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Roma
"Adotta un asilo nido". Appello ai privati. Noi con Salvini: "E' emergenza sicurezza"

 di Fabio Sabbatani Schiuma *

La proposta di privatizzare i nidi comunali e di cedere allo Stato le scuole materne per l’impossibilità di reperire le risorse necessarie e la difficoltà  di abbattere le liste di attesa, è figlia di una cattiva gestione del settore  di cui ogni giunta capitolina, di qualsiasi colore, si è resa protagonista  nell'ultimo ventennio. Con il risultato che da tempo a Roma c'è una vera e  propria emergenza sui costi e sulle carenze strutturali dei circa 1300 plessi  scolastici di competenza comunale.

Liste d'attesa, genitori costretti alla  piazza, bimbi a serio rischio sicurezza, operatori sul piede di guerra, oltre a  soldi sperperati in progetti costosi e fallimentari. Il concorso dei privati appare al commissario Tronca come l'unica scorciatoia  possibile, ma si sbaglia nel pensarlo finalizzato alla gestione. Fermo restando  che il tutto costitusce una chiara scelta politica che va oltre l'ordinaria  amministrazione alla quale sarebbe preposto, il privato va al limite coinvolto  nella ristrutturazione e messa a norma con la legge 626 delle scuole in  questione. E' questa la nostra proposta 'Adotta un asilo nido', con cui contribuire a  reperire i fondi che servono. Nel lontano 2001 infatti, il Campidoglio  commissionò un monitoraggio alla società Igeam per l’adeguamento alla Legge 626  sulla sicurezza nei plessi scolastici di competenza comunale. Dopo i primi 300  risultati emerse un dato che in proporzione richiedeva circa 770 miliardi delle  vecchie lire per i necessari interventi.

Se vogliamo davvero fare qualcosa di  concreto, bisogna offrire ai privati sgravi fiscali sulle tasse comunali,  cartellonistica pubblicitaria gratuita e rapporti prioritari con la pubblica  amministrazione, mediante la creazione dell'albo delle imprese 'socialmente  utili',  in cambio del contributo a una migliore manutenzione e  ristrutturazione scolastica. Il tutto con il risultato di recuperare   l'utilizzazione di tanti plessi scolastici che hanno ancora aule inagibili: le  liste d'attesa si dimezzerebbero e se recuperassimo i tanti spazi destinati  alla didattica utilizzati per altri scopi o magari occupati, eviteremmo di  costringere le famiglie romane al ricorso al privato come unica soluzione. Che può essere solo una libera scelta, ove però la scuola pubblica resta garantita. 

*componente del coordinamento romano Noi con Salvini e segretario nazionale di Riva Destra

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