Acea non ripara i guasti all’acquedotto colabrodo e pensa a chiudere i nasoni
Codacons: “I turisti cercheranno refrigerio nelle fontane storiche
A Roma è emergenza acqua, ma ai cittadini non bastano le iniziative messe in atto dall'amministrazione comunale e denunciano di zona in zona casi di spreco idrico dovuti dalla malgestione del territorio.
A Roma-sud, poco fuori al raccordo anulare, sono state segnalate da giorni le perdite dell'acquedotto in via Don Umberto Terenzi, ma Acea non ha ancora riparato il guasto. Come si vede dalle foto inviate dai cittadini, la strada è costantemente bagnata a causa delle reti idriche colabrodo che riversano acqua potabile sul suolo.
E mentre il Campidoglio valuta la chiusura a scacchiera dei “nasoni” presenti in ogni angolo del Centro storico, il Codacons si oppone e attacca le scelte della giunta: “La chiusura delle fontanelle costringerebbe turisti e cittadini ad acquistare l’acqua in bar ed esercizi commerciali, con danni economici evidenti e sicure speculazioni, configurando al contempo una interruzione di pubblico servizio” dichiara il presidente Carlo Rienzi, che paventa danni ancora più seri al patrimonio storico della città. “Si creerebbe anche un rischio per le fontane storiche della capitale, perché molti turisti in cerca di refrigerio, non potendo più utilizzare i nasoni per rinfrescarsi, sarebbero indotti ad utilizzare l’acqua delle fontane”, sostiene. Secondo i dati di Codacons, la chiusura dei nasoni garantirebbe una riduzione dello spreco idrico dell'1% appena, contro il 50% delle falle nelle tubature, come in via Don Umberto Terenzi, appunto.
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