Alemanno e Venafro insieme a processo. Corruzione e turbativa d'asta: unica Corte
di Valentina Renzopaoli
Uniti più che dal destino, dalle beghe giudiziarie e, con molta probabilità, dalla stesso Collegio giudicante: l'ex sindaco Gianni Alemanno e l'ex capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, Maurizio Venafro, infatti, potrebbero essere processati insieme.
A richiedere la riunione dei due processi, che di fatto sono due tranche dell'inchiesta Mafia Capitale, è stato il pm Giuseppe Cascini, nel corso della prima udienza del giudizio nei confronti di Venafro che si è svolta mercoledì mattina. La decisione verrà comunicata il prossimo 24 febbraio dai giudici della seconda sezione penale.
L'inizio del processo per l'ex primo cittadino, accusato di corruzione e finanziamento illecito, era stato fissato per il 23 marzo. Recentemente la Procura aveva chiesto che la sua posizione e quella del numero due di Zingaretti confluissero in Mafia Capitale. Ma il presidente della decima sezione penale, Rosanna Ianniello, aveva respinto la richiesta, dato che il maxi-processo cominciato a novembre, era ormai in fase molto avanzata.
Intanto prima tappa del processo Venafro, accusato di turbativa d'asta in merito alla gara d'appalto del servizio sanitario Recup. Il dirigente, presente in aula, ha fatto sapere di voler presenziare alle udienze. Alla sbarra accanto a lui, Mario Monge, dirigente della cooperativa Sol.Co. Nel giudizio hanno chiesto di costituirsi parte civile la Regione Lazio, Cittadinanzattiva Onlus, Assocopnsum, Cooperativa La Fenice, Cooperativa Il Solco, Insieme Consmatori e Capodarco.
“Siamo tranquilli, perché il collegio che dovrà giudicarci, diverso da quello che sta guidando Mafia Capitale, è sereno” ha commentato l'avvocato Maurizio Frasacco, legale di Venafro. “Siamo certi che si farà presto chiarezza sulla posizione del mio cliente e che il processo si potrà risolvere con poche udienze. Addirittura si potrebbe andare a sentenza prima dell'estate”.