Agli infermieri vietati contatti coi pazienti, guardie e turni. Lo scandalo
Italia paese di imboscati, Roma capitale degli esonerati dal lavoro. E' questo ciò che emerge da uno studio attento del settore pubblico, che detiene il primato di dipendenti esentati dai lavori più pesanti. Basti pensare che nel settore pubblico la legge 104 è utilizzata dal 13,5% dei dipendenti, contro il 3,3% del settore privato. “Brilla” in tal senso il settore sanitario di Roma, capitale degli esonerati dal lavoro.
Nella Capitale sono infatti 16 su cento, il doppio della media nazionale, gli addetti del Servizio sanitario esonerati da guardie, turni e contatti con malati. Se a questi si aggiungono permessi, congedi parentali e assenze per patologie la percentuale di fuga dal lavoro di “trincea” lievita, portandosi intorno al 20 per cento.
Allarmanti i dati del San Camillo, dove, su un totale di 2mila 800, sfiorano quota 500 gli infermieri esonerati dal lavoro per il quale sono stati assunti.
Una situazione che si è provata a sanare con il contratto 1998-2001, garantendo promozioni e scatti solo a chi non fosse esonerato dai lavori più pesanti. Tentativo che però fallì: 200 mila lire in più in media e la beffa di dover appaltare i “lavori sporchi”.
I servizi affidati ad esterni gravano infatti per oltre 250 milioni sul Servizio sanitario del Lazio, vanificando il blocco del turnover imposto dal Piano di rientro. Questo quanto emerge dall'inchiesta condotta da Carlo Picozza di La Repubblica, che ha portato alla luce anni di sprechi e disservizi difficilmente sanabili.