Roma

5G a Roma: l'Authority stoppa il Comune, tutti i flop della Giunta Gualtieri

Lettera al Comune: “Mettere in atto misure correttive per aprire alla concorrenza”. Bloccata la gara per gli australiani. Le denunce di Di Stefano

5G a Roma, il Garante della concorrenza stoppa con eleganza il progetto financig per la gestione e manutenzione della rete ultraveloce da 20 milioni di euro presentato al Comune di Roma da una società australiana. E così l'elenco dei flop della Giunta Gualtieri sulla modernizzazione di Roma, si allunga ancora.

L'ultimo in ordine di tempo è proprio quello del 5G che una delibera di giunta affida nella sua realizzazione ad un consorzio di imprese dell'Australia che ha spedito un progetto al Comune e che è subito finito nella bufera politica. A sparare contro un progetto “insolito” è stato il consigliere Udc-Forza Italia, Marco Di Stefano che ha notato una serie di anomalie nella delibera e ha chiesto al Direttore generale del Comune, Paolo Ajelli, di avere tutta la documentazione completa. Ma cosa contesta Di Stefano?

Di Stefano: "Progetto 5G agli australiani: troppi lati oscuri"

“Leggendo con attenzione la Delibera di Giunta sul project per la realizzazione, gestione e manutenzione del 5G e del wi-fi nel territorio di Roma Capitale, mi sono reso conto che iniziano ad essere troppi i lati oscuri della vicenda. In primis la sorprendente velocità: un’azienda australiana, che sbarca in Italia a febbraio del 2022, invia una proposta al Sindaco di Roma alla fine dello stesso anno, e dopo appena tre mesi si ritrova bell’e pronta una Delibera di Giunta sull’argomento. Questo iter, per quanto mi riguarda, insinua qualche dubbio: siamo in una città come Roma, dove un cittadino per avere una carta d’identità deve attendere perlomeno sei mesi, e dove un imprenditore deve attendere quindici-vent’anni per ottenere un permesso a costruire”.

Non sfugge a Di Sefano l'anomalia della delibera: “la cosa ancora più bizzarra è che la proposta per un progetto così importante viene presentata non da un grande operatore delle telecomunicazioni, esistente in Italia da decenni, ma da una società poco conosciuta - almeno per quanto mi riguarda – che intende realizzare il suddetto progetto dichiarandosi mandataria di un raggruppamento di imprese che deve ancora nascere”.

Sul 5G alla romana la mazzata dell'Authority

Con una lettera dal sapore istituzionale, il Garante della Concorrenza e del Mercato scrive al Comune di Roma e chiede di “porre in essere le misure correttive necessarie a ripristinare le corrette dinamiche concorrenziali”. Le osservazioni spiegano che “gli Atti di Gara, pur perseguendo l’obiettivo prioritario dello sviluppo della rete 5G sul territorio di Roma Capitale, non tengono adeguatamente in conto lo specifico contesto del mercato delle comunicazioni elettroniche su rete mobile che, negli ultimi anni, ha richiesto ingenti investimenti da parte degli operatori sia per l’acquisizione dei diritti d’uso di nuove frequenze idonee a sviluppare le reti in 5G, sia per la ristrutturazione delle componenti attive e passive delle stesse reti".

Un progetto per una rete nuova di zecca che non considera ciò che già esiste

Ciò che il Garante considera iniquo è che la “la creazione della rete 5G interamente ex novo senza tener conto delle infrastrutture esistenti né di quelle che, in base ai piani di investimento pubblici e privati, saranno realizzate nei prossimi anni. La gara potrebbe, peraltro, spiazzare gli investimenti già realizzati o programmati andando a incidere sulla concorrenza tra infrastrutture”. Insomma, aprire nel senso di “blindare” una gara da 20 milioni a un unico proponente, significa impedire ad altri operatori che hanno già effettuato investimenti di poter concorrere con il loro prodotto. E la conclusione è che il Comune deve correggere la gara: è sbagliata e chi ci rimette sono gli utenti della telefonia mobile che a Roma rappresentano il primo mercato italiano delle grandi città.

L'elenco dei progetti mai completati

Ufficio grandi marchi: nato per attrarre catene internazionali e per avere una corsia preferenziale contro la burocrazia di fatto non ha portato a una sola apertura targata via dei Cerchi.

Operazione Rolex

La nota azienda di orologi aveva deciso di regalare a Roma due milioni come forma di mecenatismo. Si era ipotizzato di illuminare e restaurare due ponti. Il dossier fu affidato alla Lucarelli. Risultato? Rolex ha rinunciato.

Botteghe storiche

Ristoranti storici sfrattati e aziende artigiane avevano chiesto una tutela speciale per non morire. Tante promesse fatte, zero risultati. Eclatante il caso del ristorante Quinunsemoremai che ha ancora su FB un post con le promesse di intervento.

Spostamento del mercato dei Fiori nel Centro Carni

Avviso di garanzia nell'indagine con ipotesi di reato di turbativa d'asta.

Dehors abusivi

Tante multe fatte e una manciata di chiusure ai recidivi. A salvare Roma ci ha pensato il Governo con la proroga sino al 31 dicembre.

Piano degli impianti pubblicitari

E' stato annunciato perché la città è ridotta ad una giungla di cartelli è sono stati gli stessi operatori a chiedere una nuova regolamentazione ispirata a sistemi meno impattanti per l'arredo urbano e più tecnologicamente efficienti.