PugliaItalia
Xylella, UE avvia procedura
infrazione contro l'Italia

“La procedura di infrazione dell’Unione Europea avverso l’Italia per le presunte inadempienze pugliesi era nell’aria da settimane. A questo punto domandiamo alla Commissione europea quale risarcimento dovrebbe chiedere la Puglia, per il danno subito, proprio a causa dell’immobilismo e dei gravissimi e inaccettabili ritardi della Commissione Europea nell’affrontare l’emergenza xylella con delle frontiere colabrodo, tanto che ancora ad aprile 2015 è arrivata a Parigi una pianta di caffè con la xylella fastidiosa proveniente dal Sudamerica attraverso l'Olanda”. E’ il commento a caldo del Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla notizia della messa in mora dell’Italia, prima fase della procedura d'infrazione ai Trattati Ue, per non aver adempiuto agli obblighi del piano di eradicazione della xylella.

“Per colpa dei ritardi accumulati negli ultimi due anni gli ettari olivetati danneggiati dalla malattia sono passati bruscamente dal 3% al 10% del patrimonio salentino - continua Cantele - e la distruzione di almeno 300mila piantine, come da prescrizione del Piano per l’emergenza, non può passare sotto silenzio. Per non parlare dei ritardi comunitari nell’individuare misure di sostegno a olivicoltori, cooperative, vivaisti, frantoi”.
L'origine e la traiettoria del batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi sono scientificamente provati: è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam. Non sono state attuate efficaci misure di rafforzamento dei controlli alle frontiere e l’embargo avverso le aree da cui proviene il batterio che sta distruggendo gli ulivi salentini, come ad esempio il sud America e un doveroso periodo di quarantena delle piante provenienti da Paesi extra UE, al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto. Pertanto, dall’Olanda possono entrare piante infette, come quelle di caffè che sono state ritrovate nei vivai lombardi.
“La Puglia sta subendo un sistema di regole europee – conclude il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - che facilita le importazioni di qualsiasi bene, spesso anche senza le giuste garanzie per i consumatori, mentre rende difficili, per assurdo, le esportazioni. L'aggravante è che i flussi commerciali continuano e l'Ue ha posto l'embargo ai nostri vivai, ma non ha risolto il problema alla fonte, ovvero realizzando i centri di quarantena fitosanitaria all'ingresso dell'Europa. E’ bene ricordare, infatti, che sui vivai salentini grava il divieto di movimentare le piante considerate possibili ospiti della malattia da un anno e mezzo”.
A tal proposito, il consigliere regionale PD Ernesto Abaterusso dichiara: “L'UE ha inviato all'Italia una lettera di "messa in mora" - prima fase della procedura di infrazione dei Trattati europei - per non aver rispettato gli obblighi previsti dal piano di eradicazione della Xylella fastidiosa. Una misura che provocherà pesanti conseguenze a un comparto, quello vivaistico, che già si trova in agonia. È necessario che il Governo reagisca, che affronti di petto la situazione nel più breve tempo possibile per evitare che un settore importante, da sempre considerato motore trainante dell'economia regionale e salentina, venga ancora più penalizzato e lasciato solo in questa difficile e delicata battaglia che deve essere combattuta tanto a livello europeo, quanto a livello nazionale e locale”.

Mentre il deputato dei Conservatori e Riformisti, Antonio Distaso, sposta l'attenzione sul fronte meditarraneo: "La Tunisia diventa il primo Paese per esportazione di olio d’oliva (una volta il record spettava all’Italia), mentre la Puglia rischia di non solo la desertificazione dei propri uliveti, ma il blocco di tutti i prodotti vivaistici che saranno considerati a rischio. Il tutto grazie all’Unione Europea che da una parte ha deciso di aumentare le importazioni dell’olio tunisino per sostenere l’economia del Paese Nord-Africano dopo le difficoltà derivate dagli attentati islamici, dall’altra di punire l’Agricoltura pugliese per la Xylella fastidiosa", lo dichiara
"Arriva la notizia che Bruxelles ha deciso di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia - prosegue Distaso - perché sarebbe in ritardo nell’eradicazione degli ulivi e quindi la sanzione che potrebbe essere inflitta è quella di impedire non solo la mobilità e la commercializzazione dei prodotti agricoli, alcuni anche non a rischio contagio, nel Salento, ma in tutta la Puglia. Un danno economico, ma anche di immagine all’Agro-alimentare made in Puglia senza precedenti a tutto vantaggio della Tunisia e altri Paesi comunitari o extra-comunitari".
"Questa Europa dal cuore tenero con gli agricoltori africani e dal pugno duro con i nostri - conclude Distaso - non ci piace e non la vogliamo. Il Governo italiano, il ministro all’Agricoltura, facciano sentire la loro voce e non abbandonino gli agricoltori pugliesi, così come hanno fatto finora, a un destino che non meritano, ma soprattutto del quale non hanno nessun tipo di responsabilità avendo già dovuto subire l’inerzia e l’incompetenza di assessori regionali che sottovalutando il problema hanno provocato danni incalcolabili".
"Oltre il danno la beffa. L’Europa prima non è stata in grado di effettuare controlli seri alle frontiere sulle piante provenienti dal Sud America portatrici di Xylella fastidiosa che ha infettato gli ulivi del Salento, ovvero non è stata in grado di mettere in sicurezza l’Agricoltura italiana e in modo particolare quella pugliese, e poi ha assunto atteggiamenti ultra-rigorosi al limite del punitivo per la Puglia e il Salento con misure drastiche (da maggio scorso vi è un vero e proprio di embargo su altre piante anche se non a rischio Xylella); infine ora pensa di adottarne altri provvedimenti ancora più severi come il blocco totale del settore vivaistico non salentino ma addirittura pugliese", denuncia Saverio Congedo (CoR)

