Roma
Acqua all'arsenico a Viterbo. L'Unione europea lancia l'ultimatum all'Italia
Se in due mesi non si rimedierà alla questione, la Commissione europea potrà deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue
Tracce di arsenico e fluoruro nell'acqua potabile nel viterbese. L'Unione europea lancia un ultimatum all'Italia: due mesi di tempo per rimediare alla questione.
La Commissione europea ha inviato un parere motivato all'Italia per aver disatteso gli obblighi imposti dal diritto dell'Ue sulla qualità delle acque destinate al consumo umano e per aver lasciato che i valori di parametro per l'arsenico e il fluoruro venissero superati in alcune zone, in particolare nella provincia di Viterbo.
Lo scopo della direttiva sull'acqua potabile del 1998 è quello di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano, garantendone la salubrità e la pulizia. Le norme Ue impongono che l'acqua potabile non contenga microrganismi e parassiti e sia esente da qualsiasi sostanza che costituisca un potenziale pericolo per la salute umana.
Per un lungo periodo di tempo l'acqua potabile erogata in 16 zone di approvvigionamento idrico nella regione Lazio, nello specifico nella provincia di Viterbo, ha superato i parametri stabiliti per l'arsenico e/o il fluoruro. Secondo la Commissione, questo può costituire un rischio per la salute umana, in particolare per i bambini di età inferiore ai 3 anni. Nel 2014 la stessa Commissione aveva inviato una lettera di costituzione in mora, primo passo della procedura di infrazione. Ma le autorità italiane non hanno ancora adottato gli opportuni provvedimenti e non hanno rispettato l'obbligo di informazione e di notifica ai consumatori in merito agli eventuali rischi per la salute.
L'Italia ora dispone di due mesi per porre rimedio alla situazione. In caso contrario la Commissione potrà decidere di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione Europea.