Alla sbarra gli ultrà del Feyenoord. “Lanciavano bottiglie, petardi, fumogeni”
“Erano un migliaio e ci lanciavano contro di tutto. Una pioggia di bottiglie, petardi e fumogeni". E' ripreso con la testimonianza di alcuni agenti della Polizia, il processo davanti ai giudici della Quinta sezione del Tribunale, a carico di sei tifosi olandesi del Feyenoord coinvolti negli scontri del 19 febbraio dello scorso anno, in occasione della partita di Europa League con la Roma, durante i quali fu danneggiata la fontana della Barcaccia a piazza di Spagna. Assenti i sei ultrà, accusati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, espulsi dall'Italia dopo la convalida dell'arresto.
Il racconto delle ore che hanno preceduto l'incontro di calcio tra Roma e Feyenoord si focalizza sui disordini scoppiati a piazza di Spagna: "Intorno alle 13 eravamo nella zona di piazza di Spagna dove c’erano molti turisti”, hanno raccontato gli agenti. “I commercianti ci hanno però subito segnalato la presenza di tifosi, già ubriachi, che urinavano sulle vetrine e continuavano a bere”.
Una situazione che, in breve, finisce per degenerare. “Quando abbiamo deciso di convogliarli verso piazzale delle Canestre, attraverso via di San Sebastianello, dove c’erano bus predisposti al trasferimento dei tifosi allo stadio, hanno cominciato a lanciare bottiglie e petardi. Per noi era difficile avanzare perché a c’erano vetri, urina e birra”, hanno concluso i testimoni.
Contro i sei ultrà olandesi si è costituito il Codacons.