Roma
Aggressione con rapina a Trastevere: i carabinieri arrestate 2 persone.
La banda operava nel rione romano aggredendo violentemente e poi rapinando le vittime
I Carabinieri hanno arrestato due persone con l’accusa di rapina. I fatti risalgono alla notte del 29 gennaio scorso, quando sono state rapinate alcuni giovani che avevano trascorso la serata a Trastevere.
Un cittadino egiziano, di 30 anni, aveva infatti presentato una denuncia ai Carabinieri di Porta Portese. La vittima di essere stato aggredito da un gruppo di stranieri, intorno le 4.30, mentre era a bordo di un bus della linea N8. Due degli aggressori gli avevano sottratto in un primo momento il cellulare, sfilandoglielo dai pantaloni per poi intimare al 30enne di consegnargli tutto il denaro in suo possesso. Gli aggressori hanno quindi attaccato la vittima, prendendolo a pugni sul volto e sul petto e, in seguito, rapinarlo di 500 euro che il ragazzo teneva in tasca.
Rapine a Trastevere, le indagini dei Carabinieri
Grazie alle indagini, condotte attraverso l’analisi delle immagini delle telecamere, i militari hanno identificato i rapinatori che avevano aggredito l’egiziano, i quali, scoprendo anche altre aggressioni fatte alle 2.30, a piazza Trilussa.
Un 26enne aveva infatti denunciato di essere stato aggredito mentre si trovava in compagnia di un amico. Lo stesso gruppo di stranieri aveva avvicinato il giovano con il pretesto di avere l’accendino in prestito, per poi essere subito colpito da due di essi con alcuni calci e rapinato del portafoglio contenente, tra l’altro, 60 euro in contanti, il bancomat e la carta di credito. Dopo aver presentato denuncia, il giovane si è poi accorto che le sue carte erano state utilizzate nei pressi della stazione Termini.
In fase di esecuzione dell’ordinanza, uno degli interessati ha addirittura tentato di calarsi con una corda dal terzo piano dell’edifico pur di sottrarsi al provvedimento cautelare, ma è stato tempestivamente bloccato dai Carabinieri che lo hanno preso in custodia. Entrambi gli arrestati sono stati quindi portati in carcere a disposizione dell’Autorità giudiziaria.