Xylella, botta e risposta Di Gioia-M5S
Avviare 'eradicazioni chirurgiche'
Avanzamento Xylella fastidiosa: l'attacco del M5S, la risposta dell'assessore Di Gioia e il commento-stimolo di Coldiretti Puglia.
Ad aprire l'ennesimo fuoco sulla vicenda senza fine della xylella fastidiosa in Puglia è il capogruppo del M5S Cristian Casili, in merito alla visita in Puglia dei Commissari dell’Unione Europea, attesa nei prossimi giorni: “Emiliano continua a scaricare sul Governo nazionale le proprie responsabilità per il fallimento della gestione della Xylella fastidiosa sul territorio pugliese. Non ci sorprende il suo atteggiamento, oggi si nasconde dietro norme e decreti inefficaci, come se non fossero state già sufficienti la modifica della decisione di esecuzione europea, i decreti ministeriali, e una legge regionale che lui stesso ha voluto modificare andando in deroga ai vincoli paesaggistici”.
“Il presidente sa benissimo - continua Casili - che questa visita potrebbe sortire effetti nefasti per la nostra regione con ulteriori minacce di sanzioni e quindi con il suo solito pressappochismo mette le mani avanti. La verità è una sola: Emiliano non ha mai avuto una visione che consentisse alla nostra regione di definire strumenti efficaci per il controllo e la gestione della batteriosi ed è mancata totalmente la pianificazione nelle zone infette".
"A tal proposito - incalza il pentastellato - non c’è traccia di una strategia per consentire ai nostri produttori di pianificare al meglio il reimpianto che, di questo passo, sarà pregiudicato dal peso della burocrazia con un grave danno per le imprese salentine. Anche in questo caso il presidente si inventerà qualcosa e scaricherà ad altri le sue responsabilità”.
Casili torna a chiedere la convocazione di un Consiglio regionale monotematico sulla xylella, una richiesta già presentata assieme ad altri consiglieri nella conferenza dei capigruppo. “Occorre velocizzare alcuni interventi - prosegue il coapogruppo dei 5stelle - e per farlo servono idee chiare: profilassi nelle fasce di contenimento, reimpianto nella zona infetta, misure finanziarie adeguate, dilazione dei mutui per le aziende colpite, sburocratizzazione".
"È inutile mettere la testa sotto la sabbia, fino ad oggi in provincia di Lecce in pochi hanno provveduto alla trinciatura e alle lavorazioni di campo per abbassare la quantità del vettore e con essa la potenzialità di ulteriori infezioni. Le poche aziende agricole che si danno da fare vedono compromesso il proprio lavoro a seguito della impossibilità economica dei più ad intervenire con un abbandono ormai cronico della superficie investita ad ulivo. Emiliano - conclude Casili - si svegli e dia risposte urgenti: in provincia di Lecce l’agricoltura è morta e con essa rischia di scomparire un intero paesaggio”.
A replicare al consigliere Casili è l'assessore all'Agricoltura Leonardo Di Gioia: "La Regione Puglia chiede al Governo la emanazione di un decreto per rendere più agevole e rapido l’iter amministrativo per gli abbattimenti degli alberi dichiarati infetti. Ciò per baipassare vincoli e restrizioni di natura nazionale che di fatto impediscono o rallentano, assieme ai ricorsi al Tar, la possibilità di poter essere efficaci e tempestivi negli adempimenti per la rimozione delle piante malate. Questa è una posizione di ragionevolezza che andrebbe supportata da tutti gli attori istituzionali".
“Dal canto nostro - dichiara l’assessore Di Gioia - abbiamo già migliorato le performance dei monitoraggi, mai tanto analitici e veloci, abbiamo provveduto ed informare sulle buone pratiche agronomiche da attuarsi, stiamo finanziando, unici, la ricerca scientifica, abbiamo gia estirpato centinaia di piante, ma non possiamo ancora superare il gap legato alle lentezze per la rimozione di molti alberi infetti situati in zone critiche, lentezze che sono invece ascrivibili a un sistema farraginoso di norme vincolanti aventi ad oggetto disparate materie quali, tra le altre, dissesto idrogeologico, beni paesaggistici e tematiche ambientali”.
“Leggo della posizione del consigliere Casili, che invece di supportare questa iniziativa di modifica legislativa nazionale, forte anche della numerosa presenza di parlamentari del gruppo 5 stelle, coglie l’occasione per contribuire a quello sterile ed improduttivo dibattito sulle responsabilità della politica regionale nella diffusione della batteriosi.
"Casili, dapprima sostenitore delle posizioni più dubitative sulla presenza della Xylella - sottolinea Di Gioia - oggi sta cercando di recuperare credibilità e consenso con posizioni populistiche e finalmente scientificiste ma cercando di incolpare Emiliano e facendo leva su di un sentimento di sofferenza e frustrazione di una popolazione, quella salentina, che si vede spogliata di un bene prezioso, i propri ulivi, omettendo di ricordare che ad oggi a questa malattia non c’è rimedio e fingendo di non sapere che la scienza tutta ancora non indica soluzioni praticabili".
"Piuttosto che fare gli interessi della Puglia e collaborare per una pronta ed efficace soluzione amministrativa del problema abbattimenti - rincara l'assessore - Casili sembra quasi compiacersi di tanta sofferenza, non perdendo occasione nei suoi comunicati quasi di tifare per la batteriosi, pur di dimostrare il fallimento della gestione regionale. A questo stile rispondiamo con il lavoro e tifando Puglia”.
“Ogni tentennamento aggrava la situazione e le procedure per poter rispondere al diktat di Bruxelles sono troppe farraginose”, dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele. “Per questo sono urgenti leggi straordinarie che consentano di ‘eradicare chirurgicamente’ le piante infette per arrestare l’avanzamento a nord della Xylella".
"Gli abbattimenti sono un rimedio violento che appare peggiore del male, ma se fossero stati sradicati i pochi ulivi infetti ritrovati 4 anni fa, la provincia di Lecce oggi non risulterebbe drammaticamente improduttiva – aggiunge Cantele - e le province di Taranto e Brindisi non sarebbero rientrate nella zona infetta. Ora, il pericolo più incombente in quella zona riguarda la piana degli olivi e le distese di mandorleti e ciliegi. Evidentemente non ci si è ancora resi conto che la Xylella è un problema nazionale e che se dovesse continuare a ‘camminare’, non ci sarà più olio da commercializzare”.
"Anche il Presidente della Regione Emiliano ha raccolto la preoccupazione del Commissario Ue Vytenis Andriukaitis circa l’avanzata a nord della malattia che peggiora di anno in anno e tornerà per questo in Puglia, preannunciando ‘un aggiornamento dell’area demarcata’ ".
“I monitoraggi disposti dalla Regione Puglia, con oltre 200.000 campioni analizzati, dicono una cosa inequivocabile - aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - che in due anni si è passati da 893 a 3058 piante infette rilevate nelle aree cuscinetto e contenimento, quelle dove la presenza del batterio è ancora limitata. E la campagna in corso non è ancora conclusa".
"Vanno attuate le buone pratiche agricole, in modo da contrastare l’insetto vettore, la sputacchina. Se le attività non saranno svolte con convinzione e al centimetro da tutti - avverte Corsetti - l’avanzamento è certo, abbiamo 4 anni di esperienza e di prove scientifiche. In caso di inadempienza, le multe devono essere comminate a tutti, anche agli enti pubblici, a partire dai Comuni e dal Demanio, che devono immediatamente garantire pulizia di fossi, canali e buone pratiche nelle aree pubbliche e demaniali”.
"Anche per questo Coldiretti Puglia sta distribuendo agli olivicoltori un opuscolo divulgativo sulle 'Buone pratiche agricole per la lotta obbligatoria ed il contenimento', contenente informazioni puntuali sugli interventi fitosanitari concentrati nel periodo primaverile – estivo e autunnale prevedono lavorazioni superficiali del terreno, al fine di abbattere gli stadi giovanili della sputacchina e sulle potature leggere ma frequenti della parte aerea delle piante di olivo, evitando tagli profondi sulla struttura portante dell’albero".
(gelormini@affaritaliani.it)