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Roma
Acea, assemblea teatrino. Tutta la verità sui conti infarciti di finanza

di Franco di Grazia *

La Holding Acea SpA ha celebrato l’assemblea degli azionisti che chiude tre anni (2013-2016) in cui sono “evaporate” le aspettative aperte dalle buone intenzioni del sindaco Ignazio Marino, di ridimensionare i poteri forti Suez e Caltagirone, con la riduzione da 9 a 7 dei membri del CdA, e l’intento anche di ridurre i costi della governance e del management.

E poi il dietrofront del sindaco (ormai decotto) che ha sancito il ritorno dai 7 ai 9 del membri in CdA, con grande soddisfazione dell’azionista FG. Caltagirone e un gravi conflitti d’interesse, almeno etici (ma non previsti dalla legge). Poi, dopo la caduta rovinosa di Marino, l’intermezzo dei pieni poteri del Commissario Tronca, che ha aggiunto pesanti problematiche nelle gestione delle cose dell’Acea. Infine, da luglio 2016 l’arrivo dei grillini in Campidoglio e le distrazioni che ne sono seguite per le vicende ben note ai romani che hanno colpito la giunta Raggi.

Al Centro Multimediale di Tor di Valle si è così celebrata l’assemblea degli azionisti Acea alla presenza del Sindaco Virginia Raggi, nuovo azionista e portatore del 51% del Comune di Roma, che probabilmente non poteva tener conto che in quella sede si celebravano l’approvazione dei Bilanci del Gruppo Acea SpA, e la nomina e l’elezione dei nuovi vertici societari, che governano il controllo delle Società che gestiscono i servizi idrici (a Roma) e nei comuni limitrofi all’area metropolitana romana, ma anche in Toscana, in Umbria, Campania. Praticamente in tutto il Centro Italia.

La presenza dei “politici”, però, non ha agevolato i lavori agli azionisti “presenti” ed anzi hanno ostacolato infine l’analisi approfondita dei documenti contabili ed il commento alle risposte dei quesiti sottoposti a verbalizzazione. Tanto è vero che la nostra Associazione non ha condiviso la decisione di restringere i tempi degli interventi sui punti all’ordine del giorno, da 10 minuti a 5 minuti e per le repliche da 5 a 2 minuti e mezzo. La riunione fondamentale degli azionisti ridotto ad un teatrino che ha evitato gli approfondimenti sui dati, sulla salute della Società e sulla validità o meno della gestione, sulle ricadute sui cittadini utenti/clienti  e lo “sfruttamento” dei servizi essenziali (acqua, luce, ambiente, illuminazione pubblica, trattamento dei rifiuti, etc.).
L’Associazione dei piccoli azionisti (definiti così dalla L.58/98, nota come legge Draghi) hanno lanciato, vista la ristrettezza dei tempi, due notizie: la privatizzazione dei servizi idrici, contestata nel 1987 (partendo dai dipendenti Acea), quando non c’era ancora il M5S, è fallita; la privatizzazione “dell’acqua monopolio naturale e bene comune essenziale” è contestata da tutte le comunità servite, ed é ancor più bocciata dal Referendum popolare del 2011. Da tutti gli italiani!

La seconda notizia ha riguardato i Bilanci della Holdin Acea spa che, attraverso una finanziarizzazione esasperata, sono stati coperti e “infarciti” di riconoscimenti tariffari e regolatori dall’AEEGSI (Autorità dell’Energia Elettrica, il Gasa e i Servizi Idrici).
Le relazioni ufficiali dimostrano due paradossi, da un lato sono arrivate le multe milionarie dell’AGCM (Autorità Garante del Commercio e del Mercato) – definita più semplicemente Antitrust italiana-  e dall’altra il riconoscimento di “premi milionari” dall’AEEGSI che hanno esaltato i bilanci della Holding attraverso i provvedimenti regolatori nell’idrico MTI (2016-2019) e elettrico (2016-2023). Pertanto l’Acea nell’Area Industriale idrica al 31.12.2016 ha registrato un incremento di 44,2 milioni di euro rispetto al 2015 (+14,2%) determinata alla crescita reddituale determinata in bolletta dagli aggiornamenti tariffari approvati. Acea Ato2 (roma e provincia) per 43,1 milioni di euro; società idriche Toscane, di Unbria e Campania (+0.8%). I dati delle Società controllate da Acea spa nella valorizzazione tariffarie, tra l’altro, comprendono le stime dei conguagli riconosciuti.

Inoltre, in bolletta sono state riconosciute quote relative alla “qualità commerciale” e alternativamente la componente OpexQn (maggiori costi sostenuti Progetto 2.0) ovvero la riduzione dei costi del personale. Tra i ricavi quindi sono iscritti atri 23,1 milioni di euro sulle prestazioni “consentite” nel II semestre 2016.
In conclusione, in piena crisi economico-finanziaria, per non socializzare i debiti e ostacolare lo sfruttamento delle lobby e dei soliti circuiti corrotti, è bene essere vigili e partecipare attivamente alla chiusura dei conti. Fuori c’è un 23% di risparmiatori e fondi che posseggono le Azioni di Acea Spa che non partecipano. Occorre finirla con le sudditanze e il disinteresse sulle cose che ci riguardano tutti.
E’ questa la breve sintesi che dovrebbe spazzare via i proclami e le fuffe che non possono vanificare gli sforzi dei piccoli azionisti dipendenti e dei risparmiatori esterni, che tra mille ostacoli e difficoltà, offrono il loro contributo di controllo e chiarezza per i quali invocato trasparenza.  
Mercoledì prossimo dovrebbe svolgersi l’insediamento del nuovo presiedente, del nuovo amministratore delegato e di tutti i consiglieri d’amministrazione, non ci resta che augurarci miglioramenti significativi dopo le derive degli ultimi anni e maggiore trasparenza e condivisione per rilanciare il “gioiello”  del Comune di Roma.


* Presidente Apa, Associazione Piccoli Azionisti

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