‘Pentateuco Troiano’, valorizzare la storia e vivacizzare il turismo lento
La meraviglia come prospettiva lunga e contaminante di "Pentateuco Troiano" - Radici Future edz, il secondo libro di Antonio V. Gelormini
Era lo scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton a ricordare che “L’umanità perirà non per mancanza di meraviglie, ma per mancanza di ‘meraviglia’. Ovvero, quando non sarà più capace di stupirsi di nulla e sarà biecamente china su piacere, potere e possesso”.
Ecco, è innanzitutto questo che - in verità - vorrei contribuire a evitare, con la pubblicazione di “Pentateuco Troiano” - Radici Future Edizioni, 2018 pagg. 124 - € 14,00. Evitare di rimanere ancorati a una fortissima e abilissima capacità di attrarre turisti e viaggiatori, per cominciare a fare qualcosa di concreto, e affinare l’arte, ben più difficile, di riuscire a trattenerli: trasformando gli arrivi (persone in visita) in soggiorni (notti trascorse e pasti consumati) nelle nostre destinazioni.
Sì, provare a continuare a meravigliare, utilizzando la narrazione per cadenzare e vivacizzare i tempi più dilatati del turismo lento. Contribuire a fornire elementi utili allo sforzo organizzatvo e al salto qualitativo, per migliorare e rendere ‘unico’ il soggiorno dei moderni pellegrini, in cerca di emozioni ed esperienze nei nostri scrigni ricchi di storia, di arte, di tradizione e di bellezza.
Nulla a che vedere con gli “effetti Dan Brown”, ma ulteriori e più articolate “letture” dei nostri paesaggi, dei monumenti e dei tanti relativi dettagli, che si aggiungono a quelle stereotipate o già in essere, per stimolare nuove curiosità e nuove attenzioni verso lo sconfinato patrimonio culturale, che ci è stato affidato.
Rendere la visita più lunga, moltiplicandone i motivi di curiosità e di approfondimento; lavorare sul racconto, in una sorta di arricchimento informativo, nonché di animazione sceneggiata del corrispondente ipertesto narrativo
Una vera e propria Odissea al contrario, lungo le antiche tracce dei “cammini”: quelli che hanno ispirato - con le loro transumanze culturali, formative e suggestive, nella ricerca di nuovi orizzonti del sapere - la creatività e la realizzazione di pregiate testimonianze “senza tempo”: come la Cattedrale di Troia, il suo magnifico Rosone o il portale bronzeo di Oderisio da Benevento.
Magari con la malcelata ambizione di stimolare, oltre le frontiere d’Oriente, orgoglio e voglia di mettersi in viaggio, parlando a segmenti larghi di potenziali e moderni “pellegrini”, attraverso i loro ambasciatori approdati sulle nostre sponde, spesso con un regalo pudicamente custodito nelle tasche sdrucite: una laurea conseguita e la voglia disperata di poterla in qualche modo valorizzare.
Il turismo lento visto come straordinario connettore di esperienze turistiche è tra gli obiettivi principali della Regione Puglia, che mira a un turismo destagionalizzato, culturale ed internazionale. Una riflessione-auspicio emersa anche nel corso del convegno “In Puglia il turismo lento” tenutosi a Roma nell’ambito della manifestazione “All Routes lead to Rome”, il meeting annuale degli itinerari, delle rotte, dei cammini e delle ciclovie italiane.
“Il progetto dei cammini - ha spiegato Aldo Patruno, direttore Dipartimento Turismo ed Economia della Cultura di Regione Puglia - rappresenta una idea di sistema, una strategia politico - culturale che deve portare a rafforzare le interconnessioni tra le Regioni del Mezzogiorno. Sono convinto che il tema dei cammini e degli itinerari culturali sia la vera sfida su cui giocare un nuovo protagonismo del Mezzogiorno”.
“In questi anni - ha sottolineato Patruno - abbiamo cercato di orientare gli investimenti su un unico obiettivo: differenziare, attraverso i cammini, l’offerta culturale al fine di destagionalizzare e internazionalizzare il turismo pugliese. Lavorando ad un modello integrato di gestione al quale si applicherà il Comitato Regionale dei Cammini che andremo ad istituire nei prossimi giorni con il coinvolgimento di tutti i principali attori pubblici e privati”.
I progetti regionali convergono quindi verso un unico processo, come spiegato da Rocky Malatesta, Responsabile Sviluppo Prodotti Turistici di PugliaPromozione: “Il nostro progetto di valorizzazione ha una mission: lavorare su turismo slow, su enograstronomia, su arte e cultura. Il turismo slow è una filosofia di vita, ed è la risposta ad una società frenetica, che in molti casi ha perso il contatto con le sue radici e con la natura”.
“I cammini hanno una dimensione spirituale e non religiosa - ha spiegato Sandro Polci, Direttore del Festival Europeo Vie Francigene, Cammini, Ways, Chemin - rappresentano una dimensione personale per ogni individuo. Le micro-infrastrutture sono indispensabili, ma per chi cammina è importante emozionarsi attraverso gli elementi tipici del territorio, al cospetto delle testimonianze storiche così come gustando e apprezzando le tipicità gastronomiche locali. Fare cibo e produrlo rappresenta, infatti, un fattore di coesione”.
Un processo strategico che ha permesso alla Regione Puglia di perseguire l’obiettivo dell’integrazione tra Turismo e Cammini, permettendo ai diversi attori del sistema di emergere e farsi protagonisti dell’offerta: “La Puglia - ha commentato Simone Bozzato, docente Beni Culturali, Formazione e Territorio dell’Università di Tor Vergata - ha creato un meccanismo che collega la realtà nazionale con le comunità locali. La piccola e media impresa si sente figlia di un sistema, riuscendo anche a creare posti di lavoro. Bisogna fare in modo che queste realtà locali possano continuare a sentirsi parte integrante di questo meccanismo”.
Una prospettiva lunga ripresa anche da Maurizio Sciarra, Presidente dell’Apulia Film Commission: “Il cinema dovrebbe raccontare questo turismo. Grazie alle produzioni che vengono in Puglia si sta dando più spazio a luoghi ancora sconosciuti della nostra regione. È importante avere un occhio attento verso questo settore che riesce a valorizzare tutto il territorio”.
In definitiva, il turismo lento rappresenta la frontiera su cui la Puglia intende puntare per il futuro, partendo da profonde radici storiche, culturali, spirituali e identitarie. Ed è in questo quadro che ho inteso articolare i capitoli del mio libro in uscita, “Pentateuco Troiano”, sui primi cinque libri della Bibbia: il Pentateuco.
Abbinando idealmente, a ciascun libro, cinque particolari della stessa Cattedrale di Troia: Genesi - il Portale bronzeo di Oderisio da Benevento, Esodo - il Bassorilievo dell’Ambone al centro di una secolare disputa teologica, Levitico - la Navata e le sue 12 colonne di cui una doppia, Numeri - il Rosone testimonianza di artigianalità araba ispirata da dettami di radice ebraica e incastonata sulla facciata romanico-gotica di una chiesa cristiana, Deuteronomio - l’affresco tardogotico della ‘Dormitio Virginis’ con ‘La mandorla più dolce di Puglia’. Cinque rotoli ideali da srotolare con amore e con rispetto, una sorta di locale Torah, per dar vita a questo ‘Pentateuco Troiano’.
Ma soprattutto chiudendolo con un’accattivate proposta turistica, con un cammino metaforico e millenario della storia rilanciato in un ideale “Percorso di Luce”. Un itinerario che si dipani lungo le rotte dei ‘troiani’, mettendo in relazione Troyes in Francia, Troia in Puglia e Truva in Asia Minore, presentato al Primo Convegno Nazionale sul “Cammino dei Fari Italiani” - tenutosi a Bari in Fiera del Levante (Set/2018). Un cammino lungo il quale la luce dei fari possa incrociare i rosoni delle Cattedrali e delle chiese non solo italiani.
Un cammino, di antica tradizione ‘pellegrina’, in un gioco di sponda tra costa ed entroterra, tra la luce emessa e quella catturata dai rosoni persino nei riverberi; tra il segnale visivo ed intermittente dei fari e il richiamo melodico ed acustico dei campanili, ma anche tra la suggestione della devozione, della contemplazione e quella della speranza, del coraggio e della creatività umana.
Un itinerario, percorribile nei due sensi (e non unidirezionale come il Cammino di Santiago o la Francigena), che colleghi il Faro della punta di Saint Mathieu in Bretagna con quello sul Bosforo a Istanbul, porta europea sul continente asiatico, rimbalzando sulla Puglia: ponte italiano proteso verso l’Oriente.
In definitiva, il prolungamento verso il futuro del messaggio ‘radicalmente’ ecumenico incastonato nel Rosone. Perché oggi più di ieri: “Il futuro è nelle radici!”.
(gelormini@gmail.com)
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Pubblicato sul tema: 'Pentateuco Troiano', la "prima" in Cattedrale con Capone e Petrocelli
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