Roma
A24 dei Parchi Roma-Pescara, nuova sentenza brivido: via l'Anas torna Toto
Si apre subito il contenzioso civile. La società del Gruppo Toto: “Si prenda atto delle sentenze, per noi danni economici e reputazionali”
A 24-A25 Roma-Pescara Teramo: una nuova sentenza del Tribunale, stavolta di Teramo, dà ragione alla società Strada dei Parchi e fa tornare indietro l'orologio della concessione: via la revoca e alla gestione Anas, tutto torna come prima.
Secondo la sentenza del Tribunale di Teramo, che segue quella dei giudici de L'Aquila, l'accusa di non aver effettuato le manutenzioni sull'asse autostradale che unisce il Tirreno con l'Adriatico e il Lazio con l'Abruzzo, è campata in aria, tant'è che la formula è quella del “fatto che non sussiste”.
Dunque, dal quel “lontano” 7 luglio 2022, giorno in cui in Gazzetta Ufficiale fu pubblicato l'articolo 2 del Decreto Legge 85 che revocò clamorosamente la concessione, si apre un caso. Perché la scelta del Governo Draghi attraverso il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, due sentenze conformi di due Tribunali diversi, ora costringono l'esecuto Meloni e il ministro per le Infrastrutture Salvini a predisporre un nuovo decreto che porterà indietro l'orologio e restituirà la concessione all'imprenditore Toto.
Ma se il Governo dovrà prendere atto della doppia sentenza conforme e restituire la concessione al Gruppo Toto, c'è il rischio che sulla gestione Anas si apra un contenzioso civile di grandi proporzioni per i “danni” causati dal mancato incasso dei pedaggi da parte di Autostrada dei Parchi e da parte Anas per gli importanti lavori di manutenzione effettuati durante l'anno di revoca del regime concessorio. E' molto probabile che una volta resa esecutiva la sentenza i protagonisti di una vicenda surrreale dovranno necessariamente sedersi al tavolo per negoziare un intero anno di costi e ricavi e trovare una formula che possa evitare una serie di ricorsi civili.
E per Strada dei Parchi la sentenza “non sussiste” è una vittoria contro lo Stato: “Strada dei Parchi apprende con viva soddisfazione che anche il Tribunale di Teramo, così come quello de L’Aquila nel dicembre scorso, ha emesso sentenza di assoluzione dall’accusa di non aver fatto adeguate manutenzioni sulle Autostrade A24 e A25 con formula piena per tutti i capi di imputazione “perché il fatto non sussiste”, la cui ampiezza assolutoria sgombera definitivamente il campo da qualsiasi dubbio sulla gestione della concessione autostradale in capo alla società Strada dei Parchi”.
“Il Disegno di legge basato su ragioni infondate”
La nuova e ulteriore assoluzione è di grande rilevanza sia perché rappresenta motivo di rassicurazione per tutti gli utenti delle tratte autostradali interessate, sia perché tale esito dei procedimenti penali intentati nei confronti di Strada dei Parchi e dei suoi amministratori smonta in modo incontrovertibile e in via definitiva le ragioni, infondate, che furono poste alla base del provvedimento (D.L. n. 85/2022) con cui il Governo precedente ha disposto la revoca in danno della Concessione. Infatti, quella norma, mai applicata in altre circostanze pur di fronte ad effettivi accadimenti con gravi conseguenze, si fondava sostanzialmente sulla contestazione che la Concessionaria non avrebbe eseguito la dovuta manutenzione ordinaria dei viadotti autostradali, in termini corrispondenti alle ipotesi di reato oggetto dei procedimenti giudiziari avviati dalle Procure presso i Tribunali abruzzesi. Procedimenti di cui quello de L’Aquila è stato il primo a trovare conclusione avversa a tale ipotesi. Tesi ora condivisa dal Tribunale di Teramo”.
“Un inadempimento non si accerta per legge”
Ancora Strada dei Parchi: “A prescindere dall’assoluta singolarità di una legge che “accerta” un inadempimento, la sentenza del Tribunale di Teramo, al pari della precedente, è di fondamentale importanza perché proviene da chi – un giudice – è l’unico presso cui, nel nostro ordinamento, risieda il potere di accertare i fatti. Ecco, ora è definitivamente chiaro: l’unico che ha il potere di pronunciarsi, ha dichiarato che i fatti, che per “legge” costituirebbero l’inadempimento, non sussistono. Nel caso di Strada dei Parchi, poi, oltre che inesistenti, quei fatti sono anche del tutto inverosimili.
La Società – che nel 2001 vinse la gara europea per l’affidamento della concessione della A24 e A25, una delle prime e delle poche visto che in Italia l’affidamento delle concessioni autostradali, nell’ambito delle cosiddette privatizzazioni nel tempo attuate nel nostro Paese, è quasi sempre avvenuto senza il ricorso a procedure di evidenza pubblica – fa parte del Gruppo Toto, il cui core business è da sempre quello delle costruzioni delle grandi infrastrutture viarie, in particolare autostradali. Tale circostanza, unitamente al modello di convenzione “di riequilibrio” – che prevede che tutti gli oneri di manutenzione, anche quelli eccedenti il programmato, debbano trovare ristorno in tariffa – ha indotto il Ministero concedente a inserire delle puntuali norme di limitazione al volume delle manutenzioni da realizzarsi al fine di evitare che il Concessionario abusi della possibilità di fare interventi manutentivi.
Poiché tali opere di manutenzione, oltre il programmato, sono state tutte approvate dal Ministero, l’accusa di mancata manutenzione, più che falsa, appare ridicola: la sentenza del Tribunale di Teramo, come le precedenti, lo conferma così come la manutenzione è stata effettuata da Strada dei Parchi in modo tale che è stata sempre garantita la sicurezza della circolazione e l’incolumità degli utenti.
“Il contenzioso civile è servito”
Cesare Ramadori, presidente di Strada dei Parchi: “Ora, alla luce delle esemplari sentenze dei Tribunali abruzzesi, occorre che l’onorabilità che i Tribunali ci hanno restituito trovi rapidamente corrispondenza nei fatti, prendendo atto delle decisioni della Magistratura e ponendo fine e rimedio ai gravissimi danni economici e reputazionali già incolpevolmente subiti dalla nostra Società”.