Roma
Alla Pontificia Università Lateranense si insegna come gestire i migranti
Il “focus” é rivolto alle figure chiave del mondo missionario-ecclesiastico
L'Università Lateranense insegna come imparare a gestire i flussi migratori, vera emergenza del Terzo Millennio. E accoglie tra i suoi banchi venti ragazzi rifugiati provenienti da Iraq, Eritrea e Siria.
In particolare, il focus di quest’anno della Scuola Internazionale di Management Pastorale sará indirizzato alla gestione del flusso migratorio,
In collaborazione con la Villanova University di Philadelphia, la Pontificia Università Lateranense prosegue nel percorso di approfondimento dei temi che rappresentano le prioritá di una Chiesa moderna e impegnata nelle opere di bene.
Papa Francesco ha ricordato che «come l’amministratore fedele e prudente ha il compito di curare attentamente quanto gli è stato affidato, così la Chiesa è consapevole della responsabilità di tutelare e gestire con attenzione i propri beni, alla luce della sua missione di evangelizzazione e con particolare premura verso i bisognosi».
Il Corso di Alta Formazione Universitaria in Management Pastorale é rivolto alle figure chiave del mondo missionario-ecclesiastico: parrocchie, diocesi, enti e congregazioni religiose, organizzazioni profit e no profit, liberi professionisti e dirigenti.
Sono cinque le aree di studio principali: progettazione dei bisogni della comunità, gestione delle risorse economiche, creazione e management del no-profit dell’impresa sociale, innovazione nella gestione delle risorse umane e nei processi organizzativi, comunicazione strategica.
La sesta è il focus speciale dedicato ai migranti: dalla gestione dei flussi fino alla comunicazione che vada oltre la conoscenza e la sensibilizzazione.
“Tutto ciò che la Chiesa è, ha e fa ha di mira esclusivamente la felicità degli infelici. Metteremo buone idee al servizio delle buone opera” dichiara mons. Enrico dal Covolo, Rettore della Pontificia Universitá Lateranense e continua: “la Chiesa di oggi e di domani é chiamata a fare ancora di più la sua parte al servizio del “Bene fatto bene” come ogni giorno ci ricorda la Fede in cui crediamo”.