Roma

Addio principe Ruspoli con Gasparri, Alemanno e Fiore. E gli amici di famiglia

di Riziero Ippoliti

L'omelia del cardinale Leonardo Sandri: “Gli ultimi giorni vissuti nella sobrietà” Il suo motto era: “Il Papa non si discute si serve”

Lilio Ruspoli, conosciuto come Lillo, era uno degli ultimi esponenti della nobiltà romana ed era imparentato con altre famiglie nobili come gli Orsini, i Farnese e i Salviati. Durante la sua vita Ruspoli è stato dirigente d’azienda, banchiere e ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta. Il principe ha anche intrapreso la carriera politica venendo eletto come consigliere comunale di Roma per il Movimento Sociale Italiano, nel 1989.

Il funerale ha avuto inizio poco dopo mezzogiorno, quando il feretro ha raggiunto la chiesa, gremitissima di amici e parenti. Molti le personalità che hanno partecipato al funerale del principe, tra queste Guglielmo Giovanni Marconi, l’artista Ilian Rachov e la principessa Irma Capece Minutolo. E poi la politica, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e Roberto Fiore, esponente di Forza Nuova. Nella chiesa erano presenti i rappresentanti del Sovrano Ordine di Malta e dell’Arciconfraternita di Sant’Anna dei Parafrenieri. Tra le panche della chiesa di San Lorenzo in Lucina, la moglie di Gianni Letta, Maddalena Marignetti.

La cerimonia è stata officiata dal Cardinale Leonardo Sandri, di origini argentine, che era amico del principe. Durante l’omelia ha ricordato i meriti e le opere benefiche di Sforza Ruspoli. “Aveva una consapevolezza profonda - ha ricordato il cardinale - che la ricchezza non nasce dal potere e dai possedimenti secolari, ma dalla fede in Cristo, ancora e fondamento di questo nostro fratello. Ha saputo coltivare molte amicizie. È stato un uomo che ha saputo celebrare il dono delle persone care”.

“Il Papa non si discute, si serve”

Sandri ha anche elogiato la sobrietà con cui il principe ha affrontato la fine dei suoi giorni: “Con la famiglia e i collaboratori aveva stabilito come affrontare il trapasso: accompagnare il declino fisico con le forze e gli strumenti possibili, ma senza accanimento. Pregare e far pregare. Celebrare le esequie con sobrietà”. Infine il cardinale ha ricordato il rapporto che il principe teneva con la Santa Sede. “Ricordo tante sue espressioni, ma soprattutto una: ’Il Papa non si discute, si serve’”.

Al termine della celebrazione è stata data lettura al telegramma con le condoglianze che il Papa ha rivolto alla famiglia del Principe. “Appresa la notizia della morte del Principe Sforza Ruspoli, il Sommo Pontefice desidera esprimere sincere condoglianze ai congiunti, assicurando la preghiera per il compianto defunto, fedele figlio della chiesa, che si è sempre prodigato per la promozione dei valori cristiani, favorendo altresì le opere di carità nella Santa Sede. Il Santo Padre invoca per la moglie, le figlie, e quanti lo stanno piangendo il conforto della fede”.