Roma

Agenzia delle Dogane, direttore a giudizio per truffa ottiene la promozione

Nel 2019 all'agenzia per le Dogane fu bloccato il concorso per 69 dirigenti. La commissione a giudizio per aver soffiato la prova scritta

di Enza Colagrosso

All'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è arrivato il via libera, da parte del Tar Lazio, per riaprire il concorso a 69 posti da dirigente fermo dal 2013 dopo il rinvio a giudizio per truffa di alcuni componenti della Commissione esaminatrice, di dirigenti e di candidati.

L’istanza di sospensione al Tar Lazio era stata presentata da Dirpubblica. Per coloro che non ricordano l'intera vicenda, ricapitoliamo brevemente come andarono i fatti. Durante il concorso, che nel 2013 avrebbe dovuto assegnare 69 posti di dirigente di seconda fascia all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Alberto Libeccio presidente della Commissione esaminatrice, insieme a Enrico Maria Puja, finirono sotto la lente della giustizia perché, secondo l’accusa, si occuparono di passare il materiale utile a superare la prova scritta.

L’organizzazione “concorso sicuro”, si distinse poi per l’originalità della soluzione trovata: taroccarono una Gazzetta Ufficiale inserendo al suo interno l’intera soluzione del compito. Il diavolo fa le pentole ma dimentica sempre i coperchi ed è per questo che un’idea così originale fu fatta recapitare ai candidati coinvolti, per email. Questo scivolone fece si che, quando iniziarono le indagini, in breve furono rintracciati quasi tutti i destinatari della graditissima missiva. Certo chi poteva prevedere che Lucio Pascale, il candidato beccato a copiare ed espulso dalla prova, uscito dalla sede del concorso andasse dritto, dritto dai Carabinieri a spifferare tutto. 

Cosa successe poi è stato già raccontato dalla cronaca, vale però la pena ricordare che, mancando i dirigenti all’interno dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, qualcuno aveva già pensato di riaprire questo famigerato concorso ma, quando Libeccio e Puja, insieme ad altri dirigenti sono stati rinviati a giudizio, la macchina concorsuale fu fermata e tutto sembrava definitivamente andato a carte quarantotto, alla faccia dei candidati che si erano eticamente preparati e dello Stato che aveva speso bei soldi. Storia finita, poi la mannaia delle retrocessioni che si è abbattuta, lo scorso 15 aprile, e ha decapitato i dirigenti coinvolti nella storia, a cui è stata tolta la qualifica di Pot (posizione organizzativa temporanea) riportandoli al grado di semplici funzionari, sembrava aver messo un punto definitivo all'intera vicenda.

Ora, il Tar Lazio ha dato il suo benestare a riaprire le selezioni ma intanto, se si va sul sito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, passando attraverso la voce “amministrazione trasparente” si arriva sull’organigramma centrale dove balzano subito agli occhi le nuove direzioni. La ventata di spending review, promossa dall’ex direttore Kessler, che prevedeva un taglio di due direzioni di prima fascia e 45 posizioni di seconda fascia (22 a livello centrale, 12 a livello regionale e 11 a livello territoriale) si capisce subito che non è stata eseguita, tanto che le direzioni centrali invece di diminuire, sono aumentate di due. Cliccando poi sulla direzione denominata “Strategie”, una delle due nuove direzioni, esce il nome del direttore assegnato: Alberto Libeccio, ad oggi, il direttore  rinviato a giudizio per truffa ai danni dello Stato. La direzione che gli è stata assegnata, ha tre uffici e poco più di venti persone che lavorano al suo interno.