Roma
Aids, Talluto sarà processato: l'untore dell'HIV avrebbe contagiato 57 persone
Il 32enne di Acilia avrebbe contagiato in modo indiretto anche un bambino. Ora rischia 20 anni.
Valentino Talluto, il 32enne sieropositivo di Acilia, è stato rinviato a giudizio e sarà processato dalla corte d'Assise con l'accusa di aver contagiato decine di donne conosciute in chat a partire dal 2006, con le quali voleva avere solo rapporti sessuali non protetti, senza averle mai informate prima di essere affetto dal virus dell'Hiv.
Lo ha deciso il gup Massimo Battistini che, accogliendo le richieste del pm Francesco Scavo, ha annunciato la della prima udienza che si terrà il 2 marzo 2017. Talluto, detenuto in carcere da un anno, per i reati di epidemia dolosa e lesioni gravissime, con l'aggravante di aver agito per futili motivi, secondo l'accusa ogni volta che si trovava ad avere un rapporto con una donna avrebbe inventato una scusa per non usare il preservativo.
Sono 57 gli episodi di cui l'imputato (che ha seguito l'udienza in silenzio) deve rispondere, tra contagi diretti (30 amanti) e quelli indiretti (riferiti a tre partner di donne in precedenza infettate e a un bimbo, nato nel maggio del 2012, figlio di una straniera con cui l'indagato aveva avuto rapporti e al quale era stato diagnosticato il virus dell'Hiv all'eta' di otto mesi, oltre ai casi di 20 donne scampate all'infezione, un destino condiviso anche da tre uomini che con Valentino hanno preso parte a rapporti sessuali a tre. I
l difensore dell'imputato aveva chiesto al giudice di procedere con l'abbreviato (che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena) subordinandolo a una perizia sulla personalità. Richiesta bocciata dal giudice che, decidendo per il rito ordinario, si e' pronunciato per il rinvio a giudizio dopo una breve camera di consiglio. Nel corso dei vari interrogatori resi nel corso delle indagini, Talluto, pur dicendosi dispiaciuto per quanto accaduto, si è sempre difeso sostenendo di non essere consapevole dei danni che avrebbe potuto causare per la sua sieropositività: adesso, però, rischia una condanna a 20 anni di carcere.
Stando a quanto emerso dall'inchiesta, il ragazzo avrebbe avuto rapporti a rischio fino al 23 novembre dello scorso anno, giorno che ha preceduto il suo arresto. Chi indaga, pero', e' convinto che sia più elevato il numero delle persone contagiate, perchè tante, nel tentativo di tutelare la propria privacy, hanno preferito non rivolgersi alla polizia e alla magistratura.