Roma
Alla gara dei bus ci penso io. Esposito all'Atac: "Si fa così..."
Il direttore Generale Francesco Micheli che minaccia di andarsene; l'assessore al Bilancio Marco Causi che si mette le mani nei capelli. L'onda d'urto dell'assessore Stefano Esposito si abbatte sull'Atac.
Oggetto del suo illuminato intervento è la gara per l'acquisto dei bus, la gara bis, per intenderci. Dopo che la prima è andata deserta, l'assessore aveva giurato di metterci le mani per garantirne il buon esito. E così è stato.
Raccontano in Atac, dove lo stupore per l'intervento in takle scivolato resterà negli annali della storia drammatica dell'azienda. La gola profonda di via Prenestina racconta: "E' martedì 23: squilla il telefono del Dg, Francesco Micheli e dall'altra parte c'è l'inossidabile esperto di trasporti della Giunta Marino che chiede la documentazione della gara prima ancora che il Consiglio di Amministrazione l'abbia approvata". In ballo ci sono circa 700 autobus utili, per la città come il sangue in un corpo umano e questo l'assessore Esposito lo sa. L'insider sostiene che l'Atac alla fine ha ceduto e ha spedito il pacchetto all'assessore. E qui il colpo di scena: si narra di nuova telefonata e, qualificandosi come azionista (anche se nella distribuzione delle deleghe il sindaco ha tenuto per se il controllo delle partecipate), Stefano Esposito avrebbe suggerito ad Atac di modificare il capitolato, passando dal leasing finanziario a quello operativo. Tradotto per chi non è addentro ai mega acquisti delle società, significa che mentre Atac si preparava a chiedere una soluzione di leasing classico, quello coi canoni mensili che alleggerisce l'onere dell'acquisto "in contanti", l'assessore avrebbe preferito la soluzione di far acquistare i mezzi con la manutenzione compresa nei canoni.
E qui si sarebbe consumato lo scontro. Dal dg Micheli parte una memoria ufficiale per l'assessore nella quale si spiegava con dovizia di particolari almeno una ventina di motivi per cui il "leasing operativo" sarebbe poco conveniente, a partire dai costi e per finire con gli effetti che produrrebbe sulle officine che, aperte ormai tutto il giorno, che si ritroverebbero senza lavoro, Insomma, un pasticcio che rischierebbe di vanificare quel poco di buono che in azienda è stato ottenuto con lacrime e sangue.
Si racconta che l'assessore sia un tipo testardo, ragion per cui sul tavolo del Direttore di Atac sarebbe arrivata alla fine una lettera ufficiale del Comune con la quale si "consigliava" di modificare la gara. Da qui alla minaccia di Micheli di mollare tutto, il passo è stato breve. Così la palla è finita sul tavolo di Marco Causi che ora si trova in grande difficoltà: o smentire il collega assessore scalpitante e far saltare il management di Atac, oppure aprire una crisi interna alla Giunta, costringendo Esposito a prendersi un calmante. In alternativa c'è sempre un tour sulla Roma-Lido che costituisce una prime distrazioni dell'attività assessorile.
La giornata infernale ha così liberato dalle gabbie le malelingue. Il leasing, manutenzione compresa avvantaggerebbe - secondo i mal pensanti - alcune aziende presenti sul mercato romano che avrebbero vita facile grazie alla capillare presenza di officine per la manutenzione e che quindi riuscirebbero a fare un'offerta vincente, mandando svedesi, cinesi e tedeschi fuori mercato. E sono girati i nomi della turca Tempsa, già fornitrice del privato Roma Tpl e della torinese Iveco-Fiat, attraverso la controllata Romana Diesel e il sistema di officine che fa capo alla società Pennesi, già fornitore di Cotral. Ovvio che il sindacato è all'oscuro di tutta la vicenda.