Affittuari del Comune di Roma, incubo degli sfratti anche per chi è in regola
L'intervento. Caritas, Anapia, Pro Loco e Enti Unesco nel mirino della mala burocrazia
di Pasquale Calzetta *
Gli affittuari che utilizzano a vario titolo gli immobili di proprietà comunale stanno vivendo un vero e proprio incubo. Da alcuni mesi ricevono lettere di sfratto dall’Ufficio Patrimonio del Comune di Roma in cui gli viene intimato di lasciare entro 30 giorni i locali dove svolgono le loro attività.
Ad alcuni gli viene anche chiesto di pagare oltre 100.000,00 Euro di affitto. Tutto sarebbe più che legittimo se stessimo parlando di enti morosi o occupanti abusivi di vario tipo. Si tratta invece di richieste arrivate alla Comunità di Sant’Egidio, a scuole professionali con centinaia di ragazzi come Anapia Lazio, la Caritas diocesana, associazioni disabili, Pro Loco regolarmente attive, Associazione Motulesi, enti Unesco e tanti altri che hanno regolare concessione e pagano da sempre regolarmente l’affitto.
Ma perché tutto questo? In sostanza dal 2013 le concessioni di tutti gli immobili affittati sono scadute e né con l’amministrazione Marino e neppure durante i mesi del Commissariamento Tronca si è fatto nulla per regolarizzare la situazione anche attivando appositi bandi pubblici. Ora la Corte dei Conti sta intervenendo pesantemente su tutti senza guardare in faccia a nessuno. Sono stati aperte indagini nei confronti di vari dirigenti che si sono susseguiti nel tempo e attualmente sono state attivate oltre 350 verifiche su altrettanti contratti di affitto. Ma dov’è la politica?
Che sulla gestione del patrimonio comunale ci sia sicuramente da mettere mano è cosa certa, negli ultimi anni si è fatto tutto il peggio possibile sprecando in molti casi una fonte importante di introiti per le languide casse capitoline, ma come in tutte le cose bisognerebbe esser capaci di usare il bisturi e non la motosega.
Il Dipartimento Patrimonio avrebbe già pronta una bozza di regolamento per gestire la fare transitoria e per disciplinare la materia ma pur avendolo spiegato agli ultimi 4 assessori al patrimonio che si sono susseguiti nella Giunta Raggi, nessuno ha messo mano alla questione e i danni ora sono sempre più evidenti.
E’ tempo per la politica si riappropriarsi della capacità di fare scelte e non demandi tutto agli organi giudiziari. Una città come Roma non si amministra solo con la magistratura, Roma deve rinascere dai progetti e dalle idee, mi pare che sempre più ci si impegni per affossarla. Nei prossimi giorni verranno presentate Mozioni in tutti i municipi e in Assemblea Capitolina per sollecitare la soluzione del problema. La Raggi e la sua Giunta non possono continuare a congelare la città.
* Pasquale Calzetta, esponente Forza Italia
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