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Xylella, Stefàno (PD): Buona notizia il possibile reimpianto'
Stefano PD

Approvato in commissione Bilancio del Senato l’emendamento alla legge di Bilancio 2022, che lega il reimpianto alle specie riconosciute come tolleranti e resistenti alla Xylella, superando il vincolo di specie.

“L’approvazione di questa mia proposta emendativa  ha commentato il senatore Dario Stefàno, presidente Commissione Politiche Europee -  è assolutamente importante e un chiaro segnale di attenzione verso il Salento. È una misura di buon senso, per la quale mi batto da tempo, poiché risponde alla necessità non più differibile di ridare futuro e prospettiva a quello che adesso appare come un drammatico deserto”.  

“La disposizione che consente il reimpianto anche di specie vegetali diverse dagli ulivi estirpati - prosegue Stefàno -  derogando quindi alle disposizioni vincolistiche e alle procedure valutative, è espressione forte della volontà più volte ribadita, dai territori colpiti da Xylella, di voler accelerare la ripresa produttiva delle imprese che insistono sulle zone colpite dalla diffusione di questa terribile batteriosi”.

“Di fronte alla grave emergenza - ha concluso Stefàno -  la normativa e i vincoli ordinari hanno significato, per molto tempo, una zavorra anche per i più nobili tentativi di strappare il territorio dalla desertificazione devastante. Con la norma approvata in commissione Bilancio al Senato, per cui ringrazio il collega Taricco e il gruppo Pd del Senato che ne hanno condiviso l’importanza e sostenuto questa mia iniziativa politica e tutta la maggioranza per averlo votato, possiamo cominciare a lavorare per riguadagnare quanto oggi sembra drammaticamente perso”.

Anche Coldiretti Puglia, nell’annunciare l’approvazione in commissione Bilancio al Senato dell’emendamento alla legge di Bilancio 2022, si è dtta soddisfatta dell'approvazione della norma, che consente il reimpianto di specie diverse dall’ulivo in deroga ai vincoli paesaggistici e ambientali.

"La liberalizzazione dei reimpianti, con la possibilità di piantare altri tipi di coltivazioni al posto degli ulivi devastati dalla Xylella - ha sottolineato Coldiretti Puglia - è importante per dare un futuro all’economia agricola della Puglia ed evitare la desertificazione del territorio e il rischio che un virus alieno azzeri il patrimonio produttivo". 

"La Xylella è arrivata in Italia portata da piante tropicali giunte dall’America latina – ha detto Coldiretti Puglia - e fino a oggi ha infettato oltre 8mila chilometri quadrati con oltre 21 milioni di ulivi colpiti, molti dei quali monumentali, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva. Il batterio avanza al ritmo di 2 chilometri al mese e, dopo aver devastato gli ulivi del Salento, minaccia la maggior parte del territorio Ue dove sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo".

“Continuare a pensare che la Xylella sia un problema solo dell’agricoltura – ha ribadito il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - è la dimostrazione della miopia di quanti ancora non prendono coscienza del danno arrecato dalla malattia a tutta l’economia, dall’agricoltura al turismo, fino agli investimenti per l’indotto commerciale e artigianale legato all’agroalimentare e alla ricettività, per cui serve un impegno corale di tutti che vada oltre la Puglia, perché la Xylella è un problema nazionale ed europeo".

Sono 386mila gli ulivi delle specie resistenti impiantati in Salento con 3400 ettari interessati dalla rigenerazione - ha ricordato Coldiretti Puglia - numeri troppo bassi che impongono una visione condivisa per accelerare la ricostruzione e superare gli ostacoli burocratici e i vincoli paesaggistici per ridare il futuro alla più grande fabbrica green del Sud Italia. Risultano alla cabina di regia dell’Osservatorio fitosanitario regionale 160.000 piante e 1220 ettari reimpiantati con la varietà Leccino e 2170 ettari e 226.000 piante di ulivo FS17 piantumate a seguito di espianto, contro gli oltre 90mila ettari di superficie olivetata che sono stati intaccati in provincia di Lecce dalla Xylella. La liberalizzazione dei reimpianti è un passaggio fondamentale per una ricostruzione efficace – insiste Coldiretti Puglia - dal punto di vista economico e paesaggistico, puntando oltre che sulle due varietà resistenti di ulivo, sempre con il supporto della scienza, su altre varietà tipicamente mediterranee.

“La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto – ha insistito Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Lecce - con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera strategica, univoca e di sistema, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili”.

Gli agricoltori pugliesi sono senza reddito da 7 anni, con un trend che rischia di diventare irreversibile – denuncia Coldiretti - se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il ‘disastro colposo’ nel Salento.

Se non esistono cure per salvare gli ulivi infetti da Xylella, unica strada - ha concluso la Coldiretti – è la convivenza con il batterio attraverso la pratica dell’innesto con varietà resistenti per salvaguardare un prodotto millenario alla base della Dieta Mediterranea proclamata patrimonio dell’Unesco. Si tratta di tutelare una filiera che coinvolge oltre 400 mila aziende agricole specializzate in Italia e che può contare sul maggior numero di olio extravergine ed olive da tavola denominazione in Europa (46 Dop e 7 Igp) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo.

(gelormini@gmail.com)

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