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Roma
Aldo Moro, mistero infinito. I familiari delle vittime scrivono a Fioroni

di Patrizio J. Macci

Leonardi, Iozzino, Ricci, Rivera, Zizzi. Le vittime dell’eccidio di via Mario Fani del 16 marzo 1978 reclamano ancora verità.


Lo fanno attraverso i loro familiari che firmano una lettera, insieme a Maria Fida Moro figlia dello Statista, indirizzata al presidente della Commissione Moro Beppe Fioroni dove esprimono la loro perplessità e sconcerto sul destino dei nuovi documenti acquisiti. La Commissione sta per chiudere i suoi lavori e i familiari temono che alcune delle "carte" raccolte durante le audizioni possano essere mantenute segrete con la conseguente eventualità che sul loro contenuto cada un silenzio tombale per decenni, finendo col mantenere indecifrabili, in tutto o in parte, gli avvenimenti che hanno portato al sequestro di Aldo Moro.
La lettera è stata portata alla luce da sedicimarzo.org sito dedicato allo studio del Caso Moro che l’ha scovata sulla pagina web dell’onorevole Gero Grassi membro della Commissione stessa. Lo scontro verbale è proseguito sul web perché prontamente è apparsa anche una replica di Grassi che ha giudicato la lettera come “errata nel merito”, alla sua risposta ha fatto seguito una replica dei familiari delle vittime. È oggettivamente molto difficile capire chi abbia ragione da un punto di vista squisitamente procedurale ma un fatto è certo: benché siano passati quasi quarant’anni non tutti i documenti sul Caso Moro sono stati resi noti e consultabili agli studiosi. Perché?

 

La lettera


Gentile Presidente,
in vista della fine dei lavori della Commissione ormai prossimi Le rappresentiamo alcune esigenze condivise dalle parti civili dei caduti della Strage di via Fani e della Famiglia Moro. In particolare al fine di poter al meglio esercitare in futuro i diritti previsti dal codice Le chiediamo con la presente alcune informazioni riguardanti in particolare le carte acquisite dall'organismo parlamentare che Lei presiede.

Preliminarmente vorremmo sapere se le carte acquisite saranno pubblicate con quali modalità e tempi e se potranno essere acquisite tramite i nostri legali che ci rappresentano in tutto e per tutto in queste sede.

Nello specifico Le chiediamo:
1. Se la Commissione ha acquisito carte, documenti, informazioni o rapporti sui quali intende mantenere il segreto anche dopo la fine dei sui lavori. Infatti come si deduce dalla lettura dei resoconti pubblici molti sono i documenti che sono "entrati" con una classificazione di segreto;
2..Qualora il segreto fosse mantenuto su un certo numero di atti o documenti, Le chiediamo di quale natura è questo segreto, quanto durerà, chi potrà eventualmente rimuoverlo e se i documenti saranno sottoposti ai regimi degli archivi in caso di trasmissione all'Archivio Storico della Camera. In tale ultimo caso infatti si potrebbe prevedere un segreto (a seconda dei documenti) di 30 o 50 anni.
Le chiediamo inoltre se comunque gli elementi di novità contenuti in questi documenti acquisiti con la classificazione "in entrata" di segreto siano stati rappresentati sostanzialmente nella relazione finale o siano stati del tutto espunti. Infatti non si comprenderebbe se tali elementi di novità fossero comunque taciuti. E ciò perché ben si comprende la tutela riguardante le singole responsabilità ma non si comprenderebbe l'omissione del racconto della verità di fatti nuovi ed eventualmente importanti. Tutto ciò soprattutto alla luce dello spirito, delle motivazioni e della stessa logica politica ispiratrice delle direttive Prodi e Renzi in materia di desecretazione di atti direttamente o indirettamente collegati a reati di Strage.

3. Sempre per poter al meglio esercitare i diritti delle parti civili le chiediamo se questi documenti che eventualmente non saranno pubblicati perché coperti da segreto, riguardino la strage di via Fani, la prigionia del Presidente Moro o la sua uccisione.

4. In particolare Le chiediamo di conoscere quali e quanti documenti saranno inviati per competenza alla Procura della Repubblica di Roma, quanti e quali alla Procura Generale presso la Corte di Assise di Roma e presso la Corte Appello di Roma nonché alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria che indaga anch'essa sulla vicenda Moro.
5. Vorremmo sapere inoltre su quali documenti la Commissione intende apporre il segreto "funzionale" e se saranno tutti anch'essi inviati alla Magistratura.

6. In ragione di quanto già esposto le chiediamo di poter avere quindi un elenco complessivo dei documenti sui quali eventualmente cadrà il segreto e anche l'elenco di quelli che saranno versati all' Archivio Storico della Camera dei Deputati.

7. In qualità di parti offese riteniamo che a 40 anni dai fatti non sia concepibile apporre il segreto su fatti nuovi quando lo Stato italiano si è impegnato, con nostro grande apprezzamento, a rimuovere quelli del passato. L'esigenza di trasparenza, conoscenza e verità fa premio su qualsiasi altra necessità di tutela perché già la semplice trasmissione alla magistratura senza ulteriori aggravi di segretezza potrà garantire indagini approfondite e l'accertamento della verità tutelando la necessaria riservatezza. Non crediamo, e lo diciamo prima che la relazione finale venga approvata, che si possa sottrarre alla conoscenza degli italiani qualsiasi elemento di novità perché questa Commissione parlamentare è stata costituita a tale fine e se tale "conoscenza" fosse secretata senza ragionevoli, comprensibili e dichiarabili motivazioni ciò sarebbe del tutto inaccettabile perché questa è una verità che appartiene ai familiari delle Vittime ed a tutto il popolo italiano e non è concepibile che siano i suoi rappresentati a sottrargliela.


(Firmato da: Ignazio RIVERA, Giovanni RICCI, Paolo RICCI, Sandro LEONARDI, Vincenzo IOZZINO, Maria Fida MORO, Luca MORO )


La replica di Gero Grassi

“Lettera errata nel merito. Quello che è secretato è conseguenza di indagini in corso. Si può Desecretare materiale attraverso il quale si tenta di arrivare alla verità e potrebbe comportare attività penale della magistratura? No, altrimenti faremmo un piacere ai criminali. Conoscendo i firmatari deduco che sono stato mal consigliati dagli avvocati. Bastava una telefonata e avrebbero avuto consigli migliori. Si può sempre rimediare.”

La risposta dei Familiari delle Vittime di via Fani firmata da Giovanni Ricci:

“Appaiono singolari le affermazioni dell'on. Gero Grassi e rimaniamo stupiti perché a noi non risulta la trasmissione di tali atti alla Magistratura ne notizie di indagini in corso su tali atti secretati. Chiediamo allora di conoscere almeno in che data tali atti (tutti) sono stati o saranno trasmessi alla magistratura e a quali Procure della Repubblica. Se e quando la Magistratura confermerà la ricezione di questi atti e quindi nuove indagini in corso saremo lieti di apprenderlo come italiani e come familiari delle vittime. Avremmo voluto saperlo prima ma a volte le cose vanno sollecitate... Vorrà dire che attenderemo l'esito delle indagini penali e al termine tutti gli italiani potranno conoscere gli atti oggi secretati. Sara' semplice capire se sono stati tutti trasmessi o qualcuno "merita" un periodo di secretazione funzionale. Se ne prossimi mesi apprenderemo che qualche atto non e' stato trasmesso dalla Commissione perché secretato vorrà dire che oggi, ancora una volta, abbiamo ragione noi. Ma manderemo altre lettere e faremo sentire la nostra voce. Speriamo vivamente che non ce ne sia bisogno e che molto presto si possano portare alla luce i veri buchi neri centrali di questa tristissima storia”.

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