Roma
Acqua, Minnucci a Raggi: ordinanza anti-spreco non salva il lago di Bracciano
La battaglia politica ed ecologica per salvare il bacino vulcanico alle porte di Roma
Il lago di Bracciano si svuota centimetro dopo centimetro a causa delle captazioni di Acea per abbeverare Roma e le zone limitrofe. Il sindaco Raggi ha promosso un'ordinanza contro lo spreco dell'acqua potabile, ma i cittadini della zona del lago non sono soddisfatti. L'ex sindaco di Anguillara Emiliano Minnucci (Pd) ci spiega perchè.
di Diana Maltagliati
Sul suo sito ha pubblicato un comunicato che riguardo all'emergenza acqua di Roma. Lei scrive: “L'ordinanza emanata da Virginia Raggi è un vero insulto all'intelligenza dei cittadini di Bracciano”. Perché?
Quel tipo di ordinanza si fa di routine, la fa qualsiasi sindaco a inizio estate, anche nei comuni più piccoli. Si vieta l'utilizza di acqua potabile per scopi diversi da quelli umani: lavare la macchina, utilizzarla per il giardino, per le piante, per la piscina. Il fatto che la Raggi l'abbia fatta è scontato, dà fastidio che se la sia venduta propagandisticamente come un evento straordinario, come un coniglio dal cilindro in grado di alleviare i problemi delle captazioni dal lago di Bracciano. Se uno fa passare un'ordinanza di routine come la grande trovata per salvare il lago di Bracciano butta fumo negli occhi ai cittadini. Se la Raggi avesse detto: “Ho chiuso le fontane per risparmiare acqua, abbiamo bloccato l'erogazione di tutti i “nasoni” di Roma”, ecco uno avrebbe potuto dire “magari non è gran cosa, in termini di consumo complessivo, ma è un atto concreto”.
Al momento Acea quanto sta captando dal lago di Bracciano e quali sono state le conseguenze fino a questo momento?
Il tema vero è questo: quello che capta Acea lo sa solo Acea. Non esiste un organismo terzo e indipendente - per esempio un'autorità di bacino - che controlli. Acea dice di prelevare 1400-1600 litri d'acqua al secondo, hanno detto pubblicamente che dovranno arrivare a 1800, ma noi dobbiamo fidarci di quello che dicono. Non abbiamo strumenti per verificare. Questo è uno degli snodi cruciali della vicenda. Parliamo di un ambito molto delicato e c'è bisogno da ieri, non da domani, di un'autorità terza che certifichi secondo per secondo quello che capta Acea. Quando il controllato fa il controllore e viceversa è evidente che le cose non vanno.
Preso anche per buono quello che dice Acea, stiamo parlando di una quantità d'acqua pari a uno stadio olimpico che viene prelevata tutti i giorni. É visibile a occhio nudo, abbiamo fatto la denuncia alla procura. La spiaggia è avanzata di decine di metri. Abbiamo delle spiagge da Copacabana. Un centimetro che cala in altezza si nota. Ci sono già degli isolotti emersi, problemi di affioramento delle alghe. Gli esperti prevedono una moria dei pesci in breve tempo. La vita di un lago non è tutta sullo specchio d'acqua, i pesci si riproducono nelle zone costiere e il ritirarsi repentino dell'acqua mette in discussione tutto l'ecosistema. Tra una settimana-10 giorni probabilmente non sarà più nemmeno navigabile. C'è la motonave che gira per i tre moli che non potrà più attraccare. I circoli velici mettono in acqua solo le barche a vela più piccole che possono essere alzate di forza e portate dove l'acqua è più alta, ma mettere in acqua una barca un po' più grande è diventato praticamente impossibile.
É una cosa molto grave, diamo le giuste dimensioni. Siccità e cambiamenti climatici non li mettiamo in discussione. Le cose cambiano e lo fanno troppo in fretta. Ma questo è un tema che deve essere affrontato ad altri livelli. Certo la pioggia sarebbe la soluzione, se piovesse un mese ininterrottamente probabilmente avremmo recuperato gran parte di quello che si è perso. Però lei capisce che non possiamo far finta che non ci sia un altro problema affianco a questo. Affianco al problema naturale che non piove c'è il problema che riguarda quella che doveva essere originariamente la riserva idrica di Roma – così nel 1990 venne data la concessione ad Acea - . Riserva vuol dire che nel caso ci fosse stato un problema, la rottura di un acquedotto, in particolare l'acquedotto del Peschiera, che è quello che serve da sempre Roma, dentro questo contesto questo avrebbe prodotto la necessità di doverci affidare a una riserva, che è il lago di Bracciano. Il lago non è più una riserva, ma è diventato un pozzo senza fondo da cui preleva Acea costantemente senza tregua, dal 1 gennaio al 31 dicembre. Contestiamo ad Acea il fatto di non aver preso in considerazione mai, evidentemente, la possibilità di avere una stagione così arida come quella che vediamo quest'anno perché altrimenti non ci troveremmo nelle condizioni in cui ci troviamo adesso.
Dato che anche lei è stato sindaco (di Anguillara) le chiedo: c'è un modo per superare l'emergenza idrica di Roma senza ricorrere alle captazioni? Lei cosa farebbe?
Nell'immediato ridurrei al minimo lo spreco d'acqua e i consumi, manterrei fede a quello che dice la concessione del '90. La concessione del '90 dice: Acea è autorizzata a prendere da un minimo di x e un massimo di y, compatibilmente con le normali oscillazioni del lago di Bracciano. Non può andare sotto ad un minimo che presuppone un disastro ambientale. Bisognerebbe fare investimenti importanti. Si parla da tempo del rafforzamento dell'acquedotto del Peschiera. È assurdo che Roma abbia una tale rigidità per cui se domani scoppia l'acquedotto del Peschiera, Roma resta senz'acqua. Questo è assurdo, ci devono essere delle alternative. Va rafforzato il Peschiera, vanno riattivati tutti i pozzi di quei comuni che hanno ceduto il servizio ad Acea. Dal '90 ad oggi Acea si è presa in carico anche 75 comuni della provincia che insieme fanno un milioni di abitanti, fanno un'altra mezza Roma, e li servono con le stesse fonti di approvvigionamento che 30 anni fa dovevano servire solo Roma. Quei comuni si servivano autonomamente, gestivano a livello casalingo l'approvvigionamento d'acqua con dei pozzi locali comune per comune: vanno riattivati. Acea non risolverà il problema se non quadruplica o quintuplica la quantità d'acqua che si prende già oggi dal Tevere. È chiaro che un lago ha una dimensione finita, mentre un fiume sorgivo ha una diversa connotazione. Poi l'intervento risolutivo: evitare che la metà di quest'acqua si disperda nel sottosuolo. Le reti idriche, a Roma in modo particolare, sono un colabrodo, una gruviera. La metà dell'acqua se ne va prima di arrivare nelle case. Spegniamo i nasoni. Quelli dei nasoni saranno 200 litri al secondo? Saranno 200 litri al secondo che verranno risparmiati dal prelievo del lago di Bracciano. Riduciamo drasticamente il prelievo. Se ci troviamo in queste condizioni a giugno, a metà settembre il lago non c'è più. Si paventa la possibilità di un crollo di un altro metro in altezza. Siamo già un metro e cinquanta sotto alla condizione normale del lago. Quello che mi fa arrabbiare è che Acea è una società che fa profitti. Il comune di Roma ha messo a bilancio 64 milioni d'euro in quanto socio di maggioranza di Acea. Non si può fare il bilancio sulla pelle del lago di Bracciano.
L'errore dei 5 Stelle è stato non prevedere che ci sarebbe stata un'emergenza e non pianificare una soluzione prima dell'inizio dell'estate?
Dire che è responsabilità totale dei 5 stelle sarebbe disonesto. È chiaro che c'è un pregresso. Tuttavia il problema si manifesta oggi nella sua gravità per la prima volta. Nei momenti cruciali chi gestisce il potere deve prendere decisioni. Oggi chiediamo che chi ha il potere in mano si assuma le proprie responsabilità. L'ordinanza è un modo di nascondersi dalle proprie responsabilità. Serve ridurre al minimo i consumi pubblici.
Lei a febbraio aveva dichiarato che avrebbe coinvolto il governo nella questione. Ha ottenuto risposte?
Il governo l'ho ripetutamente coinvolto, ho fatto un question time. Non ho trovato una grande capacità di risposta dal Ministero dell'Ambiente. Mi sono fatto tramite tra le amministrazioni locali e il ministro Galletti per avere un incontro, ma nulla. Questo mi offende, sarebbe stato doveroso convocarli. Siamo partiti da novembre a sollevare il problema, a febbraio l'abbiamo rilanciato. Se i comuni ti chiedono di incontrarti, anche laddove tu ritenga che non è il caso di istituire il tavolo, li convochi, li incontri ed è giusto che lo faccia il Ministro.