Roma
Alemanno diventa “povero”. Spese processuali alle stelle, la raccolta fondi
I sovranisti Ciardi e Ciapparoni scrivono in via riservata agli amici: “Diamogli una mano, le spese dei processi sono una montagna difficle da scalare"
di Fabio Carosi
Gianni Alemanno? E' un uomo ridotto sul lastrico per pagare le spese processuali.
E' stato ministro con Berlusconi per 5 anni e sindaco di Roma dal 208 al 2013. Gianni Alemanno, condannato per Mafia Capitale in appello a 6 anni, alla confisca dei beni per 298mila euro e raggiunto con la pubblicazione delle motivazioni della sentenza dall'ingiunzione a pagare 50 mila euro di risarcimento al Comune di Roma e all'Ama, non ha più un euro sul conto corrente. In pratica quel poco che aveva messo da parte nella sua vita lo ha speso per pagare le spese legali.
Per lui, amici e “vecchi camerati” del Movimento Sovranista hanno fondato un Comitato che ha l'obiettivo di raccogliere fondi “per le spese di giudizio”, con una lettera appello firmata dal responsabile romano del Movimento e Giulia Ciapparoni, dirigente romano dello stesso Movimento Nazionale per la Sovranità.
Che Alemanno fosse in serie difficoltà economiche si poteva capire dal suo profilo social, dove in concomitanza con le sentenze, sono diminuite le apparizioni pubbliche e i week end open air che prima colorivano la sua pagina Fb.
Dunque, il politico più in vista condannato per Mafia Capitale, è diventato un cittadino qualunque, alle prese con la quarta settimana e le bollette e ad accorgersi del repentino cambio dello stile di vita se ne sono accorti gli amici che spontaneamente hanno redatto una lettere-appello con la quale invitano a dare una mano per le spese di giudizio. E questo nonostante gli avvocati gli siano venuti incontro, deve pagare provvisisionali ad Ama e Comune pari a 100mila euro e preparare indagini difensive e perizie. Sono queste le spese elevate e siccome gli amici lo sanno si sono mossi.
Scrivono Ciardi e Ciapparoni: “... Siamo rimasti tutti quanti profondamente colpiti di fronte alla pesante ed assurda sentenza che ha colpito Gianni Alemanno. Nessuno di noi ha mai pensato che Gianni possa essere colpevole dei reati per cui è stato condannato e per questo è legittimo il sospetto che dietro questa sentenza ci sia la tendenza a colpire chi ha avuto responsabilità politiche, specialmente nel centrodestra. Soprattutto in questi ultimi mesi si sono moltiplicati gli esempi di provvedimenti giudiziari e sentenze dal sapore politico, che ripropongono gli antichi problemi della Giustizia in Italia e del rapporto tra politica e magistratura. Gianni, in particolare, ha avuto la “colpa” di essere il primo e finora unico Sindaco di Roma proveniente da destra e rimane un simbolo per tutto il nostro mondo politico. Dobbiamo aiutarlo a difendersi, affrontando – tra l’altro – le pesantissime spese di giudizio che derivano non solo dal lungo processo e dalla sentenza che ha subito, ma dalla necessità di prepararsi al meglio per l’appello che comincerà tra pochi mesi. Spese legali, perizie, provvisionali oggi rappresentano per lui, come per tutti coloro che non si sono affatto arricchiti facendo politica, una montagna difficile da scalare”.
E così è comparso un conto corrente bancario sul quale chi vuole potrà versare denaro.