"L’avevamo detto o l’avevamo denunciato ormai non più da mesi, ma da oltre un anno che la situazione stava per precipitare è davvero di scarsa consolazione. L’inerzia del Governo italiano, del Ministero all’Agricoltura, che nel maggio scorso si è totalmente consegnato mani e piedi alla Comunità europea non curante dei danni che ne sarebbero derivati all’Agricoltura pugliese, oggi è ancora più evidente. Se ci troviamo in queste condizioni è perché si è lasciato trascorre inutilmente del tempo prezioso più in adempimenti burocratici che alla ricerca di una vera soluzione sia sul fronte del contrasto, sia di un adeguato ristoro per tutti coloro che subiscono, senza averlo provocato, la peste dei loro ulivi. Sarebbe il caso che Renzi tra una slide ed una polemica interna trovi il tempo di battere i pugni in Europa per difendere paesaggio, agricoltura e economia pugliese".
"In questo le responsabilità, ma sarebbe il caso di dire colpe, del governo Vendola sono chiare ed evidenti. Oggi, con Emiliano, siamo all’insediamento di una task force di tecnici e professori che devono cominciare ad analizzare le varie ipotesi. Ma se non si fa presto il rischio è che quando avranno trovato come salvare il malato questo sia già morto e sepolto".

Di beffa e di embargo parla anche il senatore Dario Stefàno (Misto), componente della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama, in una lettera al Ministro Maurizio Martina, a seguito della notizia relativa all'avvio della procedura di infrazione disposta dalla Ue verso l'Italia.
"Non conosciamo ancora quali modalità caratterizzeranno la procedura d'infrazione, quali argomentazioni saranno addotte e con quali priorità. Siamo però - contina Stefàno, nella lettera - al cospetto di un'evoluzione che era stata già paventata e che mette in evidenza, oggi più che mai, un approccio meramente burocratico da parte dell'Ue nella risoluzione di criticità sui territori ma che, allo stesso tempo, ci impone anche di offrire, una volta per tutte, elementi forti di chiarezza ed un'azione determinata e coraggiosa. Dalla Puglia, ma soprattutto dal Governo nazionale".
"In casi come questo, la variabile "tempo" assume un ruolo fondamentale, soprattutto se si pensa che il batterio si diffonde più velocemente degli interventi di contrasto già programmati o se si pensa che i ricorsi al Tar ritardano i provvedimenti e che il coinvolgimento di nuove figure sembra, ogni volta, voler mettere in discussione gli studi ed i giudizi autorevoli che il mondo della scienza ha già diffuso".
"Abbiamo a disposizione sessanta giorni per rispondere. Non c'è, dunque, più tempo e il Governo deve farsi sentire subito con una proposta coraggiosa, con la quale avanzare un'ipotesi di sostegno maggiore alla ricerca ma anche di ristoro più congruo rispetto al sacrificio al quale sono chiamati oggi produttori e titolari dei terreni colpiti".
"Questo, ci tengo a ribadire, non è un problema solo della Puglia. Pertanto il Governo - conclude Stefàno - deve incentivare una sua azione di presenza, se non vuole che l'emergenza si espanda oltre l'attuale perimetro, da qui a qualche mese, e se non intende aggravare la situazione del comparto vivaistico pugliese".
(gelormini@affaritaliani.it)