda'
La levata di scudi per le riflessioni di Michele Serra su scuola e educazione e la "bacchettata" di Giancarlo Visitilli dalla Puglia
Sa tanto di sonora "bacchettata" quella che Giancarlo Visitilli - docente e collega giornalista impegnato a Bari e in Puglia in prima linea, sulla frontiera delicata e complessa dell'integrazione scolastica e del disagio sociale - riserva a Michele Serra, nei cui confronti c'è stata una vera e prorpia levata di scudi per le sue riflessioni su scuola, educazione, licei ed istituti tecnici nella sua rubrica quotidiana 'L'Amaca'. (ag)
Caro Serra,
dopo aver insegnato nelle carceri, nei professionali, negli istituti tecnici, ed ora in un liceo, posso dirle, certamente e molto incazzato, che “il livello di educazione, di padronanza dei gesti e delle parole, di rispetto delle regole è direttamente proporzionale” NON “al ceto sociale di provenienza” ma al clima di fascistume borghese che impera in una ‘certa sinistra’, che ci vorrebbe #sdraiati, proni ad accettare delle corbellerie, comprese quelle con cui ieri ha pensato, anche lei, l’ennesimo che scrive di scuola, per inchiodarci (altro termine che a lei tanto piace) con la sua ‘amaca’.
Ecco, la sinistra, ‘certa sinistra’ inchioda, perché si tratta della borghesia incazzata, che non si estingue, e che già in altri ventenni, compreso il più recente, ci ha tenuti inchiodati, ma non privi di un pensiero da “mala education” come lei afferma.
E’ il linguaggio degli incazzati, compresi quelli come me, che hanno genitori con nemmeno la licenza elementare e che devono gareggiare a vita con i borghesi come lei per dimostrare che esistono, e possono frequentare un liceo, o addirittura insegnarvi, sperare finanche di diventare altro, ma rivendicando la loro appartenenza, compresa la merda da cui provengono!
Giusto per dirgliene una: in questi mesi, per altre vicende legate al mio lavoro, ho avuto difficoltà ad inserire nelle scuole pubbliche, quindici bambine abusate sessualmente e affidate ad una cooperativa, alcune di loro avrebbero voluto frequentare il liceo, pur avendo padri che le hanno violentate all’età di nove anni.
Ma ho avuto difficoltà a iscriverle al liceo, non a causa dei loro ‘padri’, ma dove ho trovato presidi (nel linguaggio di una ‘certa sinistra’ si chiamano “dirigenti scolastici” per la scuola classista a cui avete dato origine) che mi hanno mostrato solo la loro arroganza da padroni, capaci di ‘smistare’ al modo di chi lei sa bene nella storia… “i figli di”, da quelli di puttana.
Creando i licei per quelli di una ‘certa sinistra’ e le scuole per quelli come noi, e le 15 ragazzine (nessuna delle quali è stato possibile iscrivere al liceo, evidentemente per la stessa logica di cui lei scrive), le scuole, quelle del popolo.
Ecco, io, specie dopo aver letto quello che anche lei scrive sulla scuola, con un evidente retaggio di un certo sessantottismo da cui dovreste farvi curare, prima o poi!, mi riconosco e resto fra questi, fra i figli di puttana, fra quelli che NON si riconoscono “più deboli della borghesia” e che in nome della loro “mala education”, bella perché popolare, cercheranno di ‘smistarvi’ e relegarvi sempre più nei vostri salotti. Compresi quelli letterari, dove si legge e si discute del nulla, magari con una canna fra le labbra, all’ombra di una bandiera del Che, leggendo Marx su un’amaca…
Giancarlo Visitilli