Acqua all'arsenico, nel Lazio record di sforamenti. Il Cnr fa i conti
Secondo uno studio del Cnr la maggior parte dei comuni interessati dagli sforamenti si concentrano nel Lazio
Acqua all'arsenico, secondo il Cnr sono 110 i comuni in cui la concentrazione di arsenico non riesce ancora a rientrare nei limiti stabiliti dalla legge. Quasi tutti concentrati nel Lazio, dove se ne contano ben novanta.
I limiti sono quelli noti a livello europeo, cioè di 10 microgrammi per litro. Ma i comuni con livelli elvati possono avere una deroga che alza il limite massimo a 20. Il provvedimento di deroga interessa in totale oltre 963mila persone, la maggior parte a Viterbo (315.523) poi a Latina e Roma per il Lazio. In Toscana tocca le province di Livorno, Arezzo, Pisa e Siena.I dati arrivano da uno studio dell'Istituto di ricerca sulle acque del Cnr sulla base di una elaborazione di Cittadinanzattiva-Legambiente.
“Chi negli anni ha concesso deroghe a ripetizione per la messa a norma delle acque laziali è responsabile dei danni prodotti ai cittadini e all’ambiente. Consentire lo sforamento dei limiti di arsenico in un bene primario come l’acqua, oltre ad essere una follia, potrebbe addirittura configurare veri e propri reati, da quello di inquinamento ambientale al reato di commercio e distribuzione di sostanze nocive. Senza contare eventuali danni fisici alle persone che hanno consumato acqua contaminata da arsenico”, tuona il Codacons.