Roma
“A Roma una Biennale dedicata ai Municipi”: la proposta al nuovo sindaco
La proposta del senatore Francesco Giro: “Una Biennale a Roma da organizzare negli anni pari dedicata ai 15 municipi a Roma”
di Francesco Giro *
Oggi Affaritaliani è al Trullo, una località vicino alla via Portuense, un insediamento edilizio importante realizzato fra il 1939 e il 1940 su progetto degli architetti Nicolini e Nicolosi, per dare una casa alle famiglie sfollate in seguito allo sventramento dei Fori Imperiali per la realizzazione di Via dell'Impero. Sono abitazioni realizzate in quel periodo.
Dal Trullo vorrei lanciare al nuovo sindaco di Roma una proposta: una Biennale a Roma da organizzare negli anni pari (2022-2024-2026) dedicata ai 15 municipi di Roma, per raccontare la Capitale, la sua bellezza, la sua antichità ma anche la sua contemporaneità. Roma è la città delle città, Urbs urbium. Quindici municipi, da 100 fino a 300mila residenti ciascuno. Tante città custodite in un'unica Capitale.
Perché allora non illustrare, ogni due anni, questa realtà composita e complessa? Fatta di tante cose diverse, talvolta contraddittorie, con un centro storico fra i più celebri al mondo e periferie lontane e vicine, che hanno già una loro storia e identità. Una città dove l'antico e il moderno coesistono, come il bello e il brutto. Quartieri residenziali e quartieri dormitorio, vecchi rioni dove le tradizioni nonostante tutto resistono e nuove lottizzazioni che al contrario resistono all’anonimato. Una città sorprendente.
Se esiste piazza di Trevi, a Roma c’è, in qualche luogo, anche una piazza di periferia con la sua dignità e preziosità e non solo artistica ma soprattutto umana. Perché Roma è anche una grande comunità civile, forse imperfetta ma ricca di umanità, persone, famiglie, donne e uomini. Giovani, anziani e bambini. Dove agiscono associazioni e istituzioni, la politica e la società, lo spettacolo e lo sport, nelle loro molteplici dimensioni, professionali e amatoriali, lo Stato con le sue strutture di governo e il mondo con le sue rappresentanze.
Alcuni cifre: Roma ha una estensione di 1287 kmq, 7 volte Milano ... Nei suoi municipi abitano dalle 130mila persone dell'ottavo Municipio (131.180 ab.) alle oltre 300mila del Municipio vicino, il settimo, che ha una superficie simile ma una densità demografica più che doppia (308.076 ab). Il Municipio più esteso è il quindicesimo (187,31 kmq) seguito dal nono (183,31 kmq ) e dal decimo (150,74 kmq); il più popoloso il settimo, seguito dal sesto (257.534 ab.) e dal quinto (247.302 ab.), pur essendo quest’ultimo fra i più piccoli. Abbiamo municipi poco estesi e molto abitati e viceversa municipi con un vasto territorio ma una popolazione di gran lunga inferiore. Il municipio più piccolo è il secondo (19,66 kmq) seguito dal primo del centro storico (20,09 kmq) entrambi tuttavia con una densità non trascurabile. I municipi sono dunque una realtà importante sul piano territoriale e demografico.
Si è molto parlato in questi anni di decentramento amministrativo. Una città come Roma più simile ad una megalopoli non riuscirà ad amministrare il suo territorio se non lo disarticola sul piano amministrativo. Oggi i municipi non hanno autonomia e il primo vero elemento di questa loro subalternità al Campidoglio è l’assenza di un bilancio proprio. Molti obiettano che non sarebbero in grado di predisporlo e di gestirlo.
Ancora ieri leggevo un autorevole giornalista che nella sua quotidiana rubrica delle lettere lamentava ad un lettore la mediocrità delle amministrazioni municipali di Roma. Ma anche l'apparato centrale del Campidoglio, con i suoi dipartimenti e uffici, spesso ha dimostrato la sua inadeguatezza. Solo con una maggiore, seppure graduale, autonomia amministrativa potremmo finalmente realizzare una selezione delle classi dirigenti locali e una gestione di prossimità la cui qualità degli interventi sarebbe comunque verificabile.
Oggi il bilancio di un municipio è derivato da quello centralista del Campidoglio e - fra spesa corrente e per investimenti - si aggira su diversi milioni a municipio destinati in larga misura alla spesa storica, per la scuola e la refezione nelle mense, per l'assistenza ai minori, ai disabili e agli anziani, per il sostegno all'affitto e altre misure assistenziali, per la manutenzione ordinaria. Poche risorse per investimenti in conto capitale per opere e lavori pubblici, edilizia scolastica, arredi e infrastrutture, con il rischio sempre che le linee di finanziamento vengano concesse e poi revocate da Comune.
Ecco di queste criticità ma anche delle straordinarie opportunità che già - e nonostante tutto - emergono dai municipi, con punte di eccellenza in ambito culturale, architettonico, scientifico, si potrebbe discutere nella Biennale Roma, uno scenario dove presentare i progetti di riqualificazione urbana e di rigenerazione energetica già realizzati e quelli da realizzare. Una Biennale Roma per discutere confrontarsi e ricostruire una Capitale insieme, Roma e il suo avvenire.
* Francesco Giro, Senatore di Forza Italia e Segretario del Senato della Repubblica