Roma

A Ostia la mafia non c'è. In Appello cade l'aggravante per Fasciani

Assolti i fratelli Vito e Vincenzo Triassi. Ribaltata la storica sentenza di Primo Grado

Carmine Fasciani, il suo clan e i fratelli Vito e Vincenzo Triassi non sono mafiosi. Lo hanno stabilito i giudici della Corte d'Appello del Tribunale di Roma, con una sentenza che ribalta la verità emersa nel primo grado di giudizio, e che per la prima volta, il 30 gennaio 2015, aveva riconosciuto l'esistenza di un'associazione di stampo mafioso nella capitale.
Caduta, quindi, l'accusa di associazione di tipo mafiosa e l'aggravante della modalità mafiosa per le diciotto persone accusate di aver controllato per anni la criminalità organizzata ad Ostia. Assolti i fratelli Vito e Vincenzi Triassi. Un colpo durissimo all'accusa e al pool di magistrati che avevano
La sentenza era inizialmente attesa per lo scorso febbraio, ma i giudici di secondo grado avevano richiesto l'acquisizione di ulteriore materiale e un nuovo accertamento istruttorio, poiché si era ritenuto che nel corso del dibattimento non fossero emerse prove sufficienti per emettere un verdetto.
A distanza di quattro mesi, la decisione è arrivata: a fronte della richiesta di condanna del pg Giancarlo Amato, che per 15 degli imputati aveva sollecitato una pena complessiva di duecento anni di reclusione, i giudici hanno condannato per reati che vanno dall'usura all'estorsione al controllo illecito di attività economiche, a vario titolo, dieci degli imputati e assolto altri otto. Dieci anni di reclusione sono toccati a Carmine Fasciani, sei anni a Silvia Franca Bartoli, cinque anni e 8 mesi a Terenzio Fasciani e Gilberto Inno. Sabrina Fasciani dovrà scontare cinque anni e 4 mesi, Azzurra Fasciani quattro anni e 10 mesi. Condannati a quattro anni e 6 mesi Alessandro Fasciani, Luciano Bitti, John Gilberto Colabella e Riccardo Sibio.