Roma
Al cimitero di Roma solo fiori di plastica. Non c'è l'acqua per quelli veri
L'Ama ammette: “C'è un guasto, ma ci sono cisterne e c'è la potabile”. I parenti dei defunti costretti a trasprtare l'acqua di peso
Il cimitero più grande di Roma è senz'acqua. Rubinetti chiusi a Prima Porta, dove un intervento di ordinaria manutenzione si è trasformato un un'odissea per chi vuole portare i fiori ai propri cari defunti. Due le possibilità: o mettere sulle tombe i fiori di plastica, oppure diventare acquaioli e trasportare qualche litro dai serbatoi sino alle tombe.
Per gli anziani in particolare, la visita ai defunti, è diventata un'operazione impossibile, almeno per chi sente la necessità di posare un fiore davanti a una lapide In ciascuna delle sezioni la classica fontanella di acqua non potabile è secca come un deserto e da diversi giorni. Affaritaliani.it ha già segnalato all'Ama il guasto la scorsa settimana senza ricevere però riposta. Solo oggi, giovedì 17 ottobre, l'Ama ha ammesso che “sono in corso lavori di ripristino di una conduttura di acqua non potabile danneggiata e che l'intervento si concluderà tra qualche giorno”. Alla faccia del plastic free.
E alla domanda, “quando”, la riposta è serafica: “Nei prossimi giorni”. Quindi non resta che scegliere i fiori di plastica, oppure trasportarla, scegliendo a piacimento se allungare la vita dei fiori con quella potabile o con quella non potabile.
Proprio sui Servizi Cimiteriali, si combatte la battaglia tra il Comune di Roma e Virginia Raggi. Vale circa 19 milioni di euro che il Comune non vuole riconoscere e che è all'origine della mancata approvazione del bilancio che rischia di trascinare l'azienda nel baratro del commissariamento. E del declassamento del rating societario. Allora quel miliardo di euro di debiti diventerebbe un macigno da fallimento assicurato